L'Alzheimer (AD) presenta una delle più grandi sfide alla sanità pubblica del 21° secolo. Il rischio di Alzheimer è legato in gran parte all'invecchiamento.
Con il miglioramento dei trattamenti per le malattie cardiache e per il cancro, un numero maggiore di individui sta raggiungendo l'età di rischio di AD. La prevenzione è un tema importante in AD poichè sono ancora da scoprire trattamenti efficaci.
Sebbene siano disponibili diversi farmaci per l'AD, questi agenti sembrano solo rallentare la progressione anziché invertire o curare il disturbo. I fattori genetici hanno un ruolo chiave nel rischio di AD. Tuttavia anche i fattori ambientali e comportamentali contribuiscono al rischio e sono modificabili.
Sono noti dei fattori di rischio identificabili per l'AD. La U.S. Agency for Healthcare Research and Quality ha recentemente pubblicato un riepilogo completo dei fattori di rischio di Alzheimer e di declino cognitivo. Una seconda revisione recente suggerisce che le strategie di prevenzione basate sulla popolazione possono ridurre i tassi di AD fino al 25%.
Sulla base di ciò che oggi conosciamo, sono illustrati sotto dieci passi che ogni individuo può prendere in considerazione nella propria vita per ridurre il rischio di AD.
- Costruire e mantenere la riserva cognitiva. IL declino cognitivo si verifica con il processo di invecchiamento. L'AD rappresenta un calo specifico più rapido della memoria ed altre funzioni cognitive con l'età. Diversi studi hanno dimostrato l'effetto protettivo di uno sviluppo cognitivo precoce e dell'impegno permanente nella stimolazione intellettuale. "Mettendo in cassaforte" un alto livello di riserva cognitiva, gli individui possono prolungare il periodo di tempo in cui essi funzionano ad un livello superiore.
- Impegnarsi in attività fisica intensa su base regolare. L'esercizio aerobico sembra contribuire alla prolungata salute vascolare del cervello. I fattori vascolari sembrano contribuire ai componenti del declino cognitivo e all'AD. L'esercizio aerobico per 30 minuti al giorno, quasi tutti i giorni della settimana, può ridurre o ritardare il rischio di AD.
- Proteggersi dal rischio di lesioni cerebrali traumatiche. La lesione cerebrale traumatica può portare a un aumentato del rischio di AD in seguito. Questo effetto può verificarsi principalmente negli uomini, poichè alcuni studi non riescono a trovare una associazione nelle donne con il danno cerebrale traumatico. I migliori interventi per ridurre il rischio di lesioni cerebrali traumatiche sono quelli di ridurre l'esposizione ad attività ad alto rischio (es. calcio), indossando caschi protettivi in bicicletta o in sella a una moto, usare le cinture di sicurezza in automobile e guidare automobili con airbag a tecnologia avanzata e design di sicurezza.
- Non fumare. Il forte fumo regolare aumenta il rischio di anomalie vascolari cerebrali come l'ictus e l'AD. Se si fuma, smettere. Se non si fuma, non iniziare. Le strategie per cessare sono in aumento e i precedenti tentativi falliti non devono scoraggiare ulteriori tentativi.
- Mantenere un peso corporeo normale. Recenti studi stanno trovando maggiore AD nei soggetti obesi. Il meccanismo di questa associazione non è chiaro, ma potrebbe essere correlato agli effetti dell'obesità sulla salute vascolare, la funzione dell'insulina o un collegamento all'infiammazione sistemica. Ridurre il peso, se si è in sovrappeso. Se si è nell'area di peso normale, mantenersi così per tutta la vita.
- Considerare la dieta mediterranea. La dieta mediterranea sembra ridurre il tasso di declino cognitivo con l'età e può ridurre il rischio di sviluppare AD. Questa dieta è ad alto contenuto di frutta e verdura con ridotto consumo di carne rossa e prodotti lattiero-caseari pieni di grasso. Anche il limitato consumo di alcol è incluso nella dieta. L'elevato consumo di alimenti con acidi grassi omega3 protettivi può contribuire all'effetto della dieta sulla funzione cognitiva.
- Mantenere i normali livelli di colesterolo e lipidi. Un alto colesterolo sierico sembra influenzare il cervello e il cuore. Vi è qualche evidenza che l'uso di ipocolesterolemizzanti come le statine possa ridurre il processo di sviluppo dell'amiloide nel cervello - un elemento chiave patologico dell'AD.
- Curare la depressione, se presente. La depressione è una malattia del cervello e sembra essere associata ad un maggiore rischio di AD in seguito. Non è chiaro se la depressione ad insorgenza tardiva sia un sintomo possibile di Alzheimer precoce o se la depressione porta specificamente ad un rischio maggioe di AD. La depressione può contribuire a comportamenti che aumentano il rischio di AD, cioè tassi di fumo più elevati e ridotta attività fisica. Il trattamento della depressione può ridurre i sintomi della depressione, nonché ridurre il rischio di AD più tardi.
- Curare il diabete, se presente. Dalla ricerca viene riservata un'attenzione maggiore al ruolo potenziale dell'insulina nell'AD. La resistenza all'insulina, una caratteristica comune del diabete, sembra avere una varietà di effetti deleteri sul cervello e sui vasi cerebrali. L'identificazione precoce e il trattamento del diabete (sia di tipo I che di tipo II) possono ridurre il rischio di AD.
- Costruire e mantenere un sostegno e un impegno sociale. I fattori sociali sembrano contribuire al rischio di AD. I tassi di AD sono più alti nei soggetti non sposati che vivono da soli. L'interazione sociale può essere una attività di miglioramento cognitivo che promuove l'apprendimento e in generale l'impegno cognitivo. Amici e parenti aiutano a mantenere l'interazione e la stimolazione intellettuale.
Sono limitate o inesistenti le prove definitive di ricerca clinica prospettica che collegano questi dieci interventi al minore rischio di AD. Gli studi di ricerca associativi non possono provare la causalità. Tuttavia, questi dieci punti sono coerenti nella direzione di uno stile di vita sano. La possibilità che essi possano anche ridurre il rischio di AD dovrebbe fornire l'ulteriore incentivo per impegnarsi a realizzarli.
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Fonte: Barnes DE, & Yaffe K (2011). The projected effect of risk factor reduction on Alzheimer's disease prevalence. Lancet neurology, 10 (9), 819-28 PMID: 21775213
Pubblicato in Brain Posts il 30 Arile 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari - Foto dell'autore.
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