Neuroni 'a mani vuote' potrebbero causare le malattie neurodegenerative

6 Mag 2024 | Ricerche

Identificato un percorso chiave per cui l'esaurimento dei mitocondri assonali interrompe l...

Microscopia innovativa demistifica il metabolismo dell'Alzheimer

6 Mag 2024 | Ricerche

Ricercatori della UC San Diego hanno sviluppato tecniche di scansione all'avanguardia per ...

Ciclo di declino: svelato l'invecchiamento dei neuroni nell'Alzheimer

6 Mag 2024 | Ricerche

Un team di ricerca guidato dal professor Kim Chow Hei-Man della Chinese University di H...

Pianificare in anticipo per alleviare le sfide morali ed etiche dell'Alzheimer

3 Mag 2024 | Esperienze & Opinioni

Quali sono alcune delle sfide morali o etiche dell'Alzheimer?

 

La natura...

Perché ricordiamo proprio quello che ricordiamo

3 Mag 2024 | Ricerche

Tutti noi abbiamo vissuto una situazione simile: chiudi a chiave la porta d'entrata per...

Dispositivo migliora creazione di cellule staminali e rende possibile terapia per Alzheime…

3 Mag 2024 | Ricerche

Ricercatori svedesi affermano di avere migliorato una tecnica per convertire normali cellu...

Farmaco comune di demenza non aumenta il rischio di morte o anomalie cardiache

2 Mag 2024 | Ricerche

Ricercatori della McMaster University di Hamilton / Ontario (Canada) hanno scoperto che...

Nuovi dettagli sul funzionamento della memoria di breve termine

2 Mag 2024 | Ricerche

Investigatori hanno identificato un gruppo di cellule che aiutano a coordinare le funzioni...

Migliorare la cura della demenza nelle case di cura: imparare dal tempo della pandemia

2 Mag 2024 | Ricerche

 

Tutti quelli associati alle case di cura - come ospiti e relative famigl...

Prossimi eventi

Mer, 8 Mag '24  14:30 > 16:30   Incontri e presentazioni
Donne che si prendono cura
Un progetto scritto da donne per le donne, realizzato grazie al ...
Associazione ASAV, c/o distretto sanitario, Via Toniolo 2, Vedelago
Ven, 10 Mag '24  20:30 > 22:00   Auto Mutuo Aiuto
Gruppo Auto-Mutuo-Aiuto Altivole
Riscoprirsi risorsa tra persone unite dallo stesso problema, partecipando ai Gruppi ...
Centro Sociale, Via Roma 21, Altivole
Mer, 15 Mag '24  14:30 > 16:30   Incontri e presentazioni
Donne che si prendono cura
Un progetto scritto da donne per le donne, realizzato grazie al ...
Associazione ASAV, c/o distretto sanitario, Via Toniolo 2, Vedelago
Gio, 16 Mag '24  17:00 > 18:30   Caffe' Alzheimer
[CA Pedemontano] «Ti SOStengo. Un salvagente legale in un mare di dubbi»
Il Caffè Alzheimer è un servizio che la Casa di Soggiorno ...
Casa delle Associazioni, Via Campagna 46, Loria (TV)
Mer, 22 Mag '24  14:30 > 16:30   Incontri e presentazioni
Donne che si prendono cura
Un progetto scritto da donne per le donne, realizzato grazie al ...
Associazione ASAV, c/o distretto sanitario, Via Toniolo 2, Vedelago
Mer, 29 Mag '24  14:30 > 16:30   Incontri e presentazioni
Donne che si prendono cura
Un progetto scritto da donne per le donne, realizzato grazie al ...
Associazione ASAV, c/o distretto sanitario, Via Toniolo 2, Vedelago
Mer, 5 Giu '24  14:30 > 16:30   Incontri e presentazioni
Donne che si prendono cura
Un progetto scritto da donne per le donne, realizzato grazie al ...
Associazione ASAV, c/o distretto sanitario, Via Toniolo 2, Vedelago
Ven, 7 Giu '24  10:00 > 11:30   Auto Mutuo Aiuto
Gruppo Auto-Mutuo-Aiuto Valdobbiadene
Riscoprirsi risorsa tra persone unite dallo stesso problema, partecipando ai Gruppi ...
Biblioteca di Valdobbiadene - sala Candiani, Via Piva 53, Valdobbiadene (TV)

Sostegno Psicologico Ottobre 2023

Da non perdere

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli migliorame...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalen...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheim...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheim...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flu...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto p...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle pr...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dal...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) s...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cereb...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri uman...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diff...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molec...

lady smelling flowers

Invecchiando, spesso abbiamo problemi con la nostra capacità di sentire gli odori (chiamata disfunzione olfattiva). Le persone anziane potrebbero non essere in grado di identificare un odore o differenziare un odore da un altro. In alcuni casi potrebbero non riuscire a rilevare alcun odore.


Le difficoltà di identificazione degli odori sono comuni nelle persone con malattie neurodegenerative, compreso il morbo di Alzheimer (MA).


In assenza di una causa medica nota, un senso alterato dell'olfatto può essere un predittore del declino cognitivo. È stato stimato che le persone anziane che hanno difficoltà nell'identificare gli odori comuni hanno il doppio delle probabilità di sviluppare demenza entro 5 anni rispetto a quelle senza perdita olfattiva significativa.


