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Test di tracciatura oculare può prevedere chi svilupperà l'Alzheimer

eye tracking test

Una nuova ricerca ha scoperto che con la tecnologia di tracciamento oculare potrebbe essere possibile prevedere se le persone con lieve decadimento della memoria e del pensiero svilupperanno il morbo di Alzheimer (MA).


Il dott. Thom Wilcockson, della Loughborough University, afferma di sperare che le scoperte di una nuova ricerca di cui è il primo autore contribuiranno alla diagnosi precoce dei pazienti che hanno un rischio più alto della malattia e che gli interventi possano essere messi in atto presto.


Lo studio, che è stato pubblicato sulla rivista Aging, sostiene inoltre che i deterioramenti del movimento oculare hanno il potenziale per essere usati come biomarcatore (un indicatore) del MA e il monitoraggio oculare è uno strumento diagnostico promettente. E rivela anche che i test di tracciamento oculare possono identificare i pazienti considerati ad alto rischio di sviluppare la malattia.


La ricerca, basata sul lavoro dell'autore senior Dr Trevor Crawford della Lancaster University (dove il Dr. Wilcockson ha lavorato prima di entrare alla Loughborough), è stata eseguita in collaborazione con l'Università di Oulu, l'Aston University, il Trinity College, l'Università di Manchester e il Greater Manchester Mental Health NHS Foundation Trust.


Si spera che questa ricerca possa contribuire allo sviluppo di metodologie di tracciamento oculare per la diagnosi precoce dei pazienti con un rischio maggiore della condizione.

 

 

Alzheimer e demenza

La demenza è il nome di un gruppo di sintomi che comunemente includono problemi con la memoria, il pensiero, la risoluzione dei problemi, il linguaggio e la percezione. Non è una malattia a sé stante ma è causata da malattie che danneggiano il cervello provocando una perdita di cellule nervose.


Il MA è una grave malattia neurodegenerativa del cervello umano e la causa più comune di demenza. Al momento non ha una cura, tuttavia i trattamenti possono temporaneamente alleviare alcuni sintomi o rallentarne la progressione in alcuni casi.


La diagnosi attuale di MA si basa in gran parte sull'accertamento del declino mentale, che può essere problematico poiché, al momento in cui è stata identificata, la malattia potrebbe aver già causato gravi danni al cervello, rendendo inefficaci alcuni trattamenti. Ricercatori e organizzazioni no-profit per la demenza sperano di scoprire un modo semplice e accurato per rilevare il morbo prima che questi sintomi si manifestino.

 

 

Lieve compromissione cognitiva come percorso per la diagnosi precoce

La ricerca sul lieve decadimento cognitivo (MCI, mild cognitive impairment) offre un potenziale percorso per una diagnosi precoce del MA. Ricerche precedenti hanno dimostrato che gli individui con MCI - un lieve ma evidente declino delle capacità cognitive, comprese le capacità di memoria e di pensiero - hanno un rischio significativamente più alto di sviluppare il MA rispetto alle persone con funzione cognitiva normale.


Gli individui con MCI hanno un problema con la memoria o un'altra funzione mentale abbastanza grave da essere evidente a se stessi e a quelli a loro vicini, e si vedono nei tradizionali test sullo stato mentale. Questi problemi, tuttavia, non sono abbastanza gravi da interferire con le attività quotidiane e quindi la persona non soddisfa i criteri diagnostici attuali per il MA o un'altra demenza.


Sebbene le persone con MCI abbiano maggiori probabilità di sviluppare il MA, l'MCI non porta sempre alla demenza e, in alcuni casi, l'individuo con MCI ritorna alla normale cognizione o rimane stabile. Esistono numerosi sottogruppi di MCI e alcuni danno un rischio maggiore di sviluppare il MA rispetto ad altri. Due che interessano i ricercatori sono l'MCI amnesico (aMCI) e quello non amnesico (naMCI).


