Ecco cosa dicono le storie: "Lei sta cavalcando uno struzzo e cantando a se stessa 'la fantasia è divertente. Fa splendere un giorno di pioggia..' ". "Sta andando verso la terra dei gelato e dei biscotti ... nella terra degli aeroplani di menta". "I loro occhi ridono, e dicono ascoltami!".
Sulla base di immagini visualizzate, tre diversi gruppi di persone con demenza hanno creato queste parti di tre storie.
Queste storie sono il risultato di un progetto innovativo di narrazione creativa chiamato TimeSlips, un metodo di narrazione di gruppo, poco costoso ed efficace, che "aiuta le persone affette da demenza a riaffermare la loro umanità e a connettersi con il personale, la famiglia e gli amici". Invece di fare pressione sulle persone affette da demenza perchè ricordino, il TimeSlips li incoraggia a usare la loro immaginazione, per esprimersi creativamente attraverso il racconto.
Ho saputo di TimeSlips in una colazione di gruppo promossa dalla Maryland Gerontological Association in collaborazione con Easter Seals. La presentatrice, Liz Nichols, ha insegnato questo metodo innovativo a centinaia di professionisti in cura della demenza e volontari. Lei è anche narratore professionista, educatore di museo e guida certificata di Laughter Yoga [Yoga della risata] con una vasta esperienza nel campo dell'invecchiamento creativo.
A story usually has a beginning, middle and end but the TimeSlips approach to storytelling turns some of the typical rules on end. Una storia di solito ha un inizio, una metà e una fine, ma l'approccio di TimeSlips alla narrazione è una rottura di alcune delle regole tipiche. Bisogna dimenticare l'idea di inizio, metà e fine. Il risultato è un linguaggio ricco e splendido, quasi come poesia. "Le storie sono pezzi di persone", ha detto la Nichols.
Durante la sessione di informazioni in rete, è stato mostrato un video di un gruppo di persone affette da demenza intente a creare letteralmente una storia da una foto. Era incredibile, commovente ed emozionante vedere il coraggio e l'energia delle persone che partecipavano. I facilitatori della narrazione si sono presentati con ogni persona individualmente. Dopo aver visto l'immagine, i membri del gruppo hanno buttato giù qualsiasi cosa veniva loro in mente e un aiutante scriveva ciò che dicevano.
Ho potuto vedere la differenza nei partecipanti una volta che è iniziata la narrazione. Li ho visti tornare vivi. Si stavano godendo la narrazione, ridendo, sorridendo e commentando gli uni con agli altri. L'immagine di cui stavano creando la storia era di un piccolo bambino dell'Alaska [con uno scoiattolo]. Uno del gruppo ha parlato del bambino che mangiava uno scoiattolo in agrodolce, un altro ha detto che è stato consegnato da Meals on Wheels, un'altro ha creato una ricetta tutta per il piatto dello scoiattolo, condita con salsa di pomodoro.
Poi uno degli uomini del gruppo disse: "Ne posso sentire l'odore, puzza davvero". Tutti risero. Al termine della sessione di un'ora, la loro storia è stata loro riletta e tutti hanno applaudito, e tutti erano grati per aver partecipato. L'uomo, Roger, che ha fatto il commento sul piatto dello scoiattolo, aveva smesso di parlare prima di unirsi al gruppo di narrazione TimeSlips. A Roger è stato chiesto cosa ne pensasse della narrazione e l'ha descritta come commovente. "Roger è il protagonista del video", ha detto la Nichols.
La chiave per questo metodo di narrazione è la convalida che i facilitatori danno a tutto quello che dicono le persone affette da demenza. Si guadagnano la fiducia dei partecipanti e li incoraggiano a condividere i doni della loro immaginazione. Ci sono due parti nel processo, creare la storia e condividerla, e per tutto il tempo si sviluppa l'interazione sociale tra il gruppo di persone con demenza. Queste persone sono spesso tagliate fuori da se stesse e dagli altri. Lo storytelling li riunisce e fornisce loro un mezzo di comunicazione.
