Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Algoritmo rileva primi segnali di Alzheimer dall'andatura

La previsione del rilevante aumento dell'Alzheimer a causa della maggiore aspettativa di vita nelle società moderne, è una delle grandi sfide del futuro per i sistemi di assistenza sanitaria in tutto il mondo.


L'Alzheimer (AD) porta a cambiamenti significativi nella struttura temporale delle azioni che danneggiano le attività quotidiane. Il comportamento anomalo nel movimento e la degenerazione del ciclo sonno-veglia sono tra i più gravi sintomi comportamentali. La diagnosi precoce e anche la previsione di questi comportamenti consentirebbero un inizio più tempestivo degli interventi miranti al ritardo della manifestazione o dell'esacerbazione dei sintomi e ridurebbero la necessità di cura istituzionalizzata.


Uno studio interdisciplinare congiunto della Facoltà di Medicina e della Facoltà di Scienze e Ingegneria Elettrica della Rostock University e del Centro tedesco per le Malattie Neurodegenerative (DZNE) di Rostock ha ora definito un nuovo algoritmo di rilevamento, che permette di individuare l'effetto dell'Alzheimer nel comportamento del moto quotidiano non vincolato.


Nello studio in doppio, con 46 soggetti (23 con diagnosi di demenza di Alzheimer e 23 controlli sani), il metodo raggiunge una precisione del 91% nel marcare un soggetto sconosciuto come "AD" o "controllo sano". L'algoritmo utilizza le caratteristiche dello spettro dei segnali del movimento che si ottengono da accelerometri, portati discretamente dai soggetti durante le loro normali attività quotidiane.


"Il metodo mostra una sensibilità notevolmente superiore rispetto alle scale di valutazione comportamentali affermate, come il Cohen-Mansfield Agitation Index", sottolinea il Prof. Teipel, responsabile del DZNE Rostock e del progetto dello studio. "Questo significa che ora abbiamo uno strumento più sensibile per la rilevazione dei cambiamenti di comportamento che ci permette di monitorare il progresso della malattia e l'efficacia degli interventi". E aggiunge: "E la misurazione che si ottiene è oggettiva, non richiede la valutazione da parte di un osservatore umano".


"E' affascinante quanto il nostro approccio sia in grado di funzionare con il comportamento del movimento quotidiano non vincolato", dice il Prof. Kirste del Dipartimento di Informatica, che ha progettato l'algoritmo di analisi. "Considerando l'elevata varianza delle attività quotidiane, riteniamo che la capacità di rilevare l'influenza dell'Alzheimer sulla struttura temporale di questo comportamento sia un risultato molto importante". Egli osserva: "A livello pratico, ciò significa che possiamo usare dispositivi di rilevamento a basso costo e non si richiede ai pazienti di svolgere attività specifiche controllate. In prospettiva, per questo scopo potrebbe anche essere possibile utilizzare i dati di dispositivi già usati come i telefoni cellulari o i dispositivi di supporto alla navigazione".

 

 

 

 

 


Fonte: IOS Press, via EurekAlert!, a service of AAAS.

Riferimenti: Thomas Kirste, André Hoffmeyer, Philipp Koldrack, Alexandra Bauer, Susanne Schubert, Stefan Schröder, Stefan Teipel. Detecting the Effect of Alzheimer's Disease on Everyday Motion Behavior. Journal of Alzheimer's Disease, October 2013

Pubblicato in EurekAlert! (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)