Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Preoccupazione per le molte prescrizioni di un farmaco legato alla demenza

Una nuova analisi solleva preoccupazione per gli alti tassi di prescrizione negli Stati Uniti [e in Italia] di un farmaco comune usato per il trattamento della vescica iperattiva. Il farmaco, l'ossibutinina, se assunto per via orale, è da sempre collegato al deterioramento cognitivo e alla demenza negli anziani.


L'analisi dimostra che l'ossibutinina è prescritta a più di un quarto dei casi di vescica iperattiva (27,3%), nonostante siano disponibili altri farmaci più adatti. Questo lavoro è stato presentato alla conferenza dell'Associazione Europea di Urologia di Londra, dove sono state espresse preoccupazioni anche per la mancanza in Europa di alternative consolidate all'ossibutinina.


La vescica iperattiva (OAB - Overactive bladder) è estremamente comune negli over 65. Il trattamento iniziale di norma è composto da modifiche comportamentali, che possono poi essere seguite da un trattamento medico di prima linea, come farmaci antimuscarinici, compresa l'ossibutinina. Gli antimuscarinici sono composti sintetici, originariamente derivati ​​dai funghi, che bloccano l'attività del recettore muscarinico. Hanno diversi usi, compreso il controllo dell'OAB. L'ossibutinina è l'antimuscarinico meno costoso usato per l'OAB, e così tende ad essere il farmaco scelto dai piani di assistenza sanitaria come Medicare. Tuttavia, un corpo di prove ha dimostrato che l'ossibutinina è legata ad un maggiore declino cognitivo degli anziani (rif.1).


Un gruppo internazionale di medici, guidati dal dottor Daniel Pucheril (Vattikuti Urology Insitute, Henry Ford Hospital, Detroit), ha esaminato le evidenze dal National Ambulatory Medical Care Survey, dove 1.968 pazienti avevano ricevuto farmaci antimuscarinici. Essi hanno scoperto che l'ossibutinina è stata prescritta al 27,3% dei pazienti over 65 che hanno avuto una nuova prescrizione antimuscarinica per l'OAB. In più, nonostante la raccomandazione della US Food and Drug Administration che i pazienti che iniziano con l'ossibutinina siano attentamente monitorati per gli effetti collaterali avversi sul sistema nervoso centrale, gli autori hanno trovato che solo il 9% delle persone anziane ha ricevuto un esame neurologico al momento della prescrizione del farmaco (rif. 2).


Circa il 16% degli adulti statunitensi soffre di vescica iperattiva (rif. 2), e sono decine di milioni di malati negli Stati Uniti. Il dottor Pucheril dice:

“Abbiamo esaminato un campione rappresentativo, ma quando si estrapola la popolazione degli Stati Uniti i numeri sono enormi. Si stima che nei sei anni della nostra analisi, 47 milioni di persone negli Stati Uniti hanno preso vari tipi di farmaci antimuscarinici per l'OAB, e circa il 55% delle nuove prescrizioni erano dirette agli over 65.

"Dopo le modifiche allo stile di vita, i farmaci antimuscarinici costituiscono le terapie più comuni di prima linea. Negli Stati Uniti, la maggior parte degli anziani sono assicurati da Medicare. I piani di assicurazione Medicare sono spesso fatti per ridurre al minimo le spese di farmaci. L'ossibutinina è il farmaco antimuscarinico meno costoso a disposizione, ma le sue proprietà farmacologiche possono causare effetti collaterali cognitivi significativi alle ​​persone anziane. Nonostante le prove di questi effetti collaterali, i medici non stanno controllando gli effetti cognitivi sugli utilizzatori.

"Non stiamo dicendo che tutti dovrebbero cambiare dall'ossibutinina ad un altro farmaco, ha ancora i suoi usi, e non è raccomandabile togliere il farmaco senza controllo medico. Tuttavia, i medici devono esaminare da vicino i livelli di prescrizione. Più di ogni altra cosa, gli organismi di finanziamento devono rendere più facile per i medici prescrivere antimuscarinici più recenti che hanno molta meno probabilità di causare disfunzione cognitiva”.

 
Commentando la situazione europea, il professor Helmut Madsbacher (Innsbruck) ha detto:

“Questo nuovo lavoro dagli Stati Uniti mette in luce un problema più generale che esiste anche qui in Europa. Da noi l'uso dell'ossibutinina varia da paese a paese. Ciò che vediamo è che dove sono finanziati diversi farmaci antimuscarinici (ad esempio in Germania, Austria e Svizzera) l'uso dell'ossibutinina è basso, intorno al 5/​​7%, per ovvie ragioni. Tuttavia, in alcuni paesi è finanziata solo l'ossibutinina, e questo crea un problema. Ad esempio, l'unico antimuscarinico finanziato dalle autorità sanitarie italiane è l'ossibutinina, e questo porta ad avere alcune aree con circa il 70% delle prescrizioni antimuscarinici che sono ossibutinina.


Il professor Andrea Tubaro (Università Sapienza di Roma) ha aggiunto:

“Se il sistema sanitario non finanzia un farmaco alternativo allora diventa troppo costoso per un paziente acquistarlo da se stesso. In Italia i costi dell'ossibutinina generico è di circa € 5 al mese, ma qualcuno che desidera pagare per un antimuscarinico diverso o per un'alternativa più recente come un agonista beta3 finirà per pagare circa € 50 al mese. Anche in termini strettamente economici, non ha senso risparmiare qualche euro per un farmaco che rischia di aggravare la demenza, una delle condizioni più costose che la medicina può trattare. Questo è un problema in Italia, ma i finanziatori in tutti i paesi devono realmente supportare l'uso di una gamma di farmaci”.

 

 

 

Rif. 1: JAMA Intern Med. 2015;175(3):401-407. doi:10.1001/jamainternmed.2014.7663

Rif. 2: http://emedicine.medscape.com/article/459502-overview#a2

 

 


Fonte: European Association of Urology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Shelly L. Gray, Melissa L. Anderson, Sascha Dublin, Joseph T. Hanlon, Rebecca Hubbard, Rod Walker, Onchee Yu, Paul K. Crane, Eric B. Larson. Cumulative Use of Strong Anticholinergics and Incident Dementia. JAMA Internal Medicine, 2015; 175 (3): 401 DOI: 10.1001/jamainternmed.2014.7663

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)