Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Qualità e durata del sonno migliorano la cognizione nella terza età

EUGENE, Oregon - Forse usare dei congegni per dormire (braccialetti, terapia del suono e applicazioni per smartphone che monitorano il sonno) è una buona idea.


Un nuovo studio dell'Università dell'Oregon su persone di mezza età e anziani, che dormono da 6 a 9 ore per notte, ha scoperto che essi pensano meglio di coloro che dormono un numero inferiore di ore.


Lo studio, pubblicato nel numero di giugno del Journal of Clinical Sleep Medicine, riconferma numerosi altri studi su piccola scala eseguiti negli Stati Uniti, in Europa occidentale e in Giappone, ma lo fa sui dati raccolti in sei nazioni a medio reddito, che includono più di 30.000 soggetti, in un progetto a lungo termine che ha avuto inizio nel 2007.


"Volevamo esaminare l'invecchiamento, in particolare la demenza e il declino cognitivo quando le persone invecchiano, e l'importanza del sonno. I nostri risultati forniscono prove convincenti che il sonno conta molto", ha detto l'autore Theresa E. Gildner, studente di dottorato nel dipartimento di antropologia della UO. "In tutti i sei paesi, che sono molto diversi culturalmente, economicamente e ambientalmente, nonostante tutte queste differenze, ci sono modelli simili che emergono".


Lo studio, basato sulla prima ondata di dati del progetto, si concentra su over-50 di Cina, Ghana, India, Messico, Russia e Sud Africa. Alcuni dei principali risultati sono:

  • Gli uomini hanno riferito una maggiore qualità del sonno delle donne in tutte le sei nazioni; uomini e donne del Messico hanno riportato la qualità più alta.
  • Le donne hanno riferito durate maggiori di sonno rispetto agli uomini in tutti i paesi ad eccezione di Russia e Messico. Uomini e donne in Sud Africa dormono più a lungo che in qualsiasi altro paese. Le ore minori di sonno per entrambi i sessi si trovano in India.
  • Le persone che dormono meno di sei ore e più di nove ore avevano punteggi cognitivi significativamente più bassi rispetto a quelli del gruppo intermedio.


Dei madrelingua qualificati in ogni paese hanno intervistato i partecipanti, che hanno valutato la loro qualità del sonno su una scala di cinque punti e il numero di ore che avevano dormito nelle due notti precedenti. Di tali informazioni è stata fatta la media.


I partecipanti hanno poi effettuato 5 test cognitivi normali che comportano il richiamo immediato di un elenco di parole presentate, il richiamo ritardato di quelle parole successivamente, il richiamo di lunghi elenchi di numeri in avanti e all'indietro, e un test di fluenza verbale in cui deve essere elencato il maggior ​​numero di animali possibile, senza ripetizione, l'uso di nomi propri o di descrittori.


Lo studio conclude che i risultati hanno implicazioni importanti per le strategie di intervento future per la demenza. Le associazioni coerenti tra la durata intermedia del sonno, l'alta qualità del sonno e le prestazioni cognitive enfatizzate in queste diverse popolazioni, suggerisce che il miglioramento del sonno può aiutare a ridurre il livello di declino cognitivo presente negli anziani.


Un altro dato importante, ha detto la Gildner, è la differenza di genere in tutte le variabili del sonno e della cognizione. Citando studi precedenti, gli autori avevano ipotizzato che il sonno delle donne rifletta i cambiamenti in post-menopausa, una maggiore instabilità vescicale e i sentimenti di isolamento dopo la perdita di un coniuge o la mancanza di sostegno sociale. I punteggi cognitivi delle donne possono derivare dalle loro difficoltà di dormire e/o dai livelli di istruzione più bassi.


Il database crescente dello studio di lungo termine, chiamato «Study on global AGEing and adult health» (SAGE), sta permettendo ai ricercatori di estrarre molte combinazioni di variabili legate alla salute e allo stile di vita, ha detto J. Josh Snodgrass, professore di antropologia all'UO. "Può anche permettere agli antropologi di esplorare i fattori culturali che possono contribuire al sonno e ai modelli di salute". Snodgrass è un ricercatore importante del SAGE, che è finanziato congiuntamente dai National Institutes of Health e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.


"Questo studio è estremamente potente e così diverso da quello che è stato fatto in passato, semplicemente per merito della coerenza nella raccolta dei dati: campioni casuali e multi-nazionali di persone", ha detto. "Il sonno è qualcosa di importante ma spesso sottovalutato nella nostra società. Da questa ricerca e dalla familiarità con la letteratura, esce giustificato l'accento sui problemi del sonno da parte dei media negli ultimi anni. Ogni singolo pezzo di prova che i ricercatori guardano ora, mentre indagano sul sonno e sulle diverse associazioni con la salute, mostra che il sonno è davvero, davvero, davvero importante. Stiamo solo ora grattando la superficie dei modelli del sonno normale, e anche quali sono le associazioni tra sonno e problemi di salute".

 

******
Oltre a Gildner e Snodgrass hanno collaborato allo studio: Melissa A. Liebert, dottorando di antropologia alla UO; Paul Kowal dell'Organizzazione Mondiale della Sanità di Ginevra, in Svizzera, e del Research Centre on Gender, Health, and Aging dell'Università di Newcastle in Australia; e il dottor Somnath Chatterji dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. I finanziamenti provengono dal National Institute on Aging.

 

 

 

 

 


FonteUniversity of Oregon (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Theresa E. Gildner, Melissa A. Liebert, Paul Kowal, Somnath Chatterji, J. Josh Snodgrass. Associations between Sleep Duration, Sleep Quality, and Cognitive Test Performance among Older Adults from Six Middle Income Countries: Results from the Study on Global Ageing and Adult Health (SAGE). Journal of Clinical Sleep Medicine, 2014; DOI: 10.5664/jcsm.3782

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.