Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Varianti di geni collegati all'atrofia cerebrale nel MCI

La presenza di una variante genica nelle persone con decadimento cognitivo lieve (MCI) è associata a tassi accelerati di atrofia cerebrale, secondo un nuovo studio pubblicato online sulla rivista Radiology.


Lo studio si è concentrato sul gene apolipoproteina E (APOE), il fattore genetico noto più importante nell'Alzheimer non familiare (AD). L'APOE ha diversi alleli, o variazioni del gene, ha detto l'autore senior dello studio, Jeffrey R. Petrella, MD, professore associato di radiologia alla School of Medicine della Duke University di Durham nella Carolina del Nord.


"Tutti siamo portatori di due alleli di APOE, e molte persone hanno almeno una copia della variante APOE
epsilon 3 (ɛ3) , che è considerato neutrale rispetto al rischio di Alzheimer", ha detto il dottor Petrella.


L'epsilon 4 (ɛ4), l'allele meno comune, al contrario, è associato ad un rischio più alto di sviluppo di AD, ad un'età più precoce di insorgenza e ad una progressione più veloce nelle persone colpite, rispetto agli altri alleli APOE.


Il dottor Petrella e i suoi colleghi hanno recentemente analizzato i dati dell'Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative (ADNI) che coinvolge 237 pazienti, con età media di 79,9 anni, diagnosticati di MCI, un lieve ma evidente declino delle facoltà cognitive legato ad un rischio più alto di AD. I ricercatori hanno usato la risonanza magnetica per misurare il tasso di atrofia cerebrale in questi pazienti per un periodo da 12 a 48 mesi.


I portatori di ɛ4 nel gruppo di studio hanno mostrato tassi di atrofia nettamente maggiori dei portatori di ɛ3, in 13 su 15 aree del cervello che si ipotizza siano le componenti chiave delle reti cognitive interrotte dall'AD. "I risultati mostrano un'atrofia nelle regioni del cervello che sappiamo essere colpite dall'AD, in una popolazione di pazienti che non hanno AD, ma hanno il relativo rischio", ha detto il dottor Petrella. "Questo suggerisce la possibilità di una rete, specifica del genotipo, di regioni cerebrali correlate che subiscono un'atrofia veloce in MCI e sono potenzialmente alla base del declino cognitivo osservato".


I ricercatori non hanno studiato perché l'APOE ɛ4 accelera l'atrofia, ma l'effetto è probabilmente dovuto ad una combinazione di fattori, ha osservato il dottor Petrella. "La proteina ha un ruolo ampio nel trasporto e nel normale metabolismo dei lipidi, e una funzione protettiva per conto delle cellule cerebrali, incluso il ruolo nell'eliminazione dell'amiloide-beta, una delle proteine ​​coinvolte nella fisiopatologia di AD", ha detto.


Usando la risonanza magnetica, che ha un ruolo sempre più importante nella ricerca su MCI, il dottor Petrella ipotizza che una maggiore conoscenza sugli effetti dell'APOE possa migliorare la progettazione e l'esecuzione di futuri studi clinici. Per esempio, i ricercatori potrebbero completare i campioni con pazienti ε4 in studi clinici di prevenzione del MCI per capire meglio gli effetti potenziali del trattamento sulle regioni cerebrali vulnerabili alla degenerazione.


I progressi nella conoscenza aiuteranno anche ad espandere il ruolo delle misurazioni di risonanza magnetica negli studi clinici su nuovi farmaci con funzionalità atte a modificare potenzialmente la malattia. "I farmaci attualmente approvati dalla FDA trattano i sintomi, ma non modificano la causa della malattia", ha detto il dottor Petrella. "Vogliamo restare focalizzati sull'obiettivo di sviluppare e testare farmaci che modificano il decorso della malattia stessa".

 

 

 

 

 


FonteRadiological Society of North America, via EurekAlert!.

Riferimenti
:  Jeffrey R. Petrella, M.D. et al. Mapping the Effect of the Apolipoprotein E Genotype on 4-Year Atrophy Rates in an Alzheimer's Disease-related Brain Network. Radiology, January 2014, DOI: http://dx.doi.org/10.1148/radiol.13131041

Pubblicato in eurekalert.org (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)