Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Abbassando la pressione si riduce il rischio di deterioramento cognitivo

Il controllo intensivo della pressione arteriosa nelle persone anziane ha ridotto significativamente il rischio di sviluppare un lieve deterioramento cognitivo (MCI), un precursore della demenza precoce, in una sperimentazione clinica condotta da scienziati della Wake Forest.


Tuttavia, lo studio Systolic Intervention Trial Trial (SPRINT) - Memory and Cognition in Decreased Hypertension (SPRINT MIND) non ha dimostrato che il trattamento della pressione arteriosa sotto i 120 mm/Hg riduca statisticamente il rischio di demenza. Secondo gli autori, che hanno riferito i risultati il 28 gennaio sul Journal of American Medical Association, questo risultato potrebbe essere dovuto a troppo pochi nuovi casi di demenza che ci sono stati nello studio.


L'MCI è definito un calo della memoria e delle capacità di pensiero che è maggiore di quanto è provocato da un normale invecchiamento ed è un fattore di rischio per la demenza. La demenza è definita come un gruppo di sintomi associati a un declino della memoria o ad altre capacità di pensiero abbastanza gravi da ridurre la capacità di una persona di svolgere le attività quotidiane.


"Come medici che trattano pazienti anziani, siamo incoraggiati ad avere infine un intervento comprovato per ridurre il rischio di MCI", ha detto il primo autore Jeff Williamson MD, professore di gerontologia e geriatria della Wake Forest School of Medicine. "Nello studio, abbiamo scoperto che tre soli anni di abbassamento della pressione sanguigna non solo hanno aiutato in modo drammatico il cuore, ma hanno anche aiutato il cervello".


L'obiettivo di SPRINT MIND era valutare l'effetto del controllo intensivo della pressione arteriosa sul rischio di demenza. L'ipertensione, che colpisce più della metà degli over-50 e oltre il 75% degli over-65, è stata identificata come fattore di rischio potenzialmente modificabile dell'MCI e della demenza in precedenti studi osservazionali.


Questo esperimento clinico, che ha arruolato 9.361 volontari, è stata condotta in 102 siti degli Stati Uniti e di Porto Rico tra gli over-50 con ipertensione, ma senza diabete o storia di ictus. I partecipanti erano il 35% donne, il 30% neri e il 10,5% ispanici e quindi rappresentavano la popolazione americana generale.


I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a un obiettivo di pressione arteriosa sistolica inferiore a 120 mm HG (trattamento intensivo) o inferiore a 140 mm HG (trattamento standard). Sono stati quindi classificati dopo cinque anni come privi di deterioramento cognitivo, con MCI o con demenza probabile.


"Sebbene lo studio abbia mostrato una riduzione del 15% nella demenza nel gruppo a controllo intensivo, siamo rimasti delusi dal fatto che i risultati non abbiano raggiunto significatività statistica per questo risultato", ha affermato Williamson. "La scorsa settimana l'Alzheimer's Association ha concordato di finanziare una estensione dello SPRINT MIND nella speranza che si accumulino sufficienti casi di demenza, consentendo una dichiarazione più definitiva su questi risultati".


Lo SPRINT è stato sospeso precocemente a causa del successo dell'esperimento nel ridurre le malattie cardiovascolari. Di conseguenza, i partecipanti hanno effettuato un trattamento intensivo di riduzione della pressione arteriosa per un periodo più breve rispetto a quanto inizialmente previsto. Gli autori hanno concluso che il minor tempo potrebbe aver reso difficile determinare con precisione il ruolo del controllo intensivo della pressione arteriosa sui casi di demenza.


Williamson ha detto che è necessaria cautela nell'interpretare il risultato dello studio, sia perché l'MCI non era l'obiettivo cognitivo primario dello studio, sia perché non è chiaro cosa implica il controllo intensivo della pressione arteriosa per l'incidenza a lungo termine della demenza. Sebbene l'MCI aumenti considerevolmente il rischio di demenza, questa progressione non è inevitabile e il ritorno alla normale cognizione è possibile, ha detto.

 

 

 


Fonte: Wake Forest Baptist (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jeff D. Williamson et al. Effect of Intensive vs Standard Blood Pressure Control on Probable Dementia. JAMA, 2019; DOI: 10.1001/jama.2018.21442

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.