La disfunzione olfattiva è spesso presente prima che compaiano altri sintomi cognitivi, anche se questa perdita può passare inosservata. Oltre ad essere un potenziale indicatore precoce del MA, i problemi olfattivi possono comportare rischi per la sicurezza, come non sentire odore di gas, fumo o cibo avariato.


La capacità dell'olfatto è fortemente legata anche al gusto, quindi il suo deterioramento può portare ad una diminuzione dell'appetito e quindi a carenze nutrizionali. A loro volta, i deficit olfattivi possono diminuire la qualità della vita e aumentare il rischio di depressione.


Ma ci sono prove emergenti che allenare l'olfatto può migliorare la capacità di sentire l'odore. Questi risultati possono offrire qualche speranza agli anziani che hanno difficoltà olfattive e un conseguente declino della qualità della vita.

 

Che collegamento c'è tra olfatto e cervello?

Il processo dell'odorato attiva la complessa rete olfattiva nel cervello. Quando sentiamo l'odore di una rosa, ad esempio, i recettori nel naso rilevano le molte molecole che formano l'odore della rosa.


Questa informazione viene quindi inviata alle molte aree del cervello (inclusi il bulbo olfattivo e la corteccia olfattiva, l'ippocampo, il talamo e la corteccia orbitofrontale) che ci aiutano a elaborare le informazioni su quell'odore.


Per nominare la rosa, accediamo alla nostra conoscenza memorizzata del suo modello di molecole di odore, sulla base dell'esperienza passata. Quindi identificare l'odore come appartenente a una rosa è considerato un compito cognitivo.

 

Cos'è l'allenamento olfattivo?

L'addestramento dell'olfatto è stato studiato in vari animali, dai moscerini ai primati. Gli animali esposti a odori multipli sviluppano un numero maggiore di cellule cerebrali e più connessioni tra di loro. Questo processo ha dimostrato di migliorare l'apprendimento e la memoria degli odori.


Nell'uomo, l'allenamento olfattivo in genere comporta annusare una gamma di odori robusti che rappresentano le principali categorie di odore: floreali (come la rosa), fruttati (limone), aromatici (eucalipto) o resinosi (chiodi di garofano). I partecipanti possono essere invitati a concentrarsi su particolari odori, cercare di rilevare certi odori o annotare le loro intensità.


In genere, l'allenamento viene ripetuto ogni giorno per diversi mesi. Per gli anziani sono consigliati periodi superiori a tre mesi.


Questo addestramento ha dimostrato di migliorare la capacità delle persone di identificare e distinguere gli odori. In misura minore, può aiutare il rilevamento degli odori nelle persone con varie forme di perdita di odore, comprese quelle con compromissione cerebrale come una lesione alla testa o con Parkinson.


È importante sottolineare che uno studio recente sull'allenamento olfattivo negli anziani non solo ha migliorato le prestazioni nell'identificare gli odori, ma è anche stato associato al miglioramento delle altre capacità cognitive.


Ad esempio, coloro che hanno fatto l'allenamento olfattivo hanno migliorato la fluidità verbale (capacità di nominare parole associate a una categoria), rispetto ai partecipanti di controllo che hanno solo fatto esercizi di Sudoku.

 

Come funziona l'allenamento olfattivo?

La neuroplasticità, la capacità del nostro cervello di cambiare continuamente in risposta all'esperienza, può essere la chiave per il funzionamento dell'allenamento dell'odore.


La neuroplasticità comporta la generazione di nuove connessioni e/o il rafforzamento di quelle esistenti tra i neuroni (cellule cerebrali), che a loro volta possono portare a cambiamenti nelle capacità di pensare o nel comportamento. Possiamo vedere prove di neuroplasticità quando suoniamo uno strumento o impariamo una nuova lingua.


La rete olfattiva è considerata particolarmente neuroplastica. La neuroplasticità può quindi essere alla base dei risultati positivi derivanti dall'allenamento olfattivo, sia in termini di miglioramento delle capacità olfattive che di potenziamento della capacità per altri compiti cognitivi.

 

Quello olfattivo potrebbe essere il nuovo allenamento del cervello?

L'allenamento del cervello, che mira a mantenere o migliorare la funzione cognitiva, è stato ampiamente studiato nelle persone anziane con demenza o a rischio di essa.


Gli approcci di stimolazione cognitiva stabiliti generalmente insegnano ai partecipanti a usare strategie di apprendimento con stimoli visivi o uditivi. Ad oggi, l'allenamento cognitivo formale non è stato tentato con gli odori.


Tuttavia, usando la considerevole neuroplasticità della rete olfattiva e le tecniche di allenamento cognitivo basate sull'evidenza, si possono puntare sia i deficit olfattivi che quelli cognitivi, in particolare negli anziani a rischio di demenza.


Sembra che sia possibile allenare il nostro cervello attraverso il naso.

 

 

 


Fonte: Anna Wolf (postdottorato, Università di Melbourne) e Alex Bahar-Fuchs (ricercatore di psichiatria, Università di Melbourne)

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.