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Carenza di vitamina D è legata alla cognizione negli anziani

La carenza di vitamina D e il deficit cognitivo sono comuni negli anziani, ma finora non c'era molta ricerca conclusiva sulla relazione tra i due.


Un nuovo studio del Wake Forest Baptist Medical Center pubblicato online questo mese sul Journal of the American Geriatrics Society migliora la letteratura esistente sull'argomento.


"Questo studio aggiunge evidenze che suggeriscono un'associazione tra livelli bassi di vitamina D e declino cognitivo nel tempo", ha detto l'autore principale Valerie Wilson, MD, assistente professore di geriatria alla Wake Forest Baptist. "Anche se questo studio non è in grado di stabilire un rapporto diretto di causa ed effetto, avrebbe una enorme implicazione sulla sanità pubblica se si potesse dimostrare che l'integrazione con vitamina D migliora le prestazioni cognitive nel tempo, perché la carenza è così comune nella popolazione".


La Wilson e i colleghi si sono interessati all'associazione tra i livelli di vitamina D e la funzione cognitiva nel corso del tempo negli anziani. Hanno usato i dati dello studio «Health, Aging and Body Composition» (Health ABC) per chiarire questa relazione. I ricercatori hanno esaminato 2.777 adulti sani tra 70 e 79 anni, la cui funzione cognitiva è stata misurata all'inizio dello studio e di nuovo quattro anni dopo. I livelli di vitamina D sono stati misurati alla visita dei 12 mesi.


La coorte dello studio Health ABC si compone di 3.075 anziani ammissibili Medicare, bianchi e neri, ben funzionanti, viventi in comunità, che sono stati reclutati tra aprile 1997 e giugno 1998 a Pittsburgh in Pennsylvania, e a Memphis in Tennessee. "Solo con i dati osservati al basale, non si può concludere che livelli bassi di vitamina D provochino il declino cognitivo. Quando abbiamo esaminato quattro anni di percorso, livelli bassi di vitamina D sono stati associati a prestazioni cognitive peggiori su uno dei due test cognitivi usati", ha detto Wilson. "E' interessante che ci sia questa associazione e alla fine la domanda successiva è se l'integrazione con vitamina D potrebbe migliorare la funzione cognitiva nel tempo".


Wilson ha detto che sono necessari studi randomizzati e controllati per determinare se l'integrazione di vitamina D può prevenire il declino cognitivo e stabilire definitivamente una relazione causale. "I medici hanno bisogno di queste informazioni per formulare raccomandazioni ben supportate ai loro pazienti", ha detto Wilson. "Sono necessarie ulteriori ricerche anche per valutare se dei domini cognitivi specifici, come la memoria in relazione alla concentrazione, sono particolarmente sensibili ai bassi livelli di vitamina D".


La ricerca è stata sostenuta in parte dal programma di ricerca intramurale del National Institutes of Health, dal National Institute on Aging e dal National Institute of Nursing Research.

 

 

 

 

 


FonteWake Forest Baptist Medical Center  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Reference:  Valerie K. Wilson, Denise K. Houston, Laurel Kilpatrick, James Lovato, Kristine Yaffe, Jane A. Cauley, Tamara B. Harris, Eleanor M. Simonsick, Hilsa N. Ayonayon, Stephen B. Kritchevsky, Kaycee M. Sink. Relationship Between 25-Hydroxyvitamin D and Cognitive Function in Older Adults: The Health, Aging and Body Composition Study. Journal of the American Geriatrics Society, 2014; 62 (4): 636 DOI: 10.1111/jgs.12765

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