Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sviluppato strumento per leggere la mente [di topi]

Scienziati della Stanford hanno sviluppato un sistema per osservare in tempo reale l'attività cerebrale in un topo vivo. Il dispositivo potrebbe rivelarsi utile nello studio di nuovi trattamenti per le malattie neurodegenerative, come l'Alzheimer.

Mentre il topo esplora l'arena, quando riconosce un luogo familiare i neuroni del cervello lampeggiano di verde.


Mentre il topo esplora l'arena, quando riconosce un
luogo familiare, i neuroni del cervello lampeggiano
in verde. (Credit: Courtesy of Mark Schnitzer)


Se si vuole leggere la mente di un topo, servono alcune proteine fluorescenti e un piccolo microscopio impiantato nella testa del roditore. Scienziati della Stanford hanno ideato una tecnica per osservare centinaia di neuroni che si accendono nel cervello di un topo vivo, in tempo reale, e hanno collegato questa attività all'immagazzinamento di informazioni a lungo termine.


Il lavoro senza precedenti, è in grado di fornire uno strumento utile per lo studio di nuove terapie per le malattie neurodegenerative come l'Alzheimer.


I ricercatori hanno prima usato un approccio con terapia genica per indurre i neuroni del topo ad esprimere una proteina verde fluorescente progettata per essere sensibile alla presenza di ioni di calcio. Quando un neurone si attiva, la cellula si riempie in modo naturale di ioni di calcio. Il calcio stimola la proteina, e l'intera cellula si illumina di un verde brillante.


Un piccolo microscopio impiantato appena sopra l'ippocampo del topo - una parte del cervello che è fondamentale per la memoria spaziale e episodica - cattura la luce di circa 700 neuroni. Il microscopio è collegato ad un chip-telecamera, che invia una versione digitale dell'immagine a un monitor. Il computer quindi visualizza quasi in tempo reale l'attività cerebrale del topo, mentre lo stesso gira intorno ad un piccolo recinto, che i ricercatori chiamano "arena".


L'attivazione neuronale assomiglia a piccoli fuochi d'artificio verdi, che esplodono a caso su uno sfondo nero, ma gli scienziati sanno decifrare degli schemi chiari nel caos. "Possiamo letteralmente capire dov'è il topo nell'arena, guardando queste luci", dichiara Mark Schnitzer, professore associato di biologia e fisica applicata e autore principale dello studio, pubblicato recentemente sulla rivista Nature Neuroscience.


Quando il topo gratta il muro in una certo punto dell'arena, un neurone specifico scatta e si illumina di verde. Quando il topo sgambetta verso un'altro punto, la luce del primo neurone svanisce e si accende una cellula nuova. "L'ippocampo è molto sensibile al punto dov'è l'animale nel suo ambiente, e diverse cellule rispondono a diverse parti dell'arena", dice Schnitzer. "Immaginare di camminare in giro per l'ufficio. Alcuni neuroni dell'ippocampo si accendono quando si è vicini alla scrivania, e altri si accendono quando si è vicini alla sedia. Ecco come il cervello crea una mappa che rappresenta uno spazio".

 

Il gruppo ha scoperto che i neuroni di un topo si attivano con lo stesso schema in esperimenti fatti a distanza di un mese. "La possibilità di tornare indietro e osservare le stesse cellule è molto importante per lo studio delle malattie cerebrali progressive", afferma Schnitzer.

Ad esempio, se un neurone particolare in un topo di test smette di funzionare, a causa della normale morte neuronale o di una malattia neurodegenerativa, i ricercatori potrebbero applicare un agente terapeutico sperimentale e quindi esporre il topo agli stessi stimoli per vedere se ripristina la funzione del neurone.


Anche se la tecnologia non può essere usata sugli esseri umani, i modelli murini sono un punto di partenza comune per nuove terapie per le malattie neurodegenerative umane, e Schnitzer ritiene che il sistema potrebbe essere uno strumento molto utile per valutare la ricerca pre-clinica.


Il lavoro è stato pubblicato lo scorso 10 Febbraio nell'edizione online di Nature Neuroscience. I ricercatori hanno fondato una società per produrre e vendere il dispositivo.

 

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.
The original English version EnFlag
of this article is here.

 

 

 

 


Fonte: Stanford University. Articolo originale scritto da Bjorn Carey.

Riferimento:
Yaniv Ziv, Laurie D Burns, Eric D Cocker, Elizabeth O Hamel, Kunal K Ghosh, Lacey J Kitch, Abbas El Gamal, Mark J Schnitzer. Long-term dynamics of CA1 hippocampal place codes. Nature Neuroscience, 2013; DOI: 10.1038/nn.3329.

Pubblicato in Science daily il 19 Febbraio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.