Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Una teoria alternativa sulla causa dell'Alzheimer

lysosomal storage disease Foto: Shutterstock

Il morbo di Alzheimer (MA), la causa più comune di demenza negli anziani, è caratterizzata da placche e grovigli nel cervello, e la maggior parte degli sforzi per trovare una cura si sono focalizzati su queste strutture anormali. Ma un team di ricerca dell'Università della California di Riverside ha identificato una chimica alternativa che potrebbe spiegare le varie patologie associate alla malattia.


Finora placche e grovigli sono stati al centro dell'attenzione in questa malattia progressiva che attualmente colpisce più di 35 milioni di persone nel mondo. Le placche, i depositi di un frammento proteico chiamato amiloide-beta (Aβ), sembrano grumi negli spazi tra i neuroni. I grovigli, fibre intrecciate di tau, un'altra proteina, sembrano fasci di fibre che si accumulano all'interno delle cellule.


"La teoria dominante basata sull'accumulo di Aβ esiste da decenni e sono state tentate dozzine di studi clinici basati su tale teoria, ma tutti hanno fallito", ha affermato Ryan R. Julian, professore di chimica che ha guidato il gruppo di ricerca . "Oltre alle placche, si osserva un accumulo lisosomiale nel cervello di persone che hanno il MA. I neuroni - cellule fragili che non subiscono la divisione cellulare - sono sensibili ai problemi lisosomiali, in particolare all'accumulo lisosomiale, che secondo noi è una probabile causa del MA".


I risultati dello studio compaiono su ACS Central Science, una rivista dell'American Chemical Society.


Il lisosoma, un organello all'interno della cellula, funge da cestino dei rifiuti della cellula. Vecchie proteine ​​e lipidi vengono inviati al lisosoma per essere scomposti nei loro blocchi costitutivi, e vengono poi rispediti nella cellula per essere integrati in nuove proteine ​​e lipidi. Per mantenere la funzionalità, la sintesi delle proteine ​​è bilanciata dalla degradazione delle proteine.


Il lisosoma, tuttavia, ha un punto debole: se ciò che entra non viene scomposto in piccoli pezzi, allora questi pezzi non possono lasciare il lisosoma. La cellula decide che il lisosoma non funziona e lo 'mette in deposito', il che significa che la cellula spinge il lisosoma di lato e procede a crearne uno nuovo. Se anche il nuovo lisosoma fallisce, il processo viene ripetuto, con conseguente accumulo del lisosoma.


"Il cervello delle persone che hanno un disturbo da accumulo lisosomiale, un'altra malattia ben studiata, e il cervello delle persone che hanno il MA sono simili in termini di accumulo lisosomiale", ha detto Julian. “Ma i sintomi del disturbo da accumulo lisosomiale si manifestano entro poche settimane dalla nascita e sono spesso fatali entro un paio d'anni. Il MA si manifesta molto più tardi nella vita. I tempi sono, quindi, molto diversi”.


Il team collaborativo di ricercatori di Julian nel Dipartimento di Chimica e nella Divisione di Scienze Biomediche dell'UC Riverside postula che le proteine ​​di lunga vita, comprese Aβ e tau, possono subire modifiche spontanee che possono renderle non digeribili dai lisosomi.


"Le proteine ​​di lunga vita diventano più problematiche con l'avanzare dell'età e potrebbero spiegare l'accumulo lisosomiale osservato nel MA, una malattia legata all'età", ha detto Julian. "Se avessimo ragione, si aprirebbero nuove strade per il trattamento e la prevenzione di questa malattia".


Egli spiega che i cambiamenti avvengono nella struttura fondamentale degli aminoacidi che compongono le proteine ​​ed è come scambiare la mano prevalente degli aminoacidi, per cui gli aminoacidi acquisiscono spontaneamente le immagini speculari delle loro strutture originali.


"Gli enzimi che normalmente scindono la proteina non riescono quindi più a farlo, perché non sono in grado di aggrapparsi alla proteina", ha aggiunto Julian. "È come cercare di mettere un guanto sinistro sulla mano destra. Nella nostra ricerca dimostriamo che questa modifica strutturale può avvenire nell'Aβ e nella tau, proteine ​​rilevanti per il MA. Queste proteine ​​subiscono questo effetto chimico che è quasi invisibile, e questo può spiegare perché i ricercatori non hanno prestato attenzione ad esso".


Julian ha spiegato che questi cambiamenti spontanei nella struttura delle proteine ​​sono una funzione del tempo, che avvengono se la proteina rimane in attesa troppo a lungo.


"È noto da tempo che queste modifiche si verificano nelle proteine ​​di lunga vita, ma nessuno ha mai verificato se queste modifiche potessero impedire ai lisosomi di scomporre le proteine", ha detto. “Un modo per evitare ciò sarebbe riciclare le proteine così che non esitino abbastanza a lungo per passare attraverso queste modifiche chimiche. Attualmente, non sono disponibili farmaci per stimolare questo riciclaggio (un processo chiamato autofagia) come trattamento del MA".


I risultati potrebbero avere implicazioni per altre malattie legate all'età come la degenerazione maculare e le malattie cardiache legate alla patologia lisosomiale. [...]

 

 

 


Fonte: Iqbal Pittalwala in University of California - Riverside (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Tyler Lambeth, Dylan Riggs, Lance Talbert, Jin Tang, Emily Coburn, Amrik Kang, Jessica Noll, Catherine Augello, Byron Ford, Ryan Julian. Spontaneous Isomerization of Long-Lived Proteins Provides a Molecular Mechanism for the Lysosomal Failure Observed in Alzheimer’s Disease. ACS Central Science, 7 Aug 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

I tuoi ricordi sono governati da timer nascosti nel tuo cervello

10.12.2025 | Ricerche

Uno dei compiti più essenziali del cervello è decidere quali esperienze immagazzinare co...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)