Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


'Geni che saltano' possono preparare il terreno per la morte delle cellule cerebrali nell'Alzheimer



'Geni che saltano' possono preparare il terreno per la morte delle cellule cerebrali nell'AlzheimerL'ultima tornata di test falliti dei farmaci per l'Alzheimer sta inducendo i ricercatori a mettere in discussione l'approccio dominante per combattere la malattia, che vuole impedire l'accumulo nel cervello della proteina appiccicosa chiamata amiloide.


Degli scienziati della Duke University hanno identificato un meccanismo nel macchinario molecolare della cellula che potrebbe aiutare a spiegare come i neuroni cominciano a vacillare nelle fasi iniziali dell'Alzheimer, anche prima della comparsa dei grumi amiloidi.


Questo ripensamento del processo dell'Alzheimer è centrato su geni umani cruciali per il corretto funzionamento dei mitocondri (le fabbriche di energia della cellula), che sono pieno di pezzi mobili di DNA chiamati «elementi Alu». Se questi «jumping genes» [geni saltellanti] perdono i loro normali controlli quando la persona invecchia, potrebbero iniziare a devastare il macchinario che fornisce energia alle cellule cerebrali, portando ad una perdita di neuroni e, infine, alla demenza, dicono i ricercatori.


E se questa «ipotesi neurodegenerazione Alu» si rivelerà valida, potrebbe aiutare a identificare più presto le persone a rischio, prima che sviluppino i sintomi, o puntare a nuovi modi per ritardare l'insorgenza o rallentare la progressione della malattia, ha detto il co-autore Peter Larsen, ricercatore senior del laboratorio del professore di biologia Anne Yoder alla Duke.


L'idea dominante che guida la ricerca di Alzheimer da 25 anni è che la malattia risulta dall'accumulo anomalo di placche amiloidi dure e cerose nelle aree del cervello che controllano la memoria. Ma tutte le sperimentazioni di farmaci anti-amiloide sono fallite, portando alcuni ricercatori a teorizzare che l'accumulo di amiloide è una conseguenza della malattia, non una causa.


Lo studio della Duke si basa su un'ipotesi alternativa. Proposta la prima volta nel 2004, l'ipotesi «cascata mitocondriale» postula che sono i cambiamenti nelle centrali energetiche cellulari la causa della morte dei neuroni, non l'accumulo di amiloide. Come la maggior parte delle cellule umane, i neuroni si basano su mitocondri per rimanere in buona salute. Ma a differenza delle altre cellule, la maggior parte dei neuroni smette di dividersi dopo la nascita, per cui non possono essere sostituiti se si danneggiano.


Nei pazienti di Alzheimer, dice l'ipotesi, sono i mitocondri dei neuroni a smettere di funzionare correttamente. Di conseguenza non sono in grado di generare energia sufficiente per i neuroni, che patiscono la fame e muoiono, e non c'è modo di sostituirli. Ma purtroppo non si sa come e perché i mitocondri nei neuroni declinano con l'età.


La maggior parte delle proteine ​​mitocondriali sono codificate da geni nel nucleo delle cellule, prima di raggiungere la loro destinazione finale nei mitocondri. Nel 2009, Allen Roses, neurologo della Duke e coautore dello studio (ora deceduto), ha identificato un'area non codificante di lunghezza variabile in un gene chiamato TOMM40. Rose e il suo team hanno scoperto che la lunghezza di questa regione può aiutare a prevedere il rischio di Alzheimer di una persona e l'età di insorgenza.


Larsen si è chiesto se la variazione di lunghezza nel TOMM40 era solo una parte dell'equazione. Ha analizzato la regione del gene corrispondente nei topi lemuri grigi, primati grandi come una tazza da tè, che con l'età sviluppano placche cerebrali amiloidi e altri sintomi di tipo Alzheimer. Ha scoperto che solo nei topi lemuri, ma non in altre specie di lemuri, la regione è piena di tratti brevi di DNA chiamati Alu.


Gli Alu, presenti solo nei primati, appartengono ad una famiglia di retrotrasposoni o «geni che saltano», che si copiano e si incollano in nuovi punti del genoma. Se le copie di Alu presenti all'interno del gene TOMM40 interferiscono in qualche modo con il percorso dal gene alla proteina, ha ragionato Larsen, questo potrebbe contribuire a spiegare perché i mitocondri nelle cellule nervose smettono di funzionare.


"Gli elementi Alu sono una spada a doppio taglio", ha detto Larsen. Prima respinti come spazzatura inutile del DNA, ora ne è riconosciuto il contributo alla diversità e alla complessità del cervello umano. "Essi possono dare funzioni nuove e benefiche dei geni", ha detto Larsen. "Hanno aiutato l'evoluzione delle funzioni cognitive superiori degli esseri umani, ma forse a costo della vulnerabilità del neurone, che aumenta con l'età".


Quando i ricercatori hanno cercato in tutto il genoma umano, hanno scoperto che gli Alu avevano più probabilità di essere in agguato dentro e intorno ai geni essenziali per i mitocondri, rispetto ad altri geni codificanti le proteine. Gli Alu di solito sono tenuti sotto controllo da gruppi di atomi chiamati «gruppi metilici» che si attaccano alla parte esterna del DNA e ne spengono la capacità di saltare o di spegnere/accendere i geni. Ma nel cervello che invecchia, cambiano i modelli di metilazione del DNA, risvegliando alcune copie di Alu, secondo Larsen.


Il gene TOMM40 codifica una proteina di forma cilindrica nella membrana esterna dei mitocondri che forma un canale per far entrare le molecole, compreso il precursore dell'amiloide. Larsen ha usato la modellazione 3D per mostrare che inserti di Alu nel gene TOMM40 potrebbero indurre la proteina canale che esso codifica a ripiegarsi nella forma sbagliata, con l'effetto di intasare i macchinari di importazione dei mitocondri, che smettono di funzionare.


E' probabile che tali processi siano attivati prima dell'accumulo di amiloide, e quindi possono farci puntare a farmaci nuovi o riproposti per un intervento più precoce, ha detto il co-autore Michael Lutz, professore assistente di neurologia alla Duke.


Il gene TOMM40 è un esempio, dicono i ricercatori, ma se gli Alu disturbano altri geni mitocondriali, lo stesso meccanismo di base potrebbe contribuire a spiegare le fasi iniziali anche di altre malattie neurodegenerative, tra cui il Parkinson, il morbo di Huntington e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA).


I ricercatori descrivono l'ipotesi «neurodegenerazione Alu» in un documento pubblicato online su Alzheimer's & Dementia: The Journal of the Alzheimer's Association.


"Dobbiamo cominciare a pensare in modo nuovo se vogliamo curare le malattie neurologiche come l'Alzheimer", ha detto Larsen, che ha depositato un brevetto provvisorio per conservare le funzioni mitocondriali tenendo sotto controllo gli Alu.

 

 

 


Fonte: Duke University via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Peter A. Larsen, Michael W. Lutz, Kelsie E. Hunnicutt, Mirta Mihovilovic, Ann M. Saunders, Anne D. Yoder, Allen D. Roses. The Alu neurodegeneration hypothesis: A primate-specific mechanism for neuronal transcription noise, mitochondrial dysfunction, and manifestation of neurodegenerative disease. Alzheimer's & Dementia: The Journal of the Alzheimer's Association, Published online: February 24, 2017. DOI: http://dx.doi.org/10.1016/j.jalz.2017.01.017

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.