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L'olio più usato in USA provoca cambiamenti genetici nel cervello

consumption of edible oils in USA 2017 2018Consumo di olio per uso alimentare in USA nel 2017-2018 (USDA-Ministero Agricoltura USA)

Una nuova ricerca eseguita alla University of California di Riverside ha dimostrato che l'olio di soia non solo porta all'obesità e al diabete, ma potrebbe anche influenzare le condizioni neurologiche come l'autismo, l'Alzheimer, l'ansia e la depressione.


L'olio di soia, usato per friggere il fast food, aggiunto agli alimenti confezionati e dato al bestiame, è l'olio commestibile di gran lunga più prodotto e consumato negli Stati Uniti, secondo il Dipartimento dell'Agricoltura (vedi grafico sopra). Ma, con ogni probabilità, non è salutare per gli esseri umani.


Di sicuro non fa bene ai topi. Il nuovo studio, pubblicato questo mese sulla rivista Endocrinology, ha confrontato topi nutriti messi su 3 diete diverse ad alto contenuto di grassi: olio di soia, olio di soia modificato per avere poco acido linoleico, e olio di cocco.


Lo stesso gruppo di ricerca della UCR aveva scoperto nel 2015 che l'olio di soia induce obesità, diabete, insulino-resistenza, e fegato grasso nei topi. Poi in uno studio del 2017, lo stesso gruppo ha appreso che, se l'olio di soia è progettato per essere a basso contenuto di acido linoleico, induce meno obesità e insulino-resistenza.


Tuttavia, nello studio pubblicato questo mese, i ricercatori non hanno trovato alcuna differenza negli effetti sul cervello tra l'olio di soia modificato e quello non modificato. In particolare, gli scienziati hanno trovato effetti pronunciati dell'olio sull'ipotalamo, dove avviene un certo numero di processi critici.


“L'ipotalamo regola il peso corporeo tramite il metabolismo, mantiene la temperatura corporea, è fondamentale per la riproduzione e la crescita fisica così come per la risposta allo stress”, ha detto Margarita Curras-Collazo, professoressa di neuroscienze dell'UCR e autrice senior dello studio.


Il team ha determinato che un certo numero di geni dei topi alimentati con olio di soia non funzionavano correttamente. Uno di questi geni produce l'ossitocina, l'«ormone dell'amore». Nei topi alimentati con olio di soia, i livelli di ossitocina nell'ipotalamo erano scesi.


Il team di ricerca ha scoperto circa altri 100 geni colpiti dalla dieta con olio di soia. Essi ritengono che questa scoperta potrebbe avere ramificazioni non solo per il metabolismo energetico, ma anche per una corretta funzione del cervello e per malattie come l'autismo o il Parkinson. Tuttavia, è importante notare che non c'è alcuna prova che l'olio provochi queste malattie.


Inoltre, il team fa notare che i risultati si applicano solo all'olio di soia, non anche ad altri prodotti della soia o ad altri oli vegetali: “Non buttare via il tofu, il latte di soia, l'edamame, o la salsa di soia”, ha detto Frances Sladek, tossicologa dell'UCR e professoressa di biologia cellulare. “Molti prodotti della soia contengono soltanto piccole quantità di olio, e grandi quantità di composti salutari come acidi grassi e proteine essenziali”.


Un avvertimento per i lettori preoccupati del loro pasto più recente è che questo studio è stato condotto sui topi, e gli studi sui topi non sempre sono validi per gli esseri umani. Inoltre, questo studio ha usato topi maschi. Poiché l'ossitocina è così importante per la salute materna e promuove il legame madre-figlio, studi analoghi devono essere eseguiti su topi femmine.


Una nota aggiuntiva su questo studio: il team di ricerca non ha ancora isolato le sostanze chimiche nell'olio responsabili dei cambiamenti che hanno trovato nell'ipotalamo. Ma essi hanno escluso due candidati: non è l'acido linoleico, in quanto anche l'olio modificato ha prodotto le rotture genetiche; e non è lo stigmasterolo, una sostanza chimica simile al colesterolo presente naturalmente nell'olio di soia.


Identificare i composti responsabili degli effetti negativi è un obiettivo di ricerca importante per la squadra: “Questo potrebbe aiutare a progettare oli alimentari più sani in futuro”, ha detto Poonamjot Deol, ricercatrice nel laboratorio della Sladek e prima autrice dello studio.


“Il dogma è che i grassi saturi fanno male e i grassi insaturi fanno bene. L'olio di soia è un grasso polinsaturo, ma l'idea che faccia bene semplicemente non è provata“, ha detto la Sladek. In effetti, l'olio di cocco, che contiene grassi saturi, ha prodotto pochissimi cambiamenti nei geni ipotalamici.


“Se c'è un messaggio da ricordare è questo: riduci il consumo di olio di soia”, ha detto la Deol a proposito dello studio più recente.

 

 

 


Fonte: University of California - Riverside (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Poonamjot Deol, ..., Frances Sladek, Margarita Curras-Collazo. Dysregulation of Hypothalamic Gene Expression and the Oxytocinergic System by Soybean Oil Diets in Male Mice. Endocrinology, 2020, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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