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I grandi benefici dell'olio di pesce: rischio di demenza degli alcolisti e declino cognitivo

L'olio di pesce omega-3 potrebbe aiutare (1) a proteggere dai danni neuronali collegati all'alcol e dal rischio di un'eventuale demenza, secondo uno studio pubblicato su PLoS ONE e (2) ridurre il declino cognitivo e l'atrofia cerebrale degli anziani, secondo un secondo studio pubblicato online su Alzheimer's & Dementia.

 

Studio 1 - Danni da abuso di alcool

Numerosi studi sull'uomo hanno dimostrato che l'abuso di alcol a lungo termine provoca danni al cervello e aumenta il rischio di demenza. Il nuovo studio ha trovato che nelle cellule cerebrali esposte a livelli elevati di alcool, un composto di olio di pesce protegge dall'infiammazione e dalla morte delle cellule neuronali.


Lo studio è stato condotto da Michael A. Collins, PhD, Edward J. Neafsey, PhD, e colleghi della Chicago Stritch School of Medicine della Loyola University, e da collaboratori dell'Università del Kentucky e del National Institute of Alcohol Abuse and Alcoholism (NIAAA).


Collins e colleghi hanno esposto colture di cellule cerebrali di ratto adulto per diversi giorni a concentrazioni di alcol pari a circa quattro volte il limite legale per la guida - una concentrazione presente negli alcolisti cronici. Queste culture cerebrali sono stati confrontate con colture esposte agli stessi livelli elevati di alcol, oltre a un composto presente nell'olio di pesce chiamato «acido docosaesaenoico omega-3» (DHA).


I ricercatori hanno scoperto che c'era fino al 90 percento in meno di neuroinfiammazione e morte neuronale nelle cellule cerebrali esposte all'alcol più DHA rispetto alle cellule esposte solo ad alcool.


Una meta-analisi precedente di Collins e Neafsey, che aveva messo insieme i risultati di circa 75 studi, aveva scoperto che bere moderatamente in società può avere l'effetto opposto di ridurre il rischio di demenza e/o di deterioramento cognitivo durante l'invecchiamento. (Bere moderato è definito come un massimo di due bicchieri al giorno per gli uomini e uno al giorno per le donne). Sembra che quantità limitate di alcool possano, in effetti, tendere a mantenere più in forma le cellule cerebrali. L'alcol in quantità moderata stressa le cellule e quindi le rafforza fino al punto da permettere loro di fronteggiare le maggiori sollecitazioni e insulti nella strada che potrebbe portare alla demenza. Ma troppo alcol travolge le cellule, portando alla neuroinfiammazione e alla loro morte.


Ulteriori studi sono necessari per confermare se l'olio di pesce protegge dai danni cognitivi correlati all'alcol e alla demenza nei modelli di roditori adulti. "L'olio di pesce ha il potenziale di aiutare a preservare l'integrità del cervello degli alcolisti cronici", ha detto Collins. "Per lo meno, è improbabile che faccia loro del male".


Ma Collins ha aggiunto che il modo migliore per chi abusa di alcol per proteggere il cervello è ridurre la quantità a bassa o moderata o smettere del tutto. "Non vogliamo che le persone pensino che vada bene prendere un paio di pastiglie di olio di pesce e poi continuare ad abusare di alcol", ha detto.

 

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Collins aveva riferito in precedenza questi risultati al 14° Congresso della Società Europea per la Ricerca Biomedica sull'Alcolismo a Varsavia. Egli è professore al Dipartimento di Farmacologia Molecolare e Terapeutica alla Loyola University Chicago Stritch School of Medicine. Co-autori sono Neafsey, Nuzhath Tajuddin, MS, e Kwan-Hoon Moon, PhD, della Scuola di Medicina Stritch; Kimberly Nixon, PhD, della University of Kentucky; e Hee-Yong Kim, PhD, del NIAAA. La ricerca è stata finanziata dal NIAAA dei National Institutes of Health.

 

 

Studio 2 - Riduzione declino cognitivo degli anziani

Ricercatori del Rhode Island Hospital hanno completato uno studio che ha trovato che l'uso regolare di integratori di olio di pesce (FOS - Fish Oil Supplements) è associato ad una significativa riduzione del declino cognitivo e dell'atrofia cerebrale degli anziani. Lo studio ha esaminato la relazione tra l'uso di FOS nell'«Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative» (ADNI) e gli indicatori del declino cognitivo. I risultati sono pubblicati online prima della stampa sulla rivista Alzheimer's & Dementia.