Si noti che non ho utilizzato il termine 'pazienti' con demenza. Questo è un progetto di assistenza centrato sulla persona e i partecipanti sono trattati come individui, non come pazienti. E' qualcosa che si fa con il partecipante, non per lui, riconoscendo e onorando la persona con demenza. Uno degli obiettivi del progetto è quello di "ispirare gli altri a vedere al di là della perdita e di riconoscere i punti di forza delle persone affette da demenza".
Il progetto TimeSlips, basato nel Centro Invecchiamento e Comunità di Milwaukee dell'Università del Wisconsin, e sviluppato dalla Dssa Anne Basting (foto) nel 1998, "ha generato centinaia di racconti, prodotto opere teatrali e mostre d'arte e ha riacceso la speranza di un rapporto umano tra le persone alle prese con Azheimer e demenza". Originariamente progettato per le persone con demenza e i loro caregiver per condividere l'espressione creativa, può essere divertente anche per chiunque. TimeSlips è il vincitore di un Award MindAlert per l'innovazione in salute cognitiva.
La Basting aveva lavorato con persone affette da demenza per anni eseguendo giochi per la memoria. Questo non la stava portando da nessuna parte, e un giorno a causa della frustrazione ha strappato una foto di un uomo Marlboro da una rivista e ha detto al gruppo di inventarsi una storia. L'ha fatto molte altre volte per dodici settimane e funzionava ogni volta. Ecco come è cominciato TimeSlips.
C'è una ricerca solida sul TimeSlips che suggerisce che questo tipo di processo creativo ha un impatto significativo sulla vita delle persone con demenza attraverso maggiore autostima e impegno sociale, nonché meno visite mediche. Un altro studio dimostra che TimeSlips migliora la qualità e la quantità di impegno tra il personale e i residenti nelle unità di demenza. Migliora anche l'atteggiamento del personale nei confronti delle persone affette da demenza. In un'altro studio, studenti di medicina che hanno partecipato a TimeSlips con persone con demenza, hanno migliorato il loro atteggiamento verso questa popolazione di pazienti.
Ecco alcuni commenti che riassumono eloquentemente il valore del processo di narrazione per le persone affette da demenza e i loro caregiver.
"Ho visto quanto sia profondo l'effetto che TimeSlips può avere sulle persone con una vasta gamma di capacità di memoria; da più o meno intatte a piuttosto scarse. La loro capacità di divertirsi e dare un contributo significativo alla storia del gruppo è stata di ispirazione", ha detto il Dr. Judah Ronch. "Mi ha fatto ripensare (di nuovo) a quanto di più può fare la gente quando impegniamo i loro punti di forza".
Lisa Gwyther, MSW, ha aggiunto: "TimeSlips offre ai partecipanti la possibilità di dimenticare il presente, concentrarsi sulla storia, e unirsi ad altri viaggiatori in un viaggio nel tempo, nello spazio e nella persona".
Jolene Hansen, un volontario del Luther Manor Adult Day Center di Milwaukee, ha dichiarato: "le storie con TimeSlips sono sbocchi creativi, possibilità di immaginare e costruire storie. Ma ancora di più, sono occasioni per ridere, condividere e ricordare".
Un corso di formazione per facilitatore TimeSlips ad autoapprendimento è disponibile online, se siete interessati. Si impareranno le basi dell'assistenza centrata sulla persona e si osserverà il processo di narrazione in dettaglio. Si può anche diventare facilitatore certificato TimeSlips lavorando direttamente con un formatore per diventare esperti. È quindi possibile facilitare il metodo TimeSlips nella propria comunità individualmente o in gruppo. Se si lavora in una struttura, come una casa di cura, un diurno per anziani o anche un centro per anziani, l'organizzazione può essere certificata formando il personale al metodo TimeSlips e successivamente inglobando il metodo nella programmazione. Con l'uso di questo metodo dovrebbe aumentare la qualità e la quantità dell'interazione tra il personale e gli ospiti.
Proprio come l'impegno creativo è un plus per le persone con demenza, la creatività in generale ha un ruolo nel sano invecchiamento e nella qualità di vita. La narrazione improvvisata è in grado di aumentare la creatività. Dà il permesso di giocare. Non ci sono risposte sbagliate e si può dire quello che si vuole. Prendi un'immagine e prova, con un'altra persona o con un gruppo. Ti divertirai.
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Pubblicato da Pat Farmer (Md) in Chicago Tribune il 2 Maggio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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