Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricordi: cosa e come li memorizziamo

Scienziati del Salk Institute hanno creato un nuovo modello di memoria che spiega come i neuroni trattengono dei ricordi selezionati per alcune ore dopo un evento.


Questa nuova cornice fornisce un quadro più completo sul funzionamento della memoria, ed è in grado di guidare la ricerca su disordini come il Parkinson, l'Alzheimer, lo stress post-traumatico e le difficoltà di apprendimento.


"I modelli precedenti di memoria erano basati su modelli di attività veloce", spiega Terrence Sejnowski, docente «Francis Crick» al Salk e ricercatore del Howard Hughes Medical Institute. "Il nostro nuovo modello di memoria rende possibile integrare esperienze nel giro di ore piuttosto che momenti".


Negli ultimi decenni, i neuroscienziati hanno svelato molto del modo in cui vengono memorizzati i ricordi a lungo termine. Per gli eventi significativi (per esempio essere morsi da un cane), viene rapidamente prodotto un certo numero di proteine nelle cellule cerebrali attivate, per creare nuovi ricordi. Alcune di queste proteine si soffermano per qualche ora in luoghi specifici di neuroni specifici prima di degradarsi. Questa serie di eventi biochimici ci permette di ricordare dettagli importanti sul quel caso, ad esempio, nel caso del morso: quale cane, dove si trovava e così via.


Un problema che gli scienziati hanno avuto con la modellazione della memoria è spiegare il motivo per cui solo certi dettagli e non tutto quello che appare in quella finestra di 1-2 ore è ricordato con forza. Integrando i dati dalla letteratura precedente, Sejnowski e il primo autore Cian O'Donnell, ricercatore post-dottorato del Salk, hanno sviluppato un modello che collega le scoperte sia delle osservazioni molecolari che di quelle dei sistemi della memoria per spiegare come funziona questa finestra di memoria di 1-2 ore. Il lavoro è dettagliato sull'ultimo numero di Neuron.


Usando la modellazione computazionale, O'Donnell e Sejnowski mostrano che, nonostante le proteine siano a disposizione di diversi neuroni in un dato circuito, i ricordi vengono mantenuti quando degli eventi successivi attivano gli stessi neuroni dell'evento originale. Gli scienziati hanno scoperto che il posizionamento spaziale delle proteine sia in neuroni specifici che in aree specifiche di questi neuroni predice quali ricordi vengono registrati. Questo quadro spaziale schematizzante predice con successo la conservazione della memoria poichè si sovrappongono una funzione matematica di tempo e luogo.


"Questo studio collega quello che succede nella formazione della memoria a livello cellulare al livello dei sistemi", spiega O'Donnell. "Che quella finestra di tempo sia importante è stato già stabilito; abbiamo lavorato su come il contenuto potrebbe anche determinare se le esperienze sono ricordate o meno. Abbiamo dimostrato che un insieme di idee è coerente e sufficiente a spiegare qualcosa nel mondo reale".


Il nuovo modello fornisce anche un quadro di riferimento potenziale per capire come la generalizzazione dai ricordi viene elaborata durante i sogni. Anche se si sa ancora molto poco sul sonno, la ricerca suggerisce che i ricordi importanti della giornata sono spesso trasferiti attraveso il cervello, dalla custodia temporanea dell'ippocampo, allo spazio di archiviazione più a lungo termine della corteccia. I ricercatori hanno osservato che la maggior parte di questa memoria si forma durante il sonno non-sogno.


Non si sa ancora se, e come, avviene l'immagazzinaggio o il consolidamento della memoria durante i sogni. Tuttavia il modello di O'Donnell e Sejnowski suggerisce che una certa parte della memoria viene conservata durante i sogni. "Durante il sonno c'è una riorganizzazione della memoria; si rafforzano alcuni ricordi e si perdono quelli che non servono più", dice O'Donnell. "Inoltre, le persone imparano delle astrazioni mentre dormono, ma non c'era nessuna idea di come i processi di generalizzazione avvengono a livello neurale".


Applicando i loro risultati teorici all'attività sovrapposta all'interno della finestra di 1-2 ore, se ne sono usciti con un modello teorico sul modo di funzionamento del processo di astrazione della memoria durante il sonno.

 

 

 

 

 


FonteSalk Institute for Biological Studies  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Cian O’Donnell, Terrence J. Sejnowski. Selective Memory Generalization by Spatial Patterning of Protein Synthesis. Neuron, 2014; 82 (2): 398 DOI: 10.1016/j.neuron.2014.02.028

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

I tuoi ricordi sono governati da timer nascosti nel tuo cervello

10.12.2025 | Ricerche

Uno dei compiti più essenziali del cervello è decidere quali esperienze immagazzinare co...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)