"Ogni minuto almeno una persona riceve la diagnosi di Alzheimer (AD) e, nonostante gli sforzi, non abbiamo ancora trovato una cura per questa malattia pervasiva e debilitante", ha detto il ricercatore principale Lori Daiello, PharmD, dell'«Alzheimer's Disease and Memory Disorders Center» al Rhode Island Hospital. "Il settore è attualmente impegnato in numerosi studi per trovare i migliori trattamenti per le persone che soffrono di AD, e tuttavia la ricerca di modi per prevenire AD o rallentare il declino cognitivo nell'invecchiamento normale è della massima importanza".


In questo studio retrospettivo, gli anziani coinvolti nello studio ADNI sono stati valutati con test neuropsicologici e scansioni cerebrali con risonanza magnetica (MRI) ogni sei mesi. Il gruppo comprendeva 229 anziani che erano cognitivamente normali; 397 con diagnosi di decadimento cognitivo lieve; e 193 con AD.


Lo studio ha trovato che l'uso di integratori di olio di pesce durante lo studio è stato associato a tassi significativamente più bassi di declino cognitivo, misurato con l'Alzheimer's Disease Assessment Scale (ADAS-cog), e con il Mini Mental State Exam (MMSE), ma questo beneficio è stato osservato solo per il gruppo di partecipanti senza demenza al momento dell'iscrizione.

Due parole di commento:

Questo secondo studio esclude qualsiasi beneficio non solo per chi ha già una diagnosi di demenza, ma anche per chi ha una cognitività normale ma è portatore del rischio di Alzheimer.


Se a questo si aggiunge la presenza, forse non disinteressata, di diverse aziende farmaceutiche, è difficile capire dove finisce la scienza e comincia la promozione commerciale.


"La scansione cerebrale seriale condotta nel corso di questo studio ha evidenziato che i partecipanti con funzioni cognitive normali (che avevano riferito l'assunzione di integratori di olio di pesce) hanno dimostrato meno restringimento del cervello nelle aree neurologiche chiave, rispetto a coloro che non utilizzano gli integratori", ha detto la Daiello. "Inoltre, i risultati positivi dei test cognitivi e nella risonanza magnetica del cervello sono stati osservati solo nelle persone che non sono portatrici del fattore di rischio genetico meglio studiato per l'AD, l'APOE-4. Sono necessarie ulteriori ricerche, ma questi risultati sono promettenti nell'evidenziare la necessità di studi futuri per ampliare le attuali conoscenze degli effetti dell'uso dei FOS nell'invecchiamento cognitivo e nell'AD".


Si stima che più di 5 milioni di persone negli Stati Uniti hanno l'Alzheimer, la forma più comune di demenza e la sesta causa di morte negli Stati Uniti.

 

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Questa ricerca è stata finanziata dall'Agency for HealthCare Research and Quality; dal National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism; dal National Cancer Institute; dal National Institute of Nursing Research; dal National Heart, Lung and Blood Institute; dal National Center for Complementary and Alternative Medicine; dal National Institute on Drug Abuse; dal National Institute of Diabetes and Digestive Kidney Disorders; National Institutes of Health; e dalle aziende farmaceutiche Pfizer, Janssen, Baxter, Eli Lilly e Avid. L'affiliazione principale del Daiello è il Rhode Island Hospital, e ha anche incarichi accademici nel reparto di neurologia (ricerca) della Warren Alpert Medical School alla Brown University, alla Policy & Practice della School of Public Health alla Brown University. Altri ricercatori ed ex ricercatori della Lifespan coinvolti nello studio sono Brian Ott, MD (Rhode Island Hospital), Shira Dunsiger, Ph.D. del The Miriam Hospital, Assawin Gongvatana, Ph.D (University of California San Diego), e Ronald A. Cohen, Ph.D. (Università della Florida).

 

 

 

 

 


Fonte:

  1. Loyola University Health System  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
  2. Lifespan (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.


Riferimenti

  1. Nuzhath Tajuddin, Kwan-Hoon Moon, S. Alex Marshall, Kimberly Nixon, Edward J. Neafsey, Hee-Yong Kim, Michael A. Collins. Neuroinflammation and Neurodegeneration in Adult Rat Brain from Binge Ethanol Exposure: Abrogation by Docosahexaenoic Acid. PLoS ONE, 2014; 9 (7): e101223 DOI: 10.1371/journal.pone.0101223
  2. Lori A. Daiello, Assawin Gongvatana, Shira Dunsiger, Ronald A. Cohen, Brian R. Ott. Association of fish oil supplement use with preservation of brain volume and cognitive function. Alzheimer's & Dementia, 2014; DOI: 10.1016/j.jalz.2014.02.005

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