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Una nuova strategia potenziale per affrontare la demenza

Il team dell'Università Politecnica delle Marche che ha eseguito lo studioL'Alzheimer (AD) colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Come conseguenza dell'aumento della vita media, si prevede che anche il numero di pazienti con demenza aumenterà drammaticamente.


Vista la mancanza di trattamenti efficaci che possono rallentare o invertire la progressione di AD, possono costituire una strategia ragionevole le misure preventive che abbassano il tasso di prevalenza di AD gestendo i fattori reali o potenziali di rischio clinico.


In questo senso, identificare i fattori trattabili che possono promuovere il deterioramento cognitivo avrebbe importanti implicazioni pratiche.


In uno studio recente, un gruppo di ricerca della Clinica Neurologica dell'Università Politecnica delle Marche di Ancona ha descritto un'interessante associazione tra la presenza di disturbi respiratori nel sonno e l'AD. E' stato anticipato online il documento contenente i risultati, di cui si prevede la pubblicazione nel numero di novembre 2013 del Journal of Alzheimer, una rivista multidisciplinare internazionale della IOS Press che punta a migliorare la comprensione dell'Alzheimer in termini di eziologia, patogenesi, epidemiologia, genetica, comportamento, trattamento e psicologia.


Lo studio, coordinato da Mauro Silvestrini e Leandro Provinciali con Laura Buratti come ricercatrice principale, ha scoperto che una percentuale significativa di pazienti di AD soffre di Sindrome da Apnea Ostruttiva del Sonno (OSAS), una malattia respiratoria comune, ma in gran parte sottodiagnosticata, che induce pause temporanee della respirazione durante il sonno.


Ma soprattutto, la presenza di questo disturbo notturno porta a variazioni sfavorevoli del flusso sanguigno cerebrale, che sono promotori riconosciuti dell'insorgenza e della progressione del declino cognitivo.


Sulla base di questi risultati, individuare e trattare l'OSAS, prima che diventi abbastanza grave da provocare effetti irreversibili sulla circolazione cerebrale, deve essere considerata un approccio clinico molto promettente per l'AD.

 

 

 

 

 


Fonte: Journal of Alzheimer's Disease.

Riferimenti: Laura Buratti, Giovanna Viticchi, Lorenzo Falsetti, Claudia Cagnetti, Simona Luzzi, Marco Bartolini, Leandro Provinciali, Mauro Silvestrini. Vascular Impairment in Alzheimer's Disease: The Role of Obstructive Sleep Apnea. Journal of Alzheimer's Disease, August 2013

Pubblicato in Sciecne Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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