Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I caregiver di persone con demenza perdono diverse ore di sonno

I caregiver delle persone con demenza perdono tra le 2,5 e le 3,5 ore di sonno settimanali perché restano svegli e per la difficoltà ad addormentarsi, un fatto negativo per se stessi e potenzialmente per coloro che ricevono le loro cure, affermano ricercatori della Baylor University.


Ma la buona notizia è che semplici interventi a basso costo possono migliorare il sonno e il funzionamento dei caregiver. L'analisi fatta dai ricercatori su 35 studi con i dati di 3.268 caregiver è pubblicata su JAMA Network Open.


Il caregiving (= prendersi cura) informale per una persona con demenza equivale ad aggiungere un lavoro part-time ma non retribuito alla vita di una persona, e i familiari dedicano in media 21,9 ore al caregiving alla settimana, secondo le stime dell'Alzheimer's Association [ndt: altre stime danno cifre molto maggiori, esempio Fisher et al. 2011 riferisce 9 ore al giorno].


La prima autrice Chenlu Gao, dottoranda in psicologia e neuroscienze della Baylor, ha detto:

"Perdere 3,5 ore di sonno alla settimana non sembra molto, ma i caregiver spesso sperimentano un accumulo di perdita di sonno nel corso degli anni. Perdere 3,5 ore di sonno settimanali in aggiunta a tutto lo stress, il dolore e la tristezza, può avere un impatto molto forte sulla cognizione dei caregiver e sulla loro salute mentale e fisica.

"Ma migliorare la qualità del sonno dei caregiver attraverso interventi comportamentali a basso costo può migliorare significativamente le loro funzioni e la qualità di vita".


Lo stress cronico è associato a sonno breve e di scarsa qualità. E anche i risvegli notturni di un paziente con demenza possono contribuire al sonno disturbato nelle persone che si prendono cura di lui, hanno detto i ricercatori.


L'autore senior Michael Scullin PhD, direttore dello Sleep Neuroscience and Cognition Laboratory e assistente professore di psicologia e neuroscienze alla Baylor, ha detto:

"Con quella piccola perdita di sonno in più ogni notte, forse un caregiver arriva a dimenticare qualche dose di farmaco o a reagire più emotivamente di quanto non farebbe altrimenti".

"I caregiver sono tra le persone più stimolanti e lavoratrici al mondo, ma la perdita di sonno alla fine si accumula a un livello tale da diminuire la vigilanza e il multitasking [più attività in contemporanea]".


È importante notare che è stato osservato un sonno migliore nei caregiver che avevano comportamenti così semplici come stare di più alla luce solare di mattina, stabilire una routine regolare e rilassante prima di coricarsi e fare esercizio fisico moderato.


Negli Stati Uniti, 16 milioni di caregiver familiari offrono assistenza a lungo termine a pazienti con demenza. La demenza colpisce circa 50 milioni di adulti in tutto il mondo e dovrebbe aumentare a 131 milioni entro il 2050, secondo il World Alzheimer Report. Il costo annuale globale si avvicina a $ 1 trilione di dollari, in gran parte a causa della perdita di indipendenza dei pazienti per problemi con il cibo, il bagno e la cura della persona, l'incontinenza e la perdita di memoria.


Per l'analisi, i ricercatori hanno cercato articoli su riviste peer-reviewed (= a controllo dei pari) e libri, che avevano affrontato caregiving, sonno, demenza e Alzheimer, pubblicati fino a giugno 2018. Tali studi hanno misurato la qualità e la quantità del sonno monitorando l'attività elettrica del cervello, i movimenti del corpo e quanto auto-riferito dai caregiver.


La differenza nel tempo e nella qualità del sonno era significativa se confrontata con i non caregiver nella stessa fascia di età e con il minimo raccomandato di sonno: 7 ore a notte per gli adulti. I ricercatori hanno anche analizzato i cambiamenti relativi alla qualità del sonno correlati a un intervento, come l'esercizio diurno, non bere caffè o tè nel tardo pomeriggio, non bere alcolici durante la notte e stare di più alla luce solare al mattino.


I ricercatori hanno notato che negli studi sono emerse 4 teorie sul sonno nei caregiver di demenza:

  1. La controversa visione 'bisogno di dormire', in base alla quale gli anziani hanno bisogno di meno sonno dei più giovani. Se fosse vera, i caregiver dovrebbero segnalare meno tempo di sonno, ma senza cambiamenti nella qualità del sonno percepita.
  2. La visione 'legittimazione/responsabilizzazione', secondo la quale il caregiving è un'esperienza positiva e arricchente, e quindi la qualità del sonno dovrebbe essere invariata o addirittura migliore.
  3. La 'visione fattore di stress ambientale', secondo cui il caregiving è così stressante e imprevedibile che i caregiver non sarebbero in grado di cambiare la propria routine in modo tale da favorire il sonno.
  4. La visione 'coping' (far fronte, convivere) ritiene che i problemi di salute possano essere guidati da risposte non sane allo stress, come un maggiore consumo di alcol e meno esercizio fisico, mentre, al contrario, gli interventi dovrebbero essere associati a un sonno migliore.


L'analisi dei ricercatori della Baylor ha scoperto che i caregiver dormono meno e percepiscono un peggioramento della qualità del sonno. Ciò significa che non stanno semplicemente adattando il sonno (non è solo questione di 'bisogno'). È importante sottolineare che i caregiver potrebbero migliorare il sonno attraverso cambiamenti comportamentali, come previsto dalla visione di 'coping' del caregiving.


"Date le conseguenze a lungo termine, potenzialmente cumulative, del sonno di scarsa qualità sulla salute, nonché la crescente necessità di caregiver di demenza in tutto il mondo, i medici dovrebbero considerare gli interventi sul sonno non solo per il paziente ma anche per il coniuge, il figlio o l'amico che daranno assistenza", ha detto la Gao.

 

 

 


Fonte: Baylor University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Chenlu Gao, Nikita Y. Chapagain, Michael K. Scullin. Sleep Duration and Sleep Quality in Caregivers of Patients With Dementia. A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA Netw Open, 23 Aug 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)