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Legame tra udito e cognizione inizia prima di quanto si pensasse

Poiché gli studi mostrano che le persone con perdita di udito legata all'età hanno più probabilità di avere disturbi cognitivi, si ritiene che la perdita dell'udito possa innescare il declino cognitivo. Ma questi studi hanno esaminato solo le persone con diagnosi di perdita di udito, che è definita come l'incapacità di sentire i suoni sotto i 25 decibel (dB).


“I medici in questo campo hanno usato i 25 dB (il volume circa di un sussurro) per definire il confine tra udito normale e perdita lieve di udito negli adulti, ma questo livello è arbitrario”, dice Justin S. Golub MD/MS, assistente professore di otorinolaringoiatria alla Columbia University di New York e specialista dell'udito nel Centro Medico della stessa università. “Si è ipotizzato che il deterioramento cognitivo non comincerebbe finché le persone non passano questa soglia. Ma nessuno in realtà ha esaminato se questo è vero”.

 

 

Qualsiasi perdita dell'udito può essere motivo di preoccupazione

I ricercatori hanno esaminato i dati di 6.451 adulti (età media 59 anni) che sono stati arruolati in due studi epidemiologici etnicamente diversi. I partecipanti sono stati sottoposti a test dell'udito e cognitivi nell'ambito degli studi.


Golub e i suoi colleghi hanno scoperto che per ogni 10 dB di diminuzione dell'udito, c'è una diminuzione significativa della capacità cognitiva, un modello visto nell'intero spettro di udito. Sorprendentemente, la diminuzione più grande della capacità cognitiva c'è stata in coloro il cui udito stava appena cominciando a diventare compromesso, solo 10 dB fuori dal punto perfetto.


“La maggior parte delle persone con perdita di udito credono di poter vivere bene la loro vita anche senza trattamento, e forse qualcuno ci riesce”, dice Golub. “Ma la perdita di udito non è benigna. È stata legata a isolamento sociale, depressione, declino cognitivo e demenza. La perdita dell'udito deve essere trattata. Questo studio suggerisce che prima si fa, meglio è”.

 

 

Gli apparecchi acustici possono prevenire la perdita cognitiva?

L'attuale studio non ha affrontato la questione se la perdita dell'udito provoca il deterioramento cognitivo. È possibile che i primi cali sia nell'udito che nelle prestazioni cognitive siano legati a processi comuni dell'invecchiamento, secondo i ricercatori.


“Ma è anche possibile che le persone che non sentono bene tendano a socializzare di meno e, di conseguenza, ad avere un minor numero di conversazioni stimolanti. Dopo molti anni, questo potrebbe avere un impatto negativo sulla cognizione“
, dice Golub. “Se questo è il caso, prevenire o trattare la perdita dell'udito potrebbe ridurre l'incidenza della demenza di oltre il 9%, secondo una recente analisi pubblicata su The Lancet.


Un nuovo studio, finanziato dai National Institutes of Health, sta ora testando la possibilità che gli apparecchi acustici possano rallentare il declino cognitivo nelle persone anziane con perdita di udito legata all'età.


Sono necessari ulteriori studi prima di raccomandare cambiamenti nelle categorie della perdita di udito. “Una possibilità è quella di introdurre formalmente una nuova categoria, tipo la perdita borderline di udito, che vanno da 16 a 25 dB della capacità uditiva”, dice Golub.

 

 

 


Fonte: Columbia University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Justin Golub, Adam Brickman, Adam Ciarleglio, Nicole Schupf, José Luchsinger. Association of Subclinical Hearing Loss With Cognitive Performance. JAMA Otolaryngology Head Neck Surg. 14 Nov 2019, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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