Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ridotto l'Alzheimer nei topi: nuovo promettente approccio terapeutico per gli esseri umani

Le alterazioni patologiche tipiche dell'Alzheimer sono state ridotte significativamente nei topi bloccando un trasmettitore del sistema immunitario.

Un gruppo di ricerca della Charité - Universitätsmedizin Berlin e dell'Università di Zurigo ha appena pubblicato un nuovo approccio terapeutico nella lotta contro l'Alzheimer nell'edizione corrente di Nature Medicine. Questo approccio ha un potenziale promettente per la prevenzione, così come per i casi in cui la malattia è già insorta.

 


La carenza (o l'inibizione) di molecole del percorso
del segnale dell'interleuchina IL-12 e/o IL-23
riduce sostanzialmente le alterazioni patologiche
di tipo Alzheimer, le cosiddette placche amiloide-β
(aree punteggiate in nero raffigurate qui sopra). A
sinistra: emisfero del cervello di topo di Alzheimer,
a destra: emisfero del cervello di topo di Alzheimer
senza recettore IL-12. (Credit: Image courtesy of
University of Zurich)

L'Alzheimer è una delle cause più comuni della demenza. Solo in Germania e in Svizzera sono colpite circa 1,5 milioni di persone, e le previsioni prevedono un raddoppio del numero di pazienti in tutto il mondo entro i prossimi 20 anni. L'accumulo nel cervello dei pazienti di particolari proteine anomale, compresa l'amiloide-ß (Aβ), tra le altre, ha un ruolo centrale in questa malattia.


Il Prof. Frank Heppner del Dipartimento di Neuropatologia della Charité e il suo collega Prof. Burkhard Becher dell'Istituto di Immunologia Sperimentale dell'Università di Zurigo sono riusciti a dimostrare che la disattivazione di particolari citochine (trasmettitori del segnale del sistema immunitario) ha ridotto i depositi tipici nell'Alzheimer di amiloide-ß nei topi con la malattia. Come risultato, gli effetti maggiori sono stati dimostrati dopo aver ridotto l'amiloide-ß di circa il 65 per cento, quando è stata influenzata la molecola immunitaria p40, un componente della citochina interleuchina IL-12 e IL-23.

 

Rilevante per la terapia umana

Esperimenti successivi, anch'essi rilevanti per gli esseri umani, hanno dimostrato che i miglioramenti sostanziali nei test sul comportamentali sono arrivati quando i topi hanno ricevuto l'anticorpo che ha bloccato la molecola immunitaria p40. L'effetto è stato ottenuto anche quando i sintomi della malattia erano già presenti nei topi.


I risultati di questo studio del team dei Proff. Heppner e Becher, che il livello di molecole p40 è più alto nel liquido cerebrale dei malati di Alzheimer, concordano con qulli di uno studio pubblicato recentemente da colleghi americani che dimostravano un aumento del livello di p40 nel plasma sanguigno di soggetti con Alzheimer, mostrando quindi un'ovvia rilevanza per la terapia umana.


Il significato del sistema immunitario nella ricerca di Alzheimer è al centro degli sforzi attuali. I Proff. Heppner e Becher sospettano che le citochine IL-12 e IL-23 in sè stesse non causano la patologia, e che il meccanismo della molecola immunitaria p40 nell'Alzheimer richiede ulteriori chiarimenti. Tuttavia, essi sono convinti che i risultati dei loro sei anni di ricerca giustifichino il passo verso studi clinici sugli esseri umani, per i quali hanno intenzione di collaborare con un partner industriale idoneo.


Nel contesto di altre malattie, come la psoriasi, un farmaco che sopprime la p40 nell'uomo è già stato applicato. "Sulla base dei dati di sicurezza nei pazienti" commentano i Proff. Heppner e Becher, "potrebbero ora essere effettuati senza indugio studi clinici. Ora, l'obiettivo è portare il nuovo approccio terapeutico ai malati di Alzheimer in fretta".

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale della University of Zurich.

Riferimento:
Johannes vom Berg, Stefan Prokop, Kelly R Miller, Juliane Obst, Roland E Kälin, Ileana Lopategui-Cabezas, Anja Wegner, Florian Mair, Carola G Schipke, Oliver Peters, York Winter, Burkhard Becher, Frank L Heppner. Inhibition of IL-12/IL-23 signaling reduces Alzheimer's disease–like pathology and cognitive decline. Nature Medicine, 2012; DOI: 10.1038/nm.2965

Pubblicato in ScienceDaily il 25 Novembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)