Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperte proteine con vita lunga; utili per affrontare le neurodegenerazioni

Uno dei grandi misteri della biologia è: perché le cellule invecchiano.

Ora scienziati del Salk Institute for Biological Studies riportano di aver scoperto una debolezza in un componente delle cellule cerebrali che può spiegare come avviene il processo di invecchiamento nel cervello.


Gli scienziati hanno scoperto che alcune proteine, chiamate proteine estremamente longeve (ELLPs), che si trovano sulla superficie del nucleo di neuroni, hanno una durata notevolmente lunga.

Mentre la vita della maggior parte delle proteine è al massimo di due giorni, i ricercatori del Salk Institute hanno identificato delle ELLPs nel cervello di topi, che hanno la stessa età dell'organismo, una scoperta segnalata il 3 febbraio su Science. Gli scienziati del Salk sono i primi a scoprire una macchina intracellulare essenziale i cui componenti includono proteine di questa età. I loro risultati suggeriscono che le proteine durano una vita intera, senza essere sostituite.


Le ELLPs formano i canali di trasporto sulla superficie del nucleo; porte che consentono di controllare i materiali che entrano ed escono. La loro lunga durata di vita potrebbe essere un vantaggio se non fosse per l'usura e la lacerazione che queste proteine subiscono nel tempo. A differenza di altre proteine nel corpo, le ELLPs non vengono sostituite quando subiscono modificazioni chimiche aberranti e altri danni.

 


L'immagine al microscopio mostra proteine estre-
mamente longeve (ELLPs) con verde fluo all'esterno
del nucleo, in una cellula cerebrale di ratto. Il DNA
all'interno del nucleo è in blu. Gli scienziati del

Salk hanno scoperto che le ELLPs, che formano canali
attraverso la parete del nucleo, durano per più di un
anno senza essere sostituite. Il deterioramento di
queste proteine può consentire alle tossine di entrare

nel nucleo, con conseguente invecchiamento cellulare.
(Per gentile concessione di Brandon Toyama,

Salk Institute for Biological Studies)

"I danni alle ELLPs indeboliscono la capacità dei canali tridimensionali di trasporto formati da queste proteine per salvaguardare il nucleo della cellula dalle tossine", dice Martin Hetzer, professore al Laboratorio di Biologia Molecolare e Cellulare del Salk, che ha guidato la ricerca. Queste tossine possono alterare il DNA cellulare e di conseguenza l'attività di geni, con conseguente invecchiamento cellulare.


Finanziato dalla Ellison Medical Foundation e dalla Fondazione Glenn for Medical Research, il gruppo di ricerca di Hetzer è l'unico laboratorio al mondo che sta studiando il ruolo di questi canali di trasporto, chiamati complesso poro nucleare (NPC), nel processo di invecchiamento.


Studi precedenti hanno rivelato che alla base del processo di invecchiamento ci sono alterazioni nell'espressione genica. Ma, fino alla scoperta del laboratorio Hetzer che l'NPC dei mammiferi possiede un tallone d'Achille che consente alle tossine che danneggiano il DNA di entrare nel nucleo, la comunità scientifica ha avuto pochi indizi solidi su come si verifichino queste alterazioni genetiche. "La caratteristica fondamentale che definisce l'invecchiamento è un calo complessivo della capacità funzionale dei vari organi come il cuore e il cervello", dice Hetzer. "Questo declino risulta dal deterioramento della omeostasi, o stabilità interna, delle cellule che costituiscono questi organi. Recenti ricerche in diversi laboratori hanno legato la rottura delle omeostasi delle proteine al declino della funzionalità delle cellule".


I risultati che Hetzer e il suo team proprio ora riferiscono, ci dicono che il declino della funzione dei neuroni può provenire dalle ELLPs che si deteriorano a causa di danni nel tempo. "La maggior parte delle cellule, ma non i neuroni, combattono il deterioramento funzionale delle loro componenti proteiche attraverso il processo di sostituzione proteica, per cui vengono sostituite le parti potenzialmente compromesse delle proteine con nuove copie pienamente funzionali", dice Hetzer. "I nostri risultati suggeriscono inoltre che il deterioramento poro nucleare potrebbe essere un meccanismo generale di invecchiamento che porta a difetti nella funzione nucleare legati all'età, come la perdita di programmi di espressione genica giovanile", aggiunge.


I risultati possono risultare rilevanti per comprendere le origini molecolari dell'invecchiamento e delle malattie neurodegenerative quali l'Alzheimer e il Parkinson. In studi precedenti, Hetzer e il suo team hanno scoperto filamenti di grandi dimensioni nei nuclei dei neuroni di topi anziani, le cui origini sono state fatte risalire al citoplasma. Questi filamenti sono stati collegati a vari disturbi neurologici, tra cui il morbo di Parkinson. Non è ancora stato determinato se le molecole fuori posto sono una causa o un risultato della malattia.


Ancora negli studi precedenti, Hetzer e il suo team hanno documentato il declino nel funzionamento degli NPC in funzione dell'età nei neuroni di topi sani invecchiati, che costituiscono modelli di laboratorio della biologia umana. Il gruppo di Hetzer comprende i suoi colleghi del Salk Institute così come John Yates III, professore del Dipartimento di Chimica Fisiologia del The Scripps Research Institute.


Quando Hetzer ha deciso tre anni fa di verificare se l'NPC svolge un ruolo nel promuovere o contribuire all'insorgenza dell'invecchiamento e di alcune malattie neurodegenerative, alcuni membri della comunità scientifica lo hanno avvertito che tale studio era troppo audace e sarebbe stato difficile e costoso da condurre. Ma Hetzer ha insistito nonostante gli avvertimenti.

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

 

 


Fonte: Materiale del Salk Institute for Biological Studies, via Newswise.

Riferimento: JN Savas, BH Toyama, T. Xu, JR Yates, MW Hetzer. Extremely Long-Lived Nuclear Pore Proteins in the Rat Brain. Science, 2012; DOI: 10.1126/science.1217421.

Pubblicato in ScienceDaily il 3 febbraio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X.
I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare a informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.