Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Impedire che deficit cognitivo post-ictus diventi demenza

I deficit cognitivi che seguono un ictus ischemico sono comuni e debilitanti, anche nei pochi pazienti che sono trattati tempestivamente, rimuovendo o dissolvendo rapidamente i coaguli e ripristinando il flusso ematico cerebrale.


Un nuovo studio, pubblicato in Restorative Neurology and Neuroscience, dimostra che l'iniezione intracerebrale di cellule staminali mesenchimali derivate dal midollo osseo (BSC) riduce il deficit cognitivo prodotto dalla temporanea occlusione dei vasi sanguigni cerebrali in un topo modello di ictus, suggerendo che le BSC possono offrire un nuovo approccio per ridurre la disfunzione cognitiva post-ictus.


Secondo l'American Heart Association, quasi la metà dei sopravissuti a ictus ischemico con più di 65 anni sperimentano deficit cognitivi, contribuendo a menomazioni funzionali, dipendenza e ad un aumento della mortalità. L'incidenza dei deficit cognitivi triplica dopo l'ictus e circa un quarto dei pazienti di ictus progredisce dal deterioramento cognitivo alla demenza. Per queste ragioni "c'è la necessità sottostante di terapie rigeneranti", spiega il ricercatore Gary L. Dunbar, PhD, del Field Neuroscience Institute Laboratory for Restorative Neurology, e Direttore del Central Michigan University Program di Neuroscience.


Per vedere se le cellule staminali mesenchimali derivate dal midollo osseo possono attenuare o prevenire i problemi cognitivi a seguito di un evento ischemico simile all'ictus, gli investigatori hanno mimato l'ictus nei ratti iniettando loro l'ormone endotelina-1 (ET-1) direttamente nel cervello, per restringere i vasi sanguigni vicini, e bloccare temporaneamente il sangue. Gli animali di controllo sono stati sottoposti ad un intervento chirurgico simile, ma hanno avuto solo con soluzione salina, non l'ET-1.


Sette giorni dopo l' "ictus", alcuni dei ratti hanno ricevuto iniezioni intrastriatali di BSC, mentre altri hanno ricevuto iniezioni di controllo. E' stata valutata la cognizione con il test "compito spaziale a inversione operante" (SORT), in cui gli animali sono addestrati a premere una leva per un certo numero di volte quando si illumina, per ricevere una ricompensa in cibo.


I ricercatori hanno scoperto che gli animali che hanno subito un ictus, ma poi hanno avuto le BSC, hanno fatto un numero significativamente minore di pressioni errate sulla leva, rispetto ai ratti con ictus che hanno ricevuto iniezioni di controllo. In effetti, gli animali con ictus trattati con BSC hanno ottenuto gli stessi risultati di quelli che non avevano avuto un ictus.


"È importante sottolineare che non c'erano differenze significative tra i gruppi nel numero totale di pressioni sulla leva, indicando che i deficit osservati erano cognitivi, e non motori in natura", ha detto il dottor Dunbar. Nessuna differenza è stata osservata nelle dimensioni dell'infarto tra il gruppo trattato con BSC e quello di controllo.


Gli autori sottolineano che le BSC sono efficaci anche quando sono trapiantate sette giorni dopo l'ictus indotto, una scoperta che offre la speranza ai pazienti che non possono presentarsi per avere subito il trattamento. Gli autori suggeriscono che le BSC funzionino creando un microambiente che fornisce il supporto trofico alle cellule vitali residue, forse rilasciando sostanze come il fattore neurotrofico derivato dal cervello (BDNF).

 

 

 

 

 


Fonte: IOS Press BV, via AlphaGalileo.

Riferimento: SA Lowrance, KD Fink, A Crane, J Matyas, ND Dey, JJ Matchynski, T Thibo, T Reinke, J Kippe, C Hoffman, M Sandstrom, J Rossignol, and GL Dunbar. Bone-marrow-derived mesenchymal stem cells attenuate cognitive deficits in an endothelin-1 rat model of stroke. Restorative Neurology and Neuroscience, 2013 DOI: 10.3233/RNN-130329

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.