Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Verificate differenze notevoli nella connettività cerebrale tra uomo e donna

Un nuovo studio sulla connettività cerebrale della Penn Medicine, pubblicato ieri in Proceedings of the National Academy of Sciences, ha trovato notevoli differenze nel cablaggio neurale tra uomini e donne, che conferma alcune credenze popolari sui rispettivi comportamenti.


In uno dei più grandi studi ad esaminare i "connettomi" dei sessi, Ragini Verma, PhD, professoressa associata nel dipartimento di Radiologia della Scuola Perelman di Medicina all'Università della Pennsylvania, e colleghi, hanno scoperto una maggiore connettività neurale davanti-dietro e all'interno di un emisfero per i maschi, suggerendo che il loro cervello è strutturato per facilitare la connettività tra percezione e azione coordinata.


Al contrario, nelle femmine il cablaggio va tra gli emisferi destro e sinistro, suggerendo che questo facilita la comunicazione tra l'analitico e l'intuizione. "Queste mappe ci mostrano una netta differenza - e complementarietà - nell'architettura del cervello umano che aiuta a fornire una base neurale potenziale del motivo per cui gli uomini eccellono in alcuni compiti, e le donne in altri", ha detto la Verma.


Ad esempio gli uomini hanno mediamente più probabilità di andare meglio nell'apprendere ed eseguire singole attività prossime, come il ciclismo o trovare la direzione, mentre le donne hanno competenze superiori di memoria e cognizione sociale, rendendole più attrezzate per il multitasking [eseguire più compiti contemporaneamente] e la creazione di soluzioni che funzionano per il gruppo. Hanno un approccio mentalista, per così dire. Studi precedenti avevano dimostrato delle differenze sessuali nel cervello, ma non era ancora stato mostrato in pieno, in una grande popolazione, il cablaggio neurale che collega le regioni dell'intero cervello legate a tali abilità cognitive.


Nello studio, la Verma e i colleghi, compresi i co-autori Ruben C. Gur, PhD, professore di psicologia al Dipartimento di Psichiatria, e Raquel E. Gur, MD, PhD, professoressa di Psichiatria, Neurologia e Radiologia, hanno studiato le differenze specifiche di genere nella connettività cerebrale durante lo sviluppo di 949 soggetti (521 femmine e 428 maschi) di età compresa tra 8 e 22 anni, usando la scansione a tensore di diffusione (DTI). La DTI è la tecnica di imaging a base d'acqua che può tracciare ed evidenziare i percorsi delle fibre che collegano le diverse aree del cervello, ponendo le basi per il connettoma strutturale, o rete, di tutto il cervello.


Questo campione di giovani è stato studiato nell'ambito del Philadelphia Neurodevelopmental Cohort, una collaborazione finanziata dall'Istituto Nazionale della Salute Mentale, tra il Brain Behavior Laboratory dell'Università di Pennsylvania ed il Centro di Genomica Applicata dell'Ospedale Pediatrico di Filadelfia.


Il cervello è una mappa di vie neurali che collegano molte reti che ci aiutano a elaborare le informazioni e a reagire di conseguenza, con un comportamento controllato da alcune di queste sotto-reti che operano congiuntamente. Nello studio, i ricercatori hanno scoperto che le femmine mostrano una maggiore connettività nella regione sopratentoriale, che contiene il cerebrum, la parte più grande del cervello, tra gli emisferi destro e sinistro. I maschi, d'altro canto, mostrano una maggiore connettività all'interno di ciascun emisfero.


Nel cervelletto, la parte del cervello che svolge un ruolo importante nel controllo motorio, succede l'opposto: i maschi mostrano una maggiore connettività inter-emisferica e le femmine una maggiore connettività intra-emisferica. E' probabile che queste connessioni diano all'uomo il sistema efficiente per un'azione coordinata, per cui il cervelletto e la corteccia partecipano nell'unire le esperienze percettive della parte posteriore del cervello, all'azione della parte anteriore del cervello, secondo gli autori.


Le connessioni delle femmine probabilmente facilitano l'integrazione delle modalità di elaborazione analitica e sequenziale dell'emisfero sinistro con le modalità di elaborazione delle informazioni spaziali e intuitive del lato destro. Gli autori hanno osservato solo poche differenze di genere nella connettività dei bambini di età inferiore ai 13 anni, ma le differenze sono più marcate negli adolescenti tra 14 a 17 anni e nei giovani adulti di oltre 17 anni.


I risultati sono coerenti anche con uno studio sul comportamento della Penn, di cui questo studio di imaging era un sottoinsieme, che ha dimostrato differenze sessuali pronunciate. Le femmine hanno superato i maschi nei test di attenzione, linguaggio e memoria delle fisionomie, e nella cognizione sociale. I maschi hanno fatto meglio nell'elaborazione spaziale e nella velocità sensomotoria. Tali differenze sono più evidenti nella fascia di età 12-14.


"E' abbastanza impressionante quanto sia complementare il cervello delle donne e quello degli uomini", ha detto il dottor Ruben Gur. "Le mappe connettomi dettagliate del cervello non solo aiuteranno a capire meglio le differenze nel modo di pensare tra uomini e donne, ma potranno anche darci un quadro più chiaro delle radici dei disturbi neurologici, che sono spesso legati al sesso delle persone".


I prossimi passi servono a quantificare le diversità delle connessioni neurali di un individuo rispetto alla popolazione, identificare quali connessioni neurali sono specifiche e comuni in entrambi i sessi, e vedere se i risultati degli studi di risonanza magnetica funzionale (fMRI) sono in linea con i dati del connettoma.


Hanno collaborato allo studio Madhura Ingalhalikar, Alex Smith, Drew Parker, Theodore D. Satterthwaite, Mark A. Elliott, Kosha Ruparel, e Hakon Hakonarson della Section of Biomedical Image Analysis e del Center for Biomedical Computing Immagine e Analytics. Lo studio è stato finanziato in parte dal National Institutes of Mental Health.

 

 

 

 

 


Fonte: Perelman School of Medicine at the University of Pennsylvania.

Riferimenti: Madhura Ingalhalikar, Alex Smith, Drew Parker, Theodore D. Satterthwaite, Mark A. Elliott, Kosha Ruparel, Hakon Hakonarson, Raquel E. Gur, Ruben C. Gur, and Ragini Verma. Sex differences in the structural connectome of the human brain. PNAS, December 2, 2013 DOI: 10.1073/pnas.1316909110

Pubblicato in uphs.upenn.edu (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.