Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Accumulo di amiloide nei vasi sanguigni del cervello anticipa danno cognitivo

Un team di ricercatori della Stony Brook University, guidato da William Van Nostrand, PhD, professore del Dipartimento di Neurochirurgia, ha scoperto in un modello di Alzheimer che l'accumulo iniziale di amiloide-β nei vasi sanguigni del cervello può portare ad un deterioramento cognitivo precoce.


I risultati, pubblicati nell'edizione corrente online del Journal of Alzheimer, suggeriscono che puntare l'accumulo precoce di amiloide nei vasi sanguigni del cervello potrebbe essere una strategia potenziale di trattamento della malattia, all'inizio.


L'Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che causa il declino progressivo della funzione cognitiva. Studi hanno dimostrato che nell'Alzheimer e nei disturbi correlati c'è un accumulo anomalo di amiloide nel cervello, ritenuto dai ricercatori corresponsabile della disfunzione e della morte delle cellule neuronali. Quando l'amiloide si accumula e si aggrega nel processo dell'Alzheimer, l'amiloide si deposita sia in strutture chiamate "placche amiloidi" intorno alle cellule neuronali, sia in depositi di amiloide nei vasi sanguigni del cervello.


Nel documento di ricerca il team della Stony Brook ha confrontato due modelli [animali] della malattia: uno che aveva sviluppato placche amiloidi e l'altro che aveva sviluppato amiloide nei vasi sanguigni cerebrali. Il team ha valutato le capacità cognitive a vari intervalli e ha scoperto che dopo tre mesi, il modello con amiloide nei vasi sanguigni cerebrali era cognitivamente compromesso, ma il modello con placche amiloidi non lo era.


"I nostri risultati sono interessanti perché sembra che sia l'amiloide cerebrovascolare, e non le placche amiloidi intorno alle cellule neuronali, ad esercitare un'influenza nella fase iniziale del declino cognitivo", ha detto il dr. Van Nostrand. "Questo apre la porta alla continuazione dell'indagine sul ruolo dell'amiloide sui vasi sanguigni del cervello nel processo dell'Alzheimer e potrebbe essere un primo passo verso lo sviluppo di obiettivi di trattamento più efficaci per l'insorgenza del deterioramento cognitivo associato all'amiloide, sulla base di questo particolare tipo di accumulo di amiloide e delle patologie associate".


È interessante notare che il deterioramento cognitivo in entrambi i modelli è diventato simile dopo sei mesi, il che suggerisce anche che, quando l'amiloide continua ad accumularsi intorno alle cellule neuronali e ai vasi sanguigni cerebrali, insorge il deterioramento cognitivo.


Il dr. Van Nostrand avverte che è necessaria molta più ricerca con diversi modelli di amiloide comparativi, prima di concludere che l'amiloide cerebrovascolare è un obiettivo chiave per un trattamento all'insorgenza della malattia. Ha aggiunto che, anche se l'accumulo di amiloide sembra essere una patologia associata all'Alzheimer, dato il complicato processo della malattia, non si conosce completamente l'impatto relativo di ciascuna di queste lesioni amiloidi nel cervello sul deterioramento cognitivo.


Il lavoro che ha portato a questi risultati è stato finanziato in parte dai National Institutes of Health. Hanno collaborato il Dott. John K. Robinson, Maria E. Anderson, e Wen Jin Xu del Dipartimento di Psicologia della Stony Brook University, e il dottor Xu Feng, AnnMarie E. Kotarba e Judianne Davis dei Dipartimenti di Neurochirurgia e Medicina della Stony Brook University.

 

 

 

 

 


Fonte: Stony Brook Medicine, via Newswise.

Riferimenti: Wenjin Xu, Feng Xu, Maria E. Anderson, Annmarie E. Kotarba, Judianne Davis, John K. Robinson, William E. Van Nostrand. Cerebral Microvascular Rather than Parenchymal Amyloid-β Protein Pathology Promotes Early Cognitive Impairment in Transgenic Mice. Journal of Alzheimer's Disease, Volume 38, Number 3 / 2014, DOI: 10.3233/JAD-130758

Pubblicato in newswise.com (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.