Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ripensare l'assistenza per gli anziani con Alzheimer

Si prevede che il numero degli anziani con demenza negli Stati Uniti diventerà più che doppio nei prossimi 40 anni. Prendersi cura di queste persone avrà un impatto significativo sui caregiver, così come sul sistema sanitario e sui suoi operatori.


In un articolo pubblicato nel numero di aprile della rivista peer-reviewed Health Affairs, il ricercatore del Regenstrief Institute, Christopher M. Callahan, MD, direttore e fondatore del Center for Aging Research della Indiana University, rivede due nuovi modelli di assistenza alla demenza che cercano di diminuire lo stress dei caregiver, ridurre i costi sanitari e migliorare la qualità dell'assistenza agli anziani.


Tra le caratteristiche più significative di questi due modelli di cura, il dottor Callahan ha detto, c'è lo stretto coinvolgimento dei caregiver con l'equipe medica e la comprensione di fondo che le decisioni dovrebbero essere basate sul raggiungimento di obiettivi concordati, obiettivi che possono escludere cure onerose per gli anziani con demenza.


"A tutt'oggi non si vede una cura per l'Alzheimer. Dobbiamo dedicare più risorse per fornire assistenza umana, ad alta sensibilità, meno costosa, oggi e per molti anni a venire, al gran numero di individui che sono e saranno colpiti", ha detto il Dott. Callahan, Professor «Cornelius and Yvonne Pettinga» in Aging Research alla Facoltà di Medicina della UI. "E' tempo di pensare di tornare alle basi per migliorare la qualità della vita sia del paziente che del caregiver". Il Dr. Callahan è un geriatra la cui ricerca si concentrata proprio sulla depressione degli anziani e sulla cura degli anziani da parte dei medici di assistenza primaria.


Lui e i suoi co-autori hanno rivisto due modelli di cura promettenti da implementare su scala nazionale, entrambi  sviluppati da medici del Regenstrief e da ricercatori clinici della UI con il sostegno del Center for Medicare and Medicaid Innovation e in collaborazione con Eskenazi Health:

  1. OPTIMISTIC (Optimizing Patient Transfers, Impacting Medical Quality and Improving Symptoms: Transforming Institutional Care);
  2. Healthy Aging Brain Center.


Le caratteristiche di entrambi i modelli di cura delineati nell'articolo di revisione (tipo l'approccio di team alla cura; la centralità del caregiver, che può essere un familiare o un operatore sanitario pagato; e la gestione a lungo termine dei sintomi) non sono facilmente applicabili all'interno dell'attuale struttura delle cure primarie. Quindi questi nuovi modelli richiedono una riprogettazione del sistema sanitario e cambiamenti nella forza lavoro. Ed è significativo che tali modelli siano in contrasto con gli incentivi finanziari nel sistema di assistenza sanitaria corrente.


Si sta implementando ogni modello su vasta scala, con l'obiettivo di dimostrare una migliore qualità e i risultati della cura della demenza, accompagnati da una riduzione dei costi, in contesti sia di assistenza comunitaria (a casa del paziente) che nelle strutture.  "Il problema più grande, tuttavia, è quanto gli Stati Uniti sono disposti a pagare per questa cura - e ricercatori, sistemi sanitari, contribuenti, e pubblico americano insieme devono affrontare la questione", ha concluso il documento. "Raggiungere gli obiettivi di risultati migliori e costi inferiori richiederà una leadership dal mondo accademico, dell'industria, del governo e dei gruppi di pressione per far avanzare il dibattito su qual è l'approccio ottimale per assistere gli anziani con demenza che si avvicinano alla fine della vita".


Oltre a Dr. Callahan, hanno contribuito Greg A. Sachs, MD; Michael A. LaMantia, MD, MPH; Kathleen T. Unroe, MD, MHA; Greg Arling, Ph.D.; e Malaz A. Boustani, MD, MPH. Tutti sono investigatori del Regenstrief Institute, scienziati del Centro per l'Invecchiamento della IU e docenti della Scuola di Medicina della IU. Il lavoro è stato supportato dai National Institutes of Health, e dai Centers for Medicare and Medicaid Services. Contenuti del documento sono di esclusiva responsabilità degli autori e non sono stati approvati dal Ministero della Sanità e Servizi Umani.

 

 

 

 

 


FonteIndiana University(> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:   C. M. Callahan, G. A. Sachs, M. A. LaMantia, K. T. Unroe, G. Arling, M. A. Boustani. Redesigning Systems Of Care For Older Adults With Alzheimer's Disease. Health Affairs, 2014; 33 (4): 626 DOI: 10.1377/hlthaff.2013.1260

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

I tuoi ricordi sono governati da timer nascosti nel tuo cervello

10.12.2025 | Ricerche

Uno dei compiti più essenziali del cervello è decidere quali esperienze immagazzinare co...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)