Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Apatia legata ad aumento del rischio di demenza

L'apatia è legata ad un aumento del rischio di demenza incidente negli anziani: questa la conclusione di uno studio olandese.


Jan Willem van Dalen, dell'Università di Amsterdam e i colleghi, hanno riferito in JAMA Psychiatry che la loro revisione sistematica e meta-analisi dei pazienti di clinica della memoria, ha scoperto che l'apatia negli anziani (età media 71,6) è un forte predittore di demenza incidente.


Tra i 12 studi con 7.299 individui che avevano usato una definizione convalidata di apatia, questa era legata a un rischio quasi doppio di demenza, anche dopo il massimo aggiustamento dei dati, e nonostante la notevole eterogeneità. Questi anziani con apatia avevano anche una probabilità 17 volte più alta di demenza incidente.


Tuttavia, un'analisi per sottogruppo ha mostrato questa relazione leggermente indebolita per gli anziani con deficit cognitivo.


Questi risultati non sono particolarmente sorprendenti, ha detto Willem van Dalen. Il suo gruppo aveva già riscontrato associazioni simili tra l'apatia e la demenza incidente in studi più piccoli e che

"l'apatia è uno dei sintomi più pervasivi nel deterioramento cognitivo lieve e nella demenza precoce. Allo stesso modo, ci aspettavamo che l'apatia fosse particolarmente forte come predittore a breve termine piuttosto che a lungo termine, in quanto abbiamo già trovato alcuni indicazioni di questo in precedenza".

"Siamo stati tuttavia sorpresi dall'entità della eterogeneità - le differenze tra i risultati dello studio - che potrebbero essere spiegate dalle differenze nei tempi di studio. Apparentemente, l'apatia è particolarmente potente come predittore di demenza a breve termine, corroborando la ipotesi che potrebbe essere prodromica alla demenza e al concetto di lieve deterioramento comportamentale".


La meta-analisi ha incluso individui senza demenza all'ingresso nello studio, ma presentavano un lieve deterioramento cognitivo (MCI) o problemi cognitivi soggettivi. La maggior parte degli studi inclusi nell'analisi erano costituiti da popolazioni di pazienti con MCI. Associazioni simili sono state trovate quando l'analisi era limitata a solo quelli con MCI.


La maggior parte degli studi che hanno definito l'apatia ha usato tutti punteggi positivi di apatia del Neuropsychiatric Inventory Questionnaire. Tra i circa 7.300 individui degli studi che hanno usato questa misura convalidata, circa il 20% dei pazienti è stato diagnosticato con apatia al basale.


Identificare i marcatori economici e non invasivi di aumento del rischio di demenza per i pazienti nella clinica della memoria è "una preoccupazione importante", ha affermato Willem van Dalen, che ha evidenziato il fatto che molti pazienti anziani con disturbi della memoria non svilupperanno la demenza:

"Mentre molte ricerche [sulla demenza] usano biomarcatori prognostici basati su tecniche di risonanza magnetica avanzata o analisi del liquido cerebrospinale, merita di essere considerata la valutazione relativamente semplice dei sintomi neuropsichiatrici, poiché è meno invasiva, più economica e più facile da implementare su vasta scala, garantendo l'esplorazione come alternativa possibile a indagini invasive e relativamente costose".


Egli raccomanda ai professionisti sanitari di discutere dell'apatia con i caregiver di questi pazienti:

"L'apatia può avere un impatto particolarmente negativo sui caregiver, soprattutto perché spesso non c'è alcuna ragione apparente per mancanza di iniziativa, indifferenza e cessazione delle attività.

"Oltre a ciò, i pazienti spesso hanno scarsa conoscenza delle proprie condizioni, e ciò può causare frustrazione. Può aiutare dare informazioni ai caregiver riguardo alla condizione e sottolineare che i pazienti non sono riluttanti ma piuttosto incapaci di mostrare iniziativa.

"Inoltre, può essere saggio tenere sotto stretta osservazione questi pazienti in quanto rappresentano un gruppo molto vulnerabile che potrebbe essere incline a rinunciare, o a ritirarsi dall'assistenza sanitaria se lasciato a sé stesso".

 

 

 


Fonte: Kristen Monaco in MedPage Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jan Willem van Dalen, Lennard L. van Wanrooij, Eric P. Moll van Charante, Carol Brayne, Willem A. van Gool, Edo Richard. Association of Apathy With Risk of Incident Dementia. A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA Psychiatry. Published online 18 July 2018. doi: 10.1001/jamapsychiatry.2018.1877

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)