Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


'Camion dei rifiuti' del cervello: la chiave per curare l'Alzheimer e altri disturbi

In un articolo prospettico apparso il 27 Giugno sulla rivista Science, i ricercatori del Medical Center della University of Rochester (URMC) puntano a un sistema appena scoperto, attraverso il quale il cervello elimina i rifiuti, come un nuovo e potente strumento potenziale per il trattamento di disturbi neurologici come l'Alzheimer.


Infatti, gli scienziati ritengono che alcune di queste condizioni possano insorgere quando questo sistema non fa il suo lavoro correttamente.


"Essenzialmente tutte le malattie neurodegenerative sono associate all'accumulo di prodotti di scarto cellulare"
, spiega Maiken Nedergaard, M.D., D.M.Sc., condirettore del Centro di Neuromedicina Traslazionale dell'URMC e autore dell'articolo. "Capire e infine scoprire come modulare il sistema del cervello per la rimozione di rifiuti tossici potrebbe portarci a nuovi modi per curare queste malattie".


Il corpo difende il cervello come una fortezza e lo circonda con un complesso sistema di cancelli che controllano quali molecole possono entrare e uscire. Anche se questa "barriera emato-encefalica" è stata descritta per la prima volta alla fine del 1800, solo ora gli scienziati stanno iniziando a comprendere le dinamiche di funzionamento di questi meccanismi. In effetti la complessa rete di rimozione dei rifiuti, che i ricercatori chiamano sistema glinfatico, è stato svelato per la prima volta dagli scienziati dell'URMC lo scorso Agosto sulla rivista Science Translational Medicine.


La rimozione dei rifiuti è una funzione biologica essenziale e il sistema linfatico - una rete circolatoria di organi e vasi - svolge questo compito in gran parte del corpo. Tuttavia, il sistema linfatico non si estende al cervello e, di conseguenza, i ricercatori non hanno mai capito in pieno cosa fa il cervello dei propri rifiuti. Alcuni scienziati hanno anche ipotizzato che questi sottoprodotti della funzione cellulare fossero in qualche modo "riciclati" dalle cellule del cervello.


Una delle ragioni per cui il sistema glinfatico ha eluso la comprensione per lungo tempo è che non può essere rilevato nei campioni di tessuto cerebrale. La chiave per capire e scoprire il sistema è l'avvento di una nuova tecnologia di imaging chiamata microscopia a due fotoni, che consente agli scienziati di scrutare in profondità all'interno del cervello vivente. Utilizzando questa tecnologia sui topi, il cui cervello è notevolmente simile a quello degli esseri umani, Nedergaard e i suoi colleghi sono riusciti a osservare e documentare ciò che rappresenta un sistema idraulico, ampio e finora sconosciuto, responsabile dell'eliminazione dei rifiuti in tutto il cervello.


Il cervello è circondato da una membrana chiamata aracnoide e immerso nel liquido cerebrospinale (CSF). Il CSF scorre verso l'interno del cervello attraverso le stesse vie delle arterie che portano il sangue. Questo sistema parallelo è simile a un tubo a forma di ciambella all'interno di un tubo, con l'anello interno che porta il sangue e l'anello esterno che trasporta il CSF. Il CSF arriva nel tessuto cerebrale attraverso un sistema di condotte controllate da un tipo di cellule di supporto nel cervello chiamate glia, in questo caso astrociti. Il termine glinfatico è stato coniato combinando le parole glia e linfatico.


Il CSF si diffonde nel tessuto cerebrale ad un'alta velocità, spazzando le proteine in eccesso e gli altri rifiuti insieme. Il fluido e i rifiuti vengono scambiati con un sistema simile, parallelo alle vene, che trasporta i rifiuti fuori del cervello e lungo la spina dorsale dove viene infine trasferito al sistema linfatico e da lì al fegato, dove viene definitivamente degradato. Mentre la scoperta del sistema glinfatico ha risolto un mistero che per lungo tempo aveva sconcertato la comunità scientifica, la comprensione del modo in cui il cervello rimuove i rifiuti - sia quando funziona che quando si interrompe - ha implicazioni significative per il trattamento di disturbi neurologici.


Uno dei tratti distintivi dell'Alzheimer è l'accumulo nel cervello della proteina amiloide-beta. Infatti nel tempo queste proteine si accumulano con una tale densità da poter essere osservate come delle placche sulle scansioni del cervello. La strada per nuovi trattamenti potrebbe essere indicata dalla comprensione del ruolo del sistema glinfatico nella incapacità del cervello di scomporre e rimuovere l'amiloide-beta: in particolare, se certi "attori" principali del sistema glinfatico, come gli astrociti, possano essere manipolati per migliorare la rimozione dei rifiuti.


"L'idea che le malattie da 'cervello sporco' come l'Alzheimer possano derivare da un rallentamento del sistema glinfatico nell'invecchiamento è un modo completamente nuovo di pensare ai disturbi neurologici", ha detto Nedergaard. "Ci presenta anche una nuova serie di obiettivi per aumentare potenzialmente l'efficienza dell'eliminazione glinfatica e, in definitiva, cambiare il corso di queste condizioni".

 

 

 

 

 


Fonte: University of Rochester Medical Center.

Riferimento: M. Nedergaard. Garbage Truck of the Brain. Science, 2013; 340 (6140): 1529 DOI: 10.1126/science.1240514

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)