Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Capillari malati nella sostanza bianca nel cervello associati a cognizione peggiore nell'Alzheimer

La malattia dei vasi sanguigni microscopici che alimentano la sostanza bianca del nostro cervello è associata a una funzione cognitiva peggiore e a deficit di memoria negli individui con morbo di Alzheimer (MA), riferiscono degli scienziati.


"Il messaggio principale di questo studio è quella che chiamiamo patologia mista, formata da malattia microvascolare più MA, è associata a più danni cerebrali, a più danni alla sostanza bianca e a più infiammazione"
, afferma il dott. Zsolt Bagi, biologo vascolare nel dipartimento di fisiologia dell'Augusta University.


Le sue, e le recenti scoperte di altri, suggeriscono che alcune persone con MA, che hanno cambiamenti cerebrali ampiamente associati alla condizione, come le placche di amiloide, potrebbero non sviluppare la demenza senza questa disfunzione vascolare sottostante, secondo quanto hanno scritto i ricercatori su GeroScience.


"Noi proponiamo che, se si impedisce lo sviluppo del componente microvascolare, è possibile aggiungere quantomeno diversi anni di funzionamento normale alle persone con MA"
, afferma Bagi, coautore dello studio assieme al dott. Stephen Back, neurologo pediatrico, professore di ricerca pediatrica ed esperto di lesioni e riparazioni della materia bianca nel cervello in sviluppo e in quello adulto, della Oregon Health & Science University. "La buona notizia è che le malattie vascolari sono potenzialmente modificabili, riducendo i principali contributori come ipertensione, obesità, diabete e inattività".


Gli scienziati hanno esaminato il cervello di 28 persone che partecipavano allo studio Adult Changes in Thought (ACT), un'iniziativa congiunta del Kaiser Permanente Washington Research Institute e dell'Università di Washington, i cui scienziati hanno collaborato al nuovo studio.


L'ACT è uno studio longitudinale della salute cognitiva su volontari della zona di Seattle, che ha l'obiettivo di trovare i modi per ritardare o prevenire il declino della memoria. I partecipanti over-65, senza problemi cognitivi all'iscrizione, vengono seguiti fino alla loro morte e circa il 25% di loro accetta l'autopsia e di mettere a disposizione degli scienziati il DNA genomico tratto dal sangue, e/o il tessuto cerebrale.


Gli individui che agivano da controlli per lo studio non avevano indicazione del MA o di malattia vascolare nel cervello. Altri gruppi avevano il MA senza malattia vascolare, malattia vascolare senza indicatori di MA o sia MA che malattia vascolare.


I ricercatori si sono concentrati sulla materia bianca, che rappresenta circa il 50% della massa cerebrale, consente a diverse regioni del cervello di comunicare ed è ricca di bracci lunghi chiamati assoni che collegano i neuroni tra loro e ad altre cellule in tutto il corpo, come le cellule muscolari. Un altro obiettivo erano le arteriole microscopiche che alimentano direttamente la sostanza bianca con sangue, ossigeno e nutrienti.


Volevano testare la loro teoria secondo cui quando queste arteriole sottili come un capello hanno difficoltà a dilatarsi e quindi a supportare questa parte del cervello, insorgono cambiamenti nella materia bianca che sono evidenti nelle risonanze magnetiche più sofisticate, specialmente quando problemi microvascolari coesistono con i cambiamenti del cervello tipici del MA.


Hanno scoperto che le arteriole di coloro a cui era stato diagnosticato il MA e la disfunzione di queste piccole arterie avevano una capacità compromessa di dilatarsi in risposta alla bradichinina, un potente dilatatore dei vasi sanguigni, rispetto a quelli senza disfunzione microvascolare. I problemi di dilatazione erano associati a lesioni alla materia bianca e ai cambiamenti alla sua struttura che erano visibili alla risonanza magnetica.


Anche l'espressione del precursore per il dilatatore del vaso sanguigno altrettanto potente, monossido di azoto, era ridotta in questi individui con entrambe le condizioni, mentre l'espressione del superossido che genera NOX1, che danneggia i vasi sanguigni, era aumentata.


