Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Pazienti di demenza con meno probabilità di tornare a casa dopo ictus

Un nuovo studio mostra che le persone affette da demenza che subiscono un ictus tendono a sperimentare più alti tassi di disabilità e di istituzionalizzazione.

"I pazienti affetti da demenza preesistente hanno un maggiore disabilità al momento della dimissione e hanno meno probabilità di ritornare al loro luogo di residenza prima dell'ictus" ha detto a Medscape Medical News Gustavo Saposnik, MD (foto a sinistra), dell'Università di Toronto in Ontario, Canada. "Con l'invecchiamento attuale della popolazione, è previsto un aumento della prevalenza di ictus e demenza", ha sottolineato. "Di conseguenza, un maggior numero di operatori sanitari dovranno probabilmente affrontare la sfida della gestione di pazienti che presentano un ictus acuto e demenza concomitanti".

Questo studio dovrebbe avere "un impatto importante sui fornitori e progettisti di assistenza sanitaria" ha detto durante un'intervista Jose Biller, MD, portavoce della American Academy of Neurology (foto sotto a sinistra). Il Dr. Biller ha sede alla Loyola University Chicago, in Illinois.

I risultati appaiono nel numero del 1 ° novembre di Neurology. Utilizzando il Regisro del Canadian Stroke Network, i ricercatori hanno studiato 9.304 pazienti con ictus ischemico acuto. Di questi, 702 avevano una storia di demenza. La demenza preesistente è stata definita come la demenza di qualsiasi tipo presente prima dell'ictus. Pazienti di cure palliative sono stati esclusi. Lo studio retrospettivo ha rilevato che i pazienti con ictus che avevano demenza erano più anziani, l'ictus più grave, ed avevano più probabilità di avere fibrillazione atriale.

Tabella 1. Pazienti con ictus

Caratteristica Con demenza Senza demenza Valore P
Età media 81 70 <.001
Canadian Neurological Scale score <4 20,7% 10,5% <.001
Fibrillazione atriale 22,8% 15,3% <.001

I pazienti affetti da demenza avevano una leggera minore probabilità di essere ammessi ad una unità ictus o di avere trombolisi. Non sono emerse differenze nelle misure delle prestazioni.

Tabella 2. Le differenze nella misura delle prestazioni

Misura Con demenza (%) Senza demenza (%) Probabilità  95% intervallo di confidenza
Ammessi all'unità ictus 63 67,6 0,82 0,70-0,96
Avuto Trombolisi
10,5 15,7 0,63 0,49-0,81

"Non ci sono differenze nei tassi di complicanze o di sopravvivenza tra i pazienti trattati con trombolisi," ha detto il Dott. Saposnik. "Motivi per non aver dato la trombolisi comprendevano decisioni personali del medico o la gravità dell'ictus. In generale, non ci sono grandi differenze nelle misure di processo o di prestazioni". Ciò ha incluso la misurazione del glucosio, la valutazione della deglutizione, il tempo tra l'esordio dell'ictus e l'ammissione in ospedale, e la prescrizione di farmaci antitrombotici o warfarin per la fibrillazione atriale. "Questo è in qualche modo rassicurante, per quanto riguarda la parità di accesso alle cure", ha osservato.

Comunque i pazienti con demenza preesistente avevano una disabilità superiore alla dimissione (probabilità 3,20, intervallo di confidenza al 95%, 2,64-3,87). Questi pazienti hanno avuto 6 volte più probabilità di essere scaricati in un reparto dilungodegenza (39% vs 6,1%).

"Molte malattie possono causare demenza", ha osservato il Dr. Biller, che non era coinvolto nello studio. "Alzheimer e demenza vascolare sono le 2 cause più comuni". Un ulteriore gruppo può avere demenza mista, ha aggiunto. "L'età è il più forte fattore di rischio per la demenza". Il Dr. Saposnik ha sottolineato che la gestione dell'ictus nei pazienti con demenza pre-esistente è oggetto di discussione e solleva diversi problemi diagnostici, gestionali ed etici perché alcune strutture possono limitare l'accesso a particolari cure per l'ictus per i pazienti con demenza a meno che non si ritenga che la cura porti un miglioramento dei risultati. "La mancanza di linee guida stabilite per la gestione e il trattamento di pazienti colpiti da ictus con demenza contribuisce a questa incertezza", ha detto.

Il Dr. Biller ha aggiunto che a uno studio internazionale sufficientemente dotato, dovrebbe essere richiesto di fornire dati più consistenti di queste osservazioni preliminari. Un altro studio è già in corso per determinare se la demenza o altre patologie associate quali ipertensione, diabete, fibrillazione atriale o fumo sono responsabili dei risultati osservati.

Questo studio è stato sostenuto in parte dal Canadian Stroke Network and the Heart and Stroke Foundation Ontario. Il Dr. Saposnik fa parte del comitato editoriale di Stroke e faceva parte di una commissione scientifica per la Sanofi-Aventis.

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce?
Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.;

 

 


Pubblicato in Medscape Today il 31 ottobre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.