Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Due è meglio di uno se dobbiamo migliorare la funzione cerebrale nell'Alzheimer

Usando due approcci complementari per ridurre i depositi di amiloide-beta nel cervello, piuttosto che uno o l'altro da solo, c'è stato un miglioramento della navigazione spaziale e della memoria in topi modello del morbo di Alzheimer (MA).


Questi risultati suggeriscono che in futuro una combinazione simile di trattamenti potrebbe aiutare anche i pazienti con MA. Lo studio è apparso su The Journal of Experimental Medicine.


"Molte delle terapie attualmente in sviluppo per il trattamento del MA si concentrano sulla riduzione dei livelli di amiloide-beta", ha detto l'autrice senior Dr. Joanna Jankowsky, professoressa associata di neuroscienze, biologia molecolare e cellulare, neurologia e neurochirurgia al Baylor College of Medicine (Università medica di Houston nel Texas). "L'amiloide-beta è una piccola proteina che è abbondante nelle placche amiloidi che caratterizzano il MA".


Tutti i precedenti studi clinici progettati per ridurre i livelli di amiloide-beta con una singola terapia alla volta hanno avuto un successo limitato. La Jankowsky e i suoi colleghi avevano dimostrato in precedenza che la combinazione di due trattamenti complementari, per ridurre la amiloide-beta, non solo limita ulteriormente la crescita delle placche, ma aiuta anche a eliminare quelle già formate.


Con un approccio combinato, gli animali hanno terminato lo studio con meno amiloide rispetto all'inizio del trattamento. In questo studio, la Jankowsky e i colleghi hanno determinato per la prima volta i benefici sulle funzioni cerebrali (come la navigazione spaziale e la memoria) del doppio trattamento dell'amiloide-beta in topi modello del MA.

 

Due è meglio di uno

Per ridurre i livelli di amiloide-beta i ricercatori hanno attaccato il problema su due fronti. Su uno, hanno lavorato con un topo-modello geneticamente modificato per fermare la produzione di amiloide-beta. Con l'altro, hanno promosso l'eliminazione dell'amiloide-beta con anticorpi che si legano a questa proteina e ne promuovono l'eliminazione.


"Con questo approccio combinato, siamo riusciti a ridurre i livelli di amiloide-beta, ma, soprattutto, abbiamo ripristinato l'apprendimento spaziale e la memoria al livello osservato nei topi sani", ha detto la Jankowsky.


L'altro contributo di questo studio è stata l'identificazione di potenziali bersagli terapeutici alternativi.


“La Dott.ssa Angie Chiang, recente dottorato di ricerca del mio laboratorio e prima autrice di questo lavoro, era interessata a identificare il meccanismo molecolare che supporta le nostre osservazioni e ha deciso di esaminare il percorso mTOR", ha detto la Jankowsky.


La proteina mTOR fa parte di un complesso che ha una moltitudine di funzioni all'interno delle cellule, compresa la formazione, il mantenimento e la plasticità delle sinapsi, le connessioni tra i neuroni. Questo percorso regola anche l'autofagia, uno dei processi cellulari che elimina l'amiloide-beta. Il percorso mTOR si trova all'incrocio di questi processi, che la Jankowsky e i suoi colleghi hanno trovato cambiati a seguito del trattamento.


"I neuroni avevano blocchi stradali che li stavano inducendo a rigonfiarsi e a funzionare male; il doppio trattamento ha rimosso questo ostacolo", ha detto la Jankowsky. "Inoltre, le sinapsi perse a causa del deposito di amiloide si sono ricostruite e gli animali hanno migliorato l'apprendimento e la memoria".


I ricercatori hanno dimostrato che il percorso mTOR è correlato con i miglioramenti del cervello osservati nei loro topi e suggeriscono che studi futuri potrebbero verificare se il percorso è necessario per mediare tali miglioramenti.


"Se la segnalazione mTOR è necessaria per i miglioramenti, potrebbe diventare un obiettivo alternativo per una combinazione di terapie", ha detto la Jankowsky. "Speriamo che le nostre scoperte siano preziose nelle discussioni per i futuri studi clinici sull'uomo".

 

 

 


Fonte: Baylor College of Medicine (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Angie C.A. Chiang, Stephanie W. Fowler, Ricky R. Savjani, Susan G. Hilsenbeck, Clare E. Wallace, John R. Cirrito, Pritam Das, Joanna L. Jankowsky. Combination anti-Aβ treatment maximizes cognitive recovery and rebalances mTOR signaling in APP mice. The Journal of Experimental Medicine, 2018; jem.20171484 DOI: 10.1084/jem.20171484

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.