La disfunzione delle arteriole era associata anche a una maggiore lesione della sostanza bianca in base a ciò che era visibile su quelle scansioni di risonanza magnetica sofisticate e all'aumento del numero di cellule cerebrali, chiamate astrociti, che supportano i neuroni. Gli investigatori avevano in precedenza riferito un aumento di questi astrociti nel cervello con i cambiamenti microvascolari. Questa volta hanno visto che quando erano presenti sia il MA che i cambiamenti microvascolari, gli astrociti diventavano più reattivi, infiammatori e dannosi.


I colleghi della Oregon Health & Science University, guidati da Back, hanno esaminato lo stesso tessuto cerebrale con una sofisticata tecnica di risonanza magnetica chiamata scansione a tensore di diffusione, che usa la diffusione dell'acqua tra le cellule per mostrare la microstruttura della materia bianca e la sua connettività.


Non hanno potuto visualizzare singole arteriole perché sono troppo piccole - circa 30 micron o 0,03 mm - da vedere senza microscopio. Ma hanno potuto vedere il danno alla sostanza bianca derivante dalla malattia delle arteriole e hanno trovato ancora una volta la correlazione tra la compromissione vascolare e il danno ai tessuti descritto da Bagi con la visualizzazione diretta del tessuto. Questo tipo di malattia dei vasi sanguigni era presente nel 50% dei cervelli studiati e altri studi di autopsia hanno indicato un tasso altrettanto elevato.


In quelli con meno indicatori di cambiamenti cerebrali, hanno scoperto che le arteriole potevano dilatarsi meglio e quell'area del cervello aveva una migliore connettività e meno danni evidenti sulla risonanza magnetica post mortem.


La capacità compromessa di dilatarsi di questi piccoli vasi nella materia bianca è nota per essere associata a lesioni alla materia bianca, come quella visibile sulle scansioni MRI specializzate. E ci sono prove sia negli studi di laboratorio che umani che questa disfunzione vascolare non peggiora, ma ha un ruolo nello sviluppo del declino cognitivo e della demenza nelle persone con MA, scrivono gli investigatori.


In effetti, la disfunzione vascolare può essere presente prima del danno al tessuto cerebrale e della disfunzione cognitiva. Nella ricerca sugli animali allevati per sviluppare il MA, ad esempio, ci sono prove di problemi con la microvascolatura nelle aree del cervello associate al MA, come l'ippocampo, un centro di apprendimento e memoria, in giovane età.


Il nuovo lavoro conferma il concetto crescente secondo cui una malattia dei piccoli vasi sanguigni può aiutare a prevedere la gravità della demenza e/o che l'uso della RM DTI può aiutare a identificare i pazienti con malattia sufficientemente precoce da permettere a strategie che riducono o rallentano la malattia dei vasi capillari di posticipare o ridurre la loro perdita cognitiva. La tecnica potrebbe anche aiutare a valutare il potenziale vantaggio dell'intervento.


"Questi individui in particolare potrebbero trarre benefici se si esercitassero, controllassero il livello di zucchero nel sangue e controllassero la loro pressione sanguigna", afferma Bagi.


Alcuni pazienti con MA sono noti per avere iperintensità di materia bianca sulla RM, aree danneggiate sostanzialmente che si presentano particolarmente luminose sulla scansione e sono associate a problemi come la demenza. Una percentuale significativa di individui con MA ha anche condizioni come alti livelli lipidici nel sangue e ipertensione che sono noti per compromettere la funzione dei vasi sanguigni, inclusa la vascolarizzazione più piccola, nota Bagi.


La malattia dei piccoli vasi sanguigni nel cervello è anche comune nell'invecchiamento e può indicare un aumento del rischio di problemi come ictus o demenza. Scansioni cerebrali sofisticate indicano spesso anche microinfarti, sostanzialmente degli ictus microscopici, che tendono ad aumentare con l'età e sono associati alla compromissione della memoria.

[...]

 

 

 


Fonte: Toni Baker in Augusta University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Zsolt Bagi, ...[+9], SA Back. Association of cerebral microvascular dysfunction and white matter injury in Alzheimer’s disease. GeroScience, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.