Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


*** Siamo in settembre, uno dei 12 mesi dell'anno del tutto uguali per i malati di Alzheimer, i familiari e i caregiver.

Perdita di memoria in vecchiaia è forse reversibile (non l'Alzheimer)

Un team di ricercatori del Medical Center della Columbia University (CUMC), guidato dal premio Nobel Eric R. Kandel, MD, ha scoperto che la carenza di una proteina chiamata RbAp48 nell'ippocampo contribuisce in modo significativo alla perdita di memoria legata all'età e che questa forma di perdita di memoria è reversibile.


Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati ieri nell'edizione online di Science Translational Medicine, è stato condotto in cellule postmortem del cervello umano e nei topi, e offre anche l'evidenza causale fortissima che la perdita di memoria correlata all'età e l'Alzheimer sono condizioni distinte. "Il nostro studio fornisce prove convincenti che la perdita di memoria legata all'età è una sindrome a sé stante, diversa dall'Alzheimer. Oltre alle implicazioni per lo studio, la diagnosi e il trattamento dei disturbi della memoria, questi risultati hanno conseguenze per la salute pubblica", ha detto Kandel, professore universitario e Professore Kavli di Brain Science, condirettore del Mortimer B. Zuckerman Mind Brain Behavior Institute della Columbia, direttore del Kavli Institute for Brain Science, e ricercatore senior dell'Howard Hughes Medical Institute alla CUMC. Kandel ha ricevuto una parte del Premio Nobel 2000 per la Fisiologia e la Medicina per le sue scoperte relative alle basi molecolari della memoria.


L'ippocampo, un'area del cervello costituita da diverse sottoregioni interconnesse, ciascuna con una popolazione neuronale distinta, ha un ruolo fondamentale nella memoria. Gli studi hanno dimostrato che l'Alzheimer ostacola la memoria agendo inizialmente sulla corteccia entorinale (CE), una regione del cervello che fornisce le principali vie di accesso all'ippocampo. Inizialmente si era pensato che la perdita di memoria legata all'età fosse una manifestazione precoce dell'Alzheimer, ma i dati suggeriscono che si tratta di un processo diverso, che colpisce il giro dentato (DG), una sub-regione dell'ippocampo che riceve l'input diretto dalla CE.


"Fino ad ora, però, nessuno è riuscito ad identificare i difetti molecolari specifici coinvolti nella perdita di memoria da età negli esseri umani", ha detto il coautore Scott A. Small, MD, Professore Boris e Rose Katz di Neurologia e direttore del Centro di Ricerca per l'Alzheimer alla CUMC.


Lo studio è stato progettato per cercare le prove più dirette che la perdita di memoria correlata all'età differisce dall'Alzheimer. I ricercatori hanno iniziato effettuando analisi (espressione genica) su micro-collezioni di cellule cerebrali post-mortem dal DG di otto persone, da 33 a 88 anni, senza malattie cerebrali. Il team ha anche analizzato le cellule del CE come controllo, visto che quella struttura del cervello non è influenzata dall'invecchiamento. Le analisi hanno identificato 17 geni candidati del DG che potrebbero essere collegati all'invecchiamento. La maggior parte dei cambiamenti significativi si sono verificati in un gene chiamato RbAp48, la cui espressione in tutti i soggetti dello studio era diminuita progressivamente con l'invecchiamento.


Per determinare se l'RbAp48 ha un ruolo attivo nella perdita di memoria correlata all'età, i ricercatori hanno effettuato studi sui topi. "La prima domanda era se l'RbAp48 è sotto-regolato nei topi anziani", ha detto l'autore principale Elias Pavlopoulos, PhD, socio ricercatore di neuroscienze alla CUMC. "E, in effetti, ciò si è rivelato essere vero: c'è una riduzione della proteina RbAp48 nel DG". Quando i ricercatori hanno inibito geneticamente l'RbAp48 nel cervello di topi giovani sani, hanno trovato la stessa perdita di memoria dei topi anziani, misurata dal riconoscimento di un oggetto nuovo e dal test di memoria del labirinto d'acqua. Quando è stata tolta l'inibizione dell'RbAp48, la memoria dei topi è tornata alla normalità.


I ricercatori hanno anche studiato la risonanza magnetica funzionale (fMRI) dei topi con RbAp48 inibito e hanno scoperto un effetto selettivo nel DG, simile a quello osservato negli studi fMRI di topi anziani, scimmie ed esseri umani. Questo effetto dell'inibizione dell'RbAp48 sul DG è accompagnato da difetti nei meccanismi molecolari simili a quelli trovati nei topi anziani. Il profilo fMRI e i difetti meccanistici dei topi con RbAp48 inibito sono tornati alla normalità quando l'inibizione è stata tolta.


In un altro esperimento, i ricercatori hanno utilizzato il trasferimento virale del gene e hanno aumentato l'espressione dell'RbAp48 nel DG dei topi anziani. "Siamo rimasti stupiti non solo dal miglioramento di queste azioni sulle prestazioni dei topi sui test di memoria, ma anche dalle loro prestazioni, paragonabili a quelle dei topi giovani", ha detto il dottor Pavlopoulos.


"Il fatto che siamo riusciti ad invertire la perdita di memoria legata all'età nei topi è molto incoraggiante", ha detto il dottor Kandel. "Certo, è possibile che altri cambiamenti nel DG contribuiscano a questa forma di perdita di memoria. Ma per lo meno, dimostra che questa proteina è un fattore importante, e prova che la perdita di memoria correlata all'età è dovuta ad un cambiamento funzionale in qualche tipo di neuroni. A differenza dell'Alzheimer, non c'è alcuna perdita significativa di neuroni".


Infine, i dati dello studio suggeriscono che la proteina RbAp48 media i suoi effetti, almeno in parte, attraverso il percorso PKA-CREB1-CBP, che il gruppo aveva individuato, in studi precedenti, come importante per la perdita di memoria correlata all'età nel topo. Secondo i ricercatori, l'RbAp48 e la via PKA-CREB1-CBP sono bersagli validi per un intervento terapeutico. Gli agenti che migliorano questo percorso hanno già dimostrato di migliorare la disfunzione senile dell'ippocampo nei roditori. "Non si sa se questi composti funzionano negli esseri umani", ha detto il dottor Small. "Ma il punto più ampio è che, per sviluppare interventi efficaci, è necessario prima trovare il bersaglio giusto. Ora abbiamo un buon obiettivo, e con il topo che abbiamo sviluppato, abbiamo il modo per selezionare le terapie efficaci, siano esse farmaci, nutraceutici, o esercizi fisici e cognitivi".


"Ci sono state molte lacerazioni a causa dei fallimenti di sperimentazioni di farmaci basati su dati di topi
modelli di Alzheimer", ha detto il dottor Small. "Ma in questo caso è diverso. L'Alzheimer non insorge naturalmente nel topo. Qui invece abbiamo causato la perdita di memoria correlata all'età nel topo, e abbiamo dimostrato che è rilevante per l'invecchiamento umano".

 

 

 

 

 


Fonte: Columbia University Medical Center.

Riferimento: Elias Pavlopoulos, Sidonie Jones, Stylianos Kosmidis, Maggie Close, Carla Kim, Olga Kovalerchik, Scott A. Small, and Eric R. Kandel. Molecular Mechanism for Age-Related Memory Loss: The Histone-Binding Protein RbAp48. Sci Transl Med, 28 August 2013 DOI: 10.1126/scitranslmed.3006373

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.