Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Bambini con APOE4 esposti all'inquinamento atmosferico urbano hanno un calo cognitivo

Un nuovo studio accresce le preoccupazioni per l'impatto negativo dell'allele ε4 dell'apolipoproteina E (APOE4), il rischio genetico prevalente dell'Alzheimer, sulla cognizione, sull'olfatto, e sugli indici metabolici cerebrali, dei bambini e dei ragazzi urbani sani.


La ricerca, condotta da ricercatori delle Università di Montana di Carleton, e della Nord Carolina, e dal Centro de Ciencias de la Atmosfera, della Universidad Nacional Autónoma de México, è pubblicata sul Journal of Alzheimer.


Questi bambini sono esposti per tutta la vita a concentrazioni di inquinanti atmosferici superiori agli standard attuali degli Stati Uniti, compreso il particolato fine (PM2,5). La parte metropolitana di Città del Messico è un esempio di crescita urbana estrema e di grave inquinamento ambientale e gli 8 milioni di bambini sono involontariamente esposti a concentrazioni nocive di PM2,5 ogni giorno fin dal concepimento.


Lo studio si è concentrato sulle risposte cognitive e olfattive di bambini e ragazzi, usando la «Wechsler Intelligence Scale for Children» (WISC-R) e lo «University of Pennsylvania Smell Identification Test». I ricercatori hanno misurato tre importanti metaboliti cerebrali nell'ippocampo, del ponte di Varolio e della materia bianca dei lobi frontale e parietale, con la spettroscopia di risonanza magnetica protonica.


I portatori dell'allele ε4 dell'APOE, in confronto ai quelli con l'ε3, avevano una rapporto metabolita NAA/Cr cruciale ridotto nella sostanza bianca frontale destra e hanno mostrato dei decrementi significativi nell'attenzione e nella memoria a breve termine.


Un dato preoccupante di questo studio è stata la presenza di punteggi al di sotto della media (>10 punti) nella «Verbal and Full Scale IQ»[=Scala Quoziente Intelligenza Verbale e Completo] nei portatori del gene associato al rischio di Alzheimer di Città del Messico. I bambini con APOE4 hanno problemi a rilevare gli odori, e non riescono ad identificare l'odore del sapone, più spesso dei portatori dell'ε3. È interessante notare che questo risultato si è correlato con forza al rapporto mI/Cr dell'ippocampo sinistro, un rapporto di fondamentale importanza nei pazienti di Alzheimer.


"L'APOE ε4 ha probabilmente un ruolo nella risposta dei bambini di Città del Messico all'esposizione cumulata all'inquinamento atmosferico. Questo è importante per la salute e l'istruzione perchè, visto che i bambini di Città del Messico per lo più frequentano scuole pubbliche sottofinanziate che non li aiutano nello sviluppo delle competenze e delle funzioni esecutive e non costruiscono riserve cognitive, la differenza di QI superiore a 10 punti  probabilmente avrà un impatto negativo sulle questioni accademiche e sociali, compreso il bullismo e la delinquenza adolescenziale", hanno scritto gli investigatori Lilian Calderon-Garcidueňas, MD, PhD, del Centro per le Neuroscienze Strutturali e Funzionali dell'Università del Montana, e Amedeo D'Angiulli, PhD, del Dipartimento di Neuroscienze dell'Università Carleton.


"I risultati si aggiungono ai dati crescenti che suggeriscono che i portatori dell'allele ε4 dell'APOE potrebbero avere un rischio maggiore di sviluppare presto l'AD se risiedono in un ambiente urbano inquinato", ha aggiunto la dott.ssa Calderon-Garcidueňas.


Gli autori sostengono che le esposizioni prolungate all'inquinamento atmosferico urbano provocano sotto-prestazioni cognitive e cambiamenti cerebrali metabolici che riflettono alterazioni gliali e neuronali. Gli effetti combinati della residenza in una città altamente inquinata e la presenza di APOE ε4 potrebbe portare ad una accelerazione dei cambiamenti neurodegenerativi.


L'inquinamento atmosferico è un problema di salute pubblica serio e l'esposizione a concentrazioni di inquinanti atmosferici pari o superiori agli standard attuali sono stati collegati a neuroinfiammazione e neuropatologia. Nei soli Stati Uniti, 200 milioni di persone vivono in zone in cui le sostanze inquinanti come l'ozono e le polveri sottili superano gli standard. Ci sono significative associazioni tra l'esposizione al particolato e un aumento della mortalità a causa di ictus ed eventi cardiovascolari e respiratori. Il problema dei bambini che vivono in megalopoli come Città del Messico è molto peggiore.


C'è l'urgente bisogno di concentrarsi di più sull'APOE ε4 e sulle interazioni dell'inquinamento atmosferico che impattano sul cervello dei bambini, e le loro risposte potrebbero suggerire nuovi percorsi per la prevenzione dell'Alzheimer.


Gli autori concludono dicendo: "Abbiamo una finestra di 50 anni tra il tempo che i bambini urbani sperimentano gli effetti negativi che stiamo descrivendo qui, e quando presenteranno il decadimento cognitivo lieve e la demenza. L'APOE ε4, il fattore di rischio genetico più diffuso per l'AD, è stato poco studiato nei bambini e negli adolescenti. Abbiamo bisogno di supporto per studiare le attuali evidenze cliniche pediatriche e di imaging nei bambini fortemente esposti delle aree urbane. I nostri sforzi devono essere volti a identificare e mitigare i fattori ambientali che influenzano l'Alzheimer".

 

 

 

 

 


FonteIOS Press BV  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Lilian Calderon-Garcidueňas, Antonieta Mora-Tiscareňo, Maricela Franco-Lira, Hongtu Zhu, Zhaohua Lu, Edelmira Solorio, Ricardo Torres-Jardón and Amedeo D’Angiulli. Decreases in Short Term Memory, IQ, and Altered Brain Metabolic Ratios in Urban Apolipoprotein ε 4 Children Exposed to Air Pollution. Journal of Alzheimer's Disease, February 2015 DOI: 10.3233/JAD-142685

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.