Nell'aMCI, la perdita di memoria è predominante mentre gli individui con naMCI hanno menomazioni in altri settori oltre alla memoria. È stato riscontrato che le persone con aMCI hanno un rischio molto maggiore di progredire verso il MA rispetto agli adulti sani o ai pazienti con naMCI. È utile perciò sviluppare mezzi che consentano di distinguere i pazienti aMCI da quelli naMCI.

 

 

Disturbi del movimento oculare come biomarcatore

Alla ricerca di un test diagnostico precoce, i ricercatori hanno cercato di identificare i biomarcatori, i 'marcatori biologici' che possono essere misurati per indicare in modo accurato e affidabile la presenza della malattia (ad esempio, l'insulina è un biomarcatore del diabete) per il MA e sviluppare nuovi metodi per identificarli, poiché le attuali procedure relative ai biomarcatori sono invasive, come le punture lombari, o costose, come le scansioni PET.


Si sta approfondendo il deterioramento del movimento oculare (come l'incapacità di fermare un movimento oculare errato e invece dirigere l'occhio nella direzione appropriata) poiché sappiamo che i pazienti sviluppano queste menomazioni nelle primissime fasi del MA, prima dei problemi cognitivi (come i disturbi del linguaggio, del giudizio e del pensiero).


Le valutazioni cognitive tradizionali spesso mancano di rilevare le alterazioni del movimento oculare, ma ricerche precedenti hanno riscontrato che il tracciamento oculare riesce a rilevare questi problemi nei pazienti con MCI. Tuttavia, fino ad ora, nessuno studio ha analizzato in che modo le alterazioni del movimento oculare differiscono tra i sottogruppi aMCI e naMCI.

 

 

Studio e risultati

Il dott. Wilcockson e il team di ricerca hanno lavorato con 42 pazienti con diagnosi di aMCI, 47 con diagnosi di naMCI, 68 persone con demenza causata da MA e 92 controlli sani, nell'ambito del loro studio.


I partecipanti dovevano completare le 'attività antisaccade', semplici attività informatiche in cui ai partecipanti veniva detto di distogliere lo sguardo da uno stimolo distrattore. Ad esempio, se uno stimolo (come un punto) appare sulla destra dello schermo, ai partecipanti viene chiesto di guardare a sinistra e viceversa.


Da questo, i ricercatori hanno calcolato il 'tasso di errore antisaccade', il numero totale di volte in cui un partecipante ha osservato lo stimolo distrattore, usando apparecchiature che registravano movimenti oculari 500 volte al secondo.


I ricercatori hanno scoperto che erano in grado di distinguere tra le due forme di MCI osservando i risultati di tracciamento oculare. Hanno anche scoperto che le persone con aMCI hanno schemi di movimento degli occhi molto simili a quelli con diagnosi di MA, fornendo un ulteriore supporto al monitoraggio degli occhi come utile strumento diagnostico.


Il dott. Wilcockson ha ribadito l'importanza dello studio:

"I risultati indicano che è possibile prevedere quali pazienti con MCI hanno maggiori probabilità di sviluppare il MA. Ciò aiuterebbe a monitorare la progressione della malattia e alla fine potrebbe aiutare a identificare se i trattamenti sarebbero efficaci.

"Questa ricerca è estremamente importante in quanto una diagnosi precoce di MA consentirebbe di somministrare trattamenti efficaci, quando saranno disponibili, prima che i cambiamenti patologici nel cervello siano diffusi e permanenti. Spero di progredire su questa ricerca e continuare lo sviluppo di metodologie di tracciamento oculare per la diagnosi precoce".

 

 

 


Fonte: Loughborough University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Thomas D.W. Wilcockson, Diako Mardanbegi, Baiqiang Xia, Simon Taylor, Pete Sawyer, Hans W. Gellersen, Ira Leroi, Rebecca Killick, Trevor J. Crawford. Abnormalities of saccadic eye movements in dementia due to Alzheimer’s disease and mild cognitive impairment. Aging, 2 Aug 2019, DOI

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Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 


 

 

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