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Nuova ricerca dimostra che l'obesità è una malattia infiammatoria

Degli scienziati hanno fatto un passo avanti verso un "farmaco dell'obesità" che può bloccare gli effetti di una dieta ad alto contenuto di zuccheri e grassi.


In un nuovo rapporto di ricerca pubblicato nel numero di dicembre 2013 di The FASEB Journal, degli scienziati dimostrano che nel tessuto grasso addominale degli esseri umani e topi in sovrappeso e obesi c'è una quantità anomala di una proteina infiammatoria chiamata PAR2.


Questa proteina viene anche aumentata dagli acidi grassi comuni della dieta sulle superfici delle cellule immunitarie umane. Quando i ratti obesi, messi su una dieta ricca di zuccheri e grassi, ricevono un nuovo farmaco orale che si lega alla PAR2, vengono bloccate le proprietà di questa proteina che causano infiammazione, come pure altri effetti della dieta ad alto contenuto di grassi e zuccheri - tra cui l'obesità stessa.


"Questa nuova importante scoperta collega l'obesità e le diete ricche di grassi e zuccheri con i cambiamenti nelle cellule immunitarie e lo stato infiammatorio, evidenziando la consapevolezza emergente che l'obesità è una malattia infiammatoria", ha detto David P. Fairlie, Ph.D., l'autore dello studio, dell'Institute for Molecular Bioscience dell'Università del Queensland di Brisbane in Australia. "I farmaci studiati per bloccare determinate proteine ​​infiammatorie, come in questo rapporto, possono essere in grado di prevenire e trattare l'obesità, che a sua volta è un importante fattore di rischio per il diabete di tipo 2, le malattie cardiache, l'ictus, l'insufficienza renale, l'amputazione degli arti, i tumori [e la demenza]".


Per arrivare a questa scoperta, Fairlie e colleghi hanno svelato le prime piccole molecole, potenti, selettive e biodisponibili per via orale, antagoniste della PAR2 e hanno caratterizzato le loro risposte funzionali in modelli infiammatori cellulari e animali. Essi hanno scoperto che l'espressione della PAR2 è maggiorata in vivo nel tessuto adiposo degli esseri umani e dei ratti obesi, stimolata in vitro nei macrofagi umani dall'acido grasso alimentare acido palmitico, e inibita in vivo e in vitro da un antagonista della PAR2.


Questo antagonista è stato poi usato come strumento per sezionare i ruoli dell'attivazione della PAR2 nel mediare la disfunzione metabolica nei macrofagi umani derivati da monociti (HMDM), negli adipociti umani e dei roditori, e dall'obesità indotta dalla dieta nei ratti. Il trattamento via orale dei ratti obesi da dieta ha attenuato la segnalazione della PAR2 nel tessuto adiposo e ha inibito l'infiammazione adiposa, l'insulino-resistenza, l'obesità indotta dalla dieta e le anomalie cardiovascolari.


Questo è il primo rapporto ad annunciare che un antagonista della PAR2 migliora l'obesità, l'omeostasi del glucosio e l'infiammazione cronica derivante da obesità in vivo. Questi risultati indicano che l'aumento dell'espressione della PAR2 può essere un nuovo biomarcatore prezioso della disfunzione metabolica e che anche l'antagonismo della PAR2 può essere  un intervento efficace per trattare la disfunzione metabolica e l'obesità.


"Sappiamo che mangiare troppo e non fare abbastanza esercizio produce sovrappeso e poi obesità, ma perché? La linea di fondo di questa relazione è che l'obesità è una malattia infiammatoria, e l'infiammazione ha un ruolo maggiore di quanto pensa la maggior parte delle persone nella spirale viziosa che porta all'obesità", ha detto Gerald Weissmann, MD, capo redattore di The FASEB Journal. "Sembra che, una volta che saremo in grado di controllare l'infiammazione, potremo cominciare a portare tutto il resto in linea. Fortunatamente, questi scienziati hanno già individuato un composto promettente che sembra funzionare".

 

 

 

 

 


Fonte: Federation of American Societies for Experimental Biology, via EurekAlert!.

Riferimenti: J. Lim, A. Iyer, L. Liu, J. Y. Suen, R.-J. Lohman, V. Seow, M.-K. Yau, L. Brown, D. P. Fairlie. Diet-induced obesity, adipose inflammation, and metabolic dysfunction correlating with PAR2 expression are attenuated by PAR2 antagonism. The FASEB Journal, 2013; 27 (12): 4757 DOI: 10.1096/fj.13-232702

Pubblicato in eurekalert.org (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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