Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La danza aiuta a prevenire la demenza, secondo uno studio

Non c'è niente come il ballo per gli anziani per aiutare a evitare la perdita della memoria. Scegliere la direzione di questa o quella gamba o braccio nella coreografia della danza comporta molto pensiero e movimento, coinvolgendo diverse parti del cervello.


La ricerca suggerisce ora che questa attività potrebbe prevenire la demenza. “La memoria inizia con l'attenzione. Bisogna concentrarsi, fare una cosa alla volta, ricordare“, ha detto la dott.ssa Jacqueline Dominguez, neurologa del St. Luke Medical Center e Vice Presidente della Dementia Society delle Filippine, nella sua relazione su “Migliorare la neurocognizione con Danza e Cinestetica”. La conferenza si è tenuta al Pinto Art Museum di Antipolo.


La Dominguez ha guidato un team che ha studiato 100 volontari anziani a Marikina City per un anno, utilizzando la danza come terapia per migliorare la loro memoria. Ha detto che la memoria, quando entra nel cervello, è così rapida che può scomparire dopo tre/quattro secondi. Sono necessari quindi aiuti alla memorizzazione, compresa la ripetizione, l'emozione, l'associazione e l'attività. La danza usa tutti questi quattro aiuti.


L'assorbimento costante di nuovi materiali per apprendere le fasi e ricordarle, con il progresso della coreografia da semplice a complessa, assicura un allenamento mentale e fisico. Non solo migliora l'equilibrio, l'andatura e la salute del cuore, ma aumenta anche la potenza del cervello e riduce la sensazione di depressione e isolamento, secondo la Dominguez.


Nello studio del 2015, in cui gli anziani hanno ballato per due ore, due volte alla settimana, per un anno, la Dominguez ha detto che chi ha ballato ha migliorato il punteggio da 21 a 22 nei test di memoria, mentre i non danzatori hanno visto una diminuzione da 21 a 20. Anche la scala di depressione geriatrica (GDS) tra i ballerini è scesa da 2,83 a 2,33.


“Imparando nuove cose, idee e azioni, si producono nuove connessioni nel cervello. Quando si producono i nuovi collegamenti, non solo aumentano le dimensioni dell'ippocampo, la parte del cervello responsabile della memoria, ma si facilitano anche nuovi collegamenti con altre parti del cervello“, ha detto la Dominguez. La comunità scientifica pensava che una parte del cervello corrispondesse ad un'azione del corpo, ma ora non è più così. La nuova scienza dice che un'azione è in realtà una connessione complessa tra diverse parti del cervello.


“E questo è ciò che è appreso, addestrato e ripetuto nella danza. Il collegamento è ciò che rende complesso il cervello. Nessuna parte del cervello lavora in isolamento, è collegata ad altre parti del cervello. Si producono realmente nuovi recettori, quindi c'è la base fisiologica, morfologica e anatomica per questo“, ha detto la Dominguez.


Gli esercizi, come quelli in palestra, sono così ripetitivi che non richiedono di essere consapevoli delle proprie azioni. Ecco perché, secondo la Dominguez, le persone possono correre sul tapis roulant mentre guardano la TV. I movimenti diventano automatici. Con la danza coreografica, ci sono nuovi passi da imparare, a seconda del ritmo della musica, ha aggiunto.


“Coloro che ballano producono nuove connessioni nel cervello, e questo stimola il centro di ricompensa. La danza stimola anche gli occhi e la mente. La danza cambia davvero il cervello”, ha sottolineato la Dominguez, facendo notare che in Finlandia il numero di anziani con Alzheimer sta scendendo per merito del programma di esercizio aerobico a livello nazionale di un'ora, tre volte a settimana, della promozione della dieta mediterranea, e dell'obbligo di sottoporsi a visite mediche ogni tre mesi.

 

Musicoterapia

Un'altra terapia benefica è la musica. La musicoterapia è un campo sanitario assodato che usa la musica per aiutare le capacità cognitive, le emozioni, la comunicazione e le esigenze sociali. Negli Stati Uniti, ha detto la musicoterapeuta Annette Asuncion, una donna che è stata colpita alla testa, ed è sopravvissuta, è riuscita a riprendere il suo linguaggio attraverso la musicoterapia. “Noi usiamo la musica per soddisfare esigenze specifiche. Se saremo in grado di affrontare questo con un'attività che usa la musica, useremo quelle”.


Per gli anziani con demenza, ha detto, la musica suscita ricordi della loro infanzia, aiutandoli a ricordare. “I bambini prematuri che hanno bisogno di calma, per esempio, possono diventare più rilassati. Dipende da qual è l'obiettivo. Possiamo manipolare la musica per aiutare, ad esempio, i malati di cancro con sostegno emotivo e auto-espressione“.


La musicoterapia è una delle terapie espressive sia clinica che basata sull'evidenza. Essa usa la musica come intervento per raggiungere gli obiettivi individualizzati. “L'ascolto di musica per calmarsi o per accompagnare l'allenamento non è musicoterapia”, ha detto la Asuncion. “La musicoterapia usa la musica con un'attività per aiutare ad affrontare i propri obiettivi. Come nel caso della donna colpita alla testa, l'obiettivo era quello di riprendere a parlare. La musica l'ha aiutata a imparare a parlare ancora una volta associando le parole con le battute musicali“, ha aggiunto la Asuncion.

 

 

 


Fonte: Anne A. Jambora su Philippine Daily Inquirer (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.