Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La cura della demenza in casa grava sopratutto sulle donne

Con l'invecchiamento della popolazione, l'aumento dei pazienti affetti da demenza porrà un onere eccessivo sulle donne lavoratrici, mettendo a rischio i "benefici acquisiti con dure lotte per la parità sul posto di lavoro", secondo i ricercatori della Stanford University.


"La migliore assicurazione a lungo termine nel nostro paese è avere una figlia coscienziosa", hanno scritto gli autori in un articolo prospettico pubblicato l'8 maggio in JAMA Neurology. Il contenuto sottolinea la mancanza di opzioni di assistenza a domicilio a prezzi accessibili negli Stati Uniti, tranne i familiari non pagati, soprattutto donne.


Con l'arrivo di altri baby boom all'età pensionabile, gli esperti prevedono un aumento corrispondente di casi di demenza: entro il 2030, potrebbero essere circa 8,4 milioni gli americani con una qualche forma della malattia. Oggi, la maggior parte della cura di questi pazienti - l'83 per cento - è fornita da familiari non pagati, di cui due terzi sono donne, hanno scritto gli autori.


"E' più probabile che la moglie si occupi del marito che viceversa, e le figlie hanno il 28 per cento di probabilità in più di prendersi cura di un genitore rispetto ai figli", hanno scritto gli autori, aggiungendo che, poiché le donne oggi costituiscono quasi il 50 per cento della forza lavoro, queste richieste crescenti cadranno in modo sproporzionato su di loro, aumentando il loro rischio di abbassare o uscire dalla loro traiettoria di carriera. "I guadagni frutto di lotta per l'uguaglianza sul posto di lavoro sono a rischio", hanno scritto.

 

Dilemma di assistenza sanitaria

La preoccupazione per questo dilemma inquietante di assistenza sanitaria è nata dalla ricerca di un team del Clinical Excellence Research Center (CERC) della Stanford, che stava studiando i modi per fornire una cura migliore a costi inferiori ai pazienti con demenza e altri disturbi cognitivi.


"Scavando sotto la superficie della cura della demenza, i nostri collaboratori del CERC hanno rilevato una crescente minaccia per l'equità sanitaria e delle opportunità tangibili per l'azione dei decisori politici e clinici"
, ha detto il co-autore Arnold Milstein MD, professore di medicina e direttore del CERC.


"Ho una storia molto personale su questo argomento", ha detto Clifford Sheckter MD, docente del CERC e co-autore dell'articolo. "Mia nonna materna ha avuto la demenza quando ero all'UCLA. Ricordo che mia madre doveva lasciare il lavoro due o tre volte al giorno per tornare a casa; che mia nonna fosse caduta o che stesse chiamando mia madre al telefono e urlando, era senza tregua. Era così difficile per mia madre".


Gli autori hanno notato che anche se occuparsi dei propri cari con demenza può certamente essere significativo, la quantità di tempo necessaria - una media di 171 ore al mese, secondo l'articolo - combinata con l'imprevedibilità delle esigenze del lavoro e la non flessibilità dei compiti, come accompagnare il paziente in bagno e fargli la doccia, può essere travolgente. L'articolo afferma inoltre che "non è probabile che gli uomini si facciano avanti, e condividano il caregiving tanto presto".


Se non si fa nulla per pianificare questo cambiamento delle esigenze di assistenza, non solo le donne e le loro famiglie soffriranno, ma ci sarà un aumento dei costi per i datori di lavoro per assenteismo, perdita di produttività, risarcimenti per disabilità correlata allo stress e alla salute.


"Sono spesso in contatto con questi pazienti", ha detto il co-autore Nicholas Bott PsyD, neuropsicologo e docente del CERC. "Quando lavori con un paziente che ha questa malattia, lavori anche con la famiglia. Solleva tensioni per l'intera unità familiare. Provoca attriti nei rapporti. Finisci per fare molto triage per i famigliari".

 

Accrescere la consapevolezza

L'articolo è stato scritto per sensibilizzare i medici sulle richieste dei familiari che si occupano di pazienti affetti da demenza, sulla necessità di informare le famiglie su ciò che sarà richiesto e l'importanza di riferirli al servizio di assistenza ai caregiver, ha detto Milstein: "Speriamo di aiutare i medici a vedere quale tipo di cambiamento politico potrebbe favorire il loro attivismo".


Gli autori hanno anche sottolineato il ruolo dei datori di lavoro per alleviare il fabbisogno di caregiving, adottando politiche di congedo familiare simili a quella di Deloitte LLP, una società di contabilità e consulenza internazionale che in agosto ha iniziato a offrire ai dipendenti fino a 16 settimane intere per occuparsi di un famigliare, compresi quelli che invecchiano.


"Un congedo pagato di sei settimane da parte dei datori di lavoro, simile al quello per i nuovi genitori, aiuterebbe i caregiver ad adattarsi alla nuova situazione", ha detto Bott. Le sovvenzioni fiscali federali che permettono alle imprese di dedurre il periodo di congedo familiare retribuito possono contribuire a incentivare i datori di lavoro, scrivono gli autori.


Secondo Sheckter, con più supporto dai medici, dai servizi sociali e specialmente dal datore di lavoro della madre, forse sua nonna avrebbe potuto continuare a vivere a casa. Ma alla fine, sopraffatta dal caregiving e dalle esigenze del lavoro, sua madre fu costretta a mettere la nonna in una casa di cura a lungo termine, dove è morta. "È triste, ma nel nostro paese non facciamo niente per il caregiving dei pazienti con demenza", ha detto.

 

 

 


Fonte: Tracie White in Stanford Medicine (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Nicholas T. Bott, Clifford C. Sheckter, Arnold S. Milstein. Dementia Care, Women's Health, and Gender Equity. The Value of Well-Timed Caregiver Support. JAMA Neurol. Published online 8/5/2017. doi: 10.1001/jamaneurol.2017.0403

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)