Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovi approcci nelle neuroscienze mostrano che non dipende tutto dalla tua testa

Nuovi approcci nelle neuroscienze mostrano che non è tutto nella tua testaRichard Davidson

Le nostre esperienze uniche modellano il modo in cui vediamo il mondo e come rispondiamo agli eventi della nostra vita.


Ma l'esperienza è altamente soggettiva. Ciò che è angosciante o gioioso per una persona può essere molto diverso per un'altra.


Queste differenze possono essere importanti, in particolare perché un crescente corpo di ricerca mostra che ciò che accade nel nostro paesaggio interiore - i nostri pensieri e le interpretazioni delle nostre esperienze - può avere conseguenze fisiche sul cervello e sul corpo.


Questo è stato il tema di una conferenza tenuta il 16 febbraio scorso al Center for Healthy Minds dell'Università del Wisconsin di Madison dal fondatore e direttore Richard Davidson, in occasione dell'Assemblea annuale 2018 dell'Associazione Americana per l'Avanzamento della Scienza, intitolato: 'Come la mente informa il cervello: Depressione e benessere'.


"Il modo in cui sperimentiamo il mondo ci influenza in più modi di quanto pensavamo finora", afferma Davidson, professore di psicologia e psichiatria dell'UW-Madison. "Stiamo scoprendo che le emozioni e i pensieri possono alterare i percorsi neurali nel cervello in tempi relativamente brevi e persino influenzare processi come l'espressione genica e l'invecchiamento".


Davidson sostiene che attingere al ruolo svolto dall'esperienza nella salute mentale potrebbe aiutare scienziati e medici a progettare interventi migliori per trattare disturbi come ansia e depressione. Questa struttura è in contrasto con la tendenza dei neuroscienziati a dare più valore al comportamento, invece che studiare l'esperienza.


Nel suo discorso, Davidson ha argomentato a favore di una più completa integrazione della conoscenza scientifica emergente nella connessione mente-corpo, quando si progetta uno studio neuroscientifico.


Non solo l'esperienza individuale dovrebbe essere considerata e misurata più pienamente negli studi di neuroscienza, sostiene Davidson, ma gli sforzi per farlo stanno rivelando reti neuronali precedentemente sconosciute che sono implicate nel benessere e nei disturbi della salute mentale.


Il problema, dice, è che l'esperienza è stata a lungo considerata sinonimo di comportamento, quando in realtà i due sono separati e possono influenzarsi a vicenda.


Davidson e altri scienziati del campo hanno usato strumenti di imaging come la risonanza magnetica funzionale (fMRI) e l'elettroencefalografia (EEG) per misurare l'attività e le strutture nel cervello, mentre osservavano le relazioni tra specifiche reti neurali e comportamenti.

"La cosa eccitante di questi risultati è che quando prendiamo in considerazione l'esperienza, sono implicati alcuni meccanismi neurali che altrimenti non sarebbero identificati", dice. "I risultati sottolineano l'importanza di tenere in considerazione sia l'esperienza che il comportamento quando si costruiscono resoconti neurali di emozioni, benessere e psicopatologia".


Gli studi di consapevolezza e meditazione servono come esempi di interventi che si concentrano sull'esperienza. Queste forme di allenamento mentale hanno il potenziale di influenzare il modo in cui le persone notano le sensazioni e formano risposte emotive agli eventi che li circondano, in modi che possono influenzare la loro biologia e guidare realmente il comportamento.


Le ricerche precedenti relative al benessere emotivo e alla depressione possono essere modelli utili, dice Davidson, perché ci sono prove che gli interventi psicologici che includono pratiche di allenamento mentale per aumentare le qualità positive della mente (come l'attenzione, la gentilezza e la compassione) possono lasciare effetti duraturi sugli aspetti cerebrali e fisiologici della salute.


In teoria, gli scienziati possono prendere queste informazioni e iniziare ad esaminare altri interventi che influenzano l'esperienza per vedere quale tipo di impatto sul cervello e sul corpo possono avere.


Davidson è entusiasta dei nuovi metodi di studio permessi dagli smartphone perché possono raccogliere dati critici sull'esperienza di una persona a intervalli specifici durante il giorno - fuori dal laboratorio - in ambienti più naturali e quotidiani. Chiamata "campionamento dell'esperienza", l'idea è raccogliere deliberatamente informazioni sullo stato mentale e sulle esperienze di una persona per creare un quadro più ampio di come interagiscono il suo cervello, il suo comportamento e le sue esperienze.

 

 

 


Fonte: Marianne Spoon in University of Wisconsin Madison (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.