Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dan Gibbs: L'ipotesi amiloide non è morta, ma potrebbe essere a corto di respiro

pexels vhusko 11371987Photo by Vilnis Husko via pexels.com

L'ipotesi amiloide è da oltre 20 anni la teoria dominante della causa del morbo di Alzheimer (MA). In breve, la teoria sostiene che la malattia è causata dall'accumulo di amiloide-beta (Aβ) che danneggia le cellule nervose nel cervello. L'Aβ è scissa dalla grande 'proteina precursore amiloide' (APP) in due frammenti principali che vengono rilasciati al di fuori della cellula, Aβ40 e Aβ42, contenenti rispettivamente 40 e 42 aminoacidi.


Nelle persone normali, questi peptidi vengono rimossi rapidamente, ma nelle persone con MA la capacità metabolica di degradarli è ridotta, i peptidi si accumulano, formano fibrille e infine placche amiloidi che a loro volta danneggiano i neuroni e innescano la formazione di patologia  tau anormale che fa morire i neuroni.


Certamente con c'è dubbio che esistono placche amiloidi e grovigli neurofibrillari contenenti tau nel MA. La domanda è: sono causali o sono semplicemente detriti rimasti man mano che la malattia avanza? L'Aβ solubile è neurotossica nei topi modello di MA, ma c'è crescente preoccupazione che le cose non siano così semplici come suggerirebbe l'ipotesi amiloide.


Molti studi costati miliardi di dollari non sono riusciti a mostrare una significativa inversione e nemmeno il rallentamento della progressione della malattia nei pazienti trattati con farmaci anti-amiloide. Alcuni di questi farmaci sono stati molto efficaci nella rimozione di placche amiloidi, ma nessuno ha dimostrato un rallentamento clinicamente significativo del deterioramento cognitivo.


L'incapacità di questi farmaci fino ad oggi è stato addebitata al fatto di averli dati troppo tardi. L'idea è che una volta che appare la compromissione cognitiva, c'è già la morte di neuroni che non possono essere riparati. Ciò ha portato a numerosi studi di farmaci anti-amiloidi in soggetti con MA presintomatico. Queste persone hanno biomarcatori positivi al MA come scansioni PET amiloide e/o tau o esami del sangue, ma non hanno ancora alcun danno cognitivo. Uno di questi, l'esperimento crenezumab nella grande famiglia colombiana con la mutazione autosomica della presenilina 1, è già fallito. I risultati degli altri studi inizieranno ad apparire nei prossimi anni.


La frustrazione nel non riuscire a trovare nessun farmaco anti-amiloide efficace per il MA ha ricevuto una notizia-bomba questa settimana con la pubblicazione su Science di una investigazione di sei mesi che sostiene la falsificazione dei dati di uno studio del 2006 pubblicato in Nature che aveva costituito una importante chiave di volta nelI'ipotesi amiloide. Gli autori di quella ricerca su Nature avevano affermato di aver isolato un gruppo Aβ solubile da 56 kilodalton (isolate Aβ*56) dal cervello di topi transgenici cognitivamente deteriorati portatori di DNA umano codificante la proteina precursore amiloide umana


Quando hanno iniettato Aβ*56 purificato nel cervello di ratti giovani e sani, i ratti sono diventati cognitivamente deteriorati. Gli autori hanno proposto che "...l'Aβ*56 compromette la memoria indipendentemente dalle placche o dalla perdita neuronale e può contribuire ai deficit cognitivi associati al MA". Questa sembrava essere una prova molto forte che un frammento Aβ solubile potesse di per sé causare il danno neuronale riscontrato nel MA.


Secondo gli esperti del campo, lavorare con frammenti di amiloide è tecnicamente difficile in quanto possono essere molto instabili, quindi non è stato particolarmente allarmante che questo lavoro non potesse essere replicato da altri. L'indagine condotta per Science ha trovato prove della falsificazione dei dati nel documento su Nature mettendo in discussione la validità di altri documenti basati su quei risultati.


Non ho completamente rinunciato all'ipotesi amiloide. Esistono ancora prove che l'amiloide può essere neurotossica. Tuttavia, sospetto che le cause della perdita neuronale e della demenza di MA si riveleranno più complicate. Secondo il commento di Grace Stutzmann a un articolo su Alzforum di questa settimana sul fiasco Aβ*56 (uno dei 23 commenti):

“Vediamo anche l'ascesa di meccanismi alternativi indipendenti dalla patologia amiloide, che includono cascate neuroinfiammatorie, patofisiologia sinaptica, gestione errata del calcio e disfunzione mitocondriale, nessuna delle quali si esclude a vicenda".


Chiaramente abbiamo molto di più da imparare prima di comprendere appieno la neurobiologia del MA.

 

 

 


p>Fonte: Daniel Gibbs in A Tattoo On My Brain (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

L'autore: "Sono un neurologo in pensione con l'Alzheimer in fase iniziale. Mi sono preso cura di molti pazienti con Alzheimer e altre demenze nei 25 anni di pratica di neurologia generale a Portland, in Oregon. Ho scritto delle mie esperienze con l'Alzheimer da due prospettive, paziente e medico, nel libro A Tattoo On My Brain: A Neurologist’s Personal Battle against Alzheimer’s Disease (un tatuaggio nel mio cervello: la battaglia personale di un neurologo contro l'Alzheimer), edito da Cambridge University Press".

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 

Notizie da non perdere

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.