Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Caso: Parkinson, Accusato: Fosforilazione, Verdetto: Non colpevole

Gli indizi lasciati sulla scena del crimine non sempre indicano il colpevole, come hanno scoperto i ricercatori dell'Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna (EPFL) indagando sul Parkinson.


E' generalmente accettato che la malattia si aggrava quando una specifica proteina è trasformata da un enzima. I neuroscienziati dell'EPFL hanno potuto dimostrare che, al contrario, questa trasformazione tende a proteggere dalla progressione della malattia.


Questa sorprendente conclusione potrebbe cambiare radicalmente gli approcci terapeutici che sono attualmente in fase di sviluppo da parte delle imprese farmaceutiche.


La ricerca sarà pubblicata in Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS). Il Parkinson è caratterizzato dall'accumulo dalla proteina chiamata alfa-sinucleina nel cervello. Se ne viene prodotta troppa, o se non è eliminata correttamente, si aggrega in piccoli ciuffi all'interno dei neuroni, che poi uccide [un meccanismo simile a quello dell'amiloide-beta nell'Alzehimer].


Diversi anni fa degli scienziati avevano scoperto che queste proteine ​​aggregate nel cervello subivano una trasformazione nota come "fosforilazione", un processo per cui un enzima aggiunge un elemento chimico extra a una proteina, modificandone così le proprietà. La conclusione degli investigatori che l'attività dell'enzima avrebbe potuto essere responsabile della malattia sembrava ragionevole. Se fosforilazione e aggregazione proteica vanno di pari passo, allora ha senso che una dovrebbe causare l'altra. Questa è l'ipotesi fatta dai ricercatori e dalle aziende farmaceutiche quando hanno cercato di ridurre la fosforilazione disattivando un enzima coinvolto nel processo.


Ma hanno seguito una falsa pista, come è stato in grado di dimostrare il gruppo dell'EPFL. Gli scienziati hanno addirittura scoperto che la fosforilazione della proteina ha effetti positivi. Da un lato, riduce notevolmente l'aggregazione tossica della proteina, e dall'altro aiuta la cellula ad eliminare la proteina. "I due fenomeni sono senza dubbio legati, e insieme potrebbero avere un ruolo nella riduzione della tossicità dell'alfa-sinucleina, ma non abbiamo ancora capito l'impatto di entrambi i processi in ogni fase della malattia", spiega il neurobiologo Abid Oueslati, primo autore sullo studio.

 

Partire dall'inizio

Per arrivare a questa conclusione, i biologi hanno dovuto esplorare le condizioni dall'inizio della malattia. Hanno iniettato nei neuroni di ratto quelli che si pensava fossero gli elementi necessari per innescare la malattia: una sovraespressione di alfa-sinucleina e l'enzima che la fosforila (PLK2).


Con loro grande sorpresa, il gruppo di animali sottoposti ad entrambi i parametri - sovrapproduzione della proteina e la fosforilazione - ha perso quasi il 70% in meno di neuroni rispetto a un altro gruppo a cui è stata solo sovraespressa la proteina. Di conseguenza, hanno avuto un minor numero di lesioni, e meno sintomi del Parkinson.


"Dobbiamo questa scoperta agli strumenti unici che abbiamo sviluppato, in collaborazione con il gruppo di Aebischer, per studiare l'effetto di questa trasformazione a livello molecolare", spiega Hilal Lashuel, che ha diretto lo studio. "Il nostro studio ha rivelato i limiti dell'approccio usato di solito, che utilizza le mutazioni genetiche per simulare questo processo".
Lashuel pensa che sia altamente probabile che la fosforilazione delle proteine ​​avvenga dopo che si sono aggregate, vale a dire quando la malattia è già insorta. Oppure potrebbe essere un meccanismo di difesa dei neuroni, un tentativo per cercare di rallentare la progressione della malattia dall'inizio.


La ricerca degli scienziati apre le porte allo sviluppo di future terapie farmacologiche. "La lezione che abbiamo tratto da questa ricerca è che tutto ciò che si trova sulla scena di un crimine non ne è necessariamente coinvolto. Restando fermi su tale presupposto, si può perdere di vista il quadro generale".

 

 

 

 

 


Fonte: Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne, via EurekAlert!, a service of AAAS.

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.