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Essere topo di biblioteca potenzia l'intelletto in vecchiaia?

Credit: © Andres Rodriguez / FotoliaUna nuova ricerca suggerisce che la lettura di libri, la scrittura e la partecipazione ad attività che stimolano il cervello, a qualsiasi età, possono preservare la memoria.


Lo studio è pubblicato nell'edizione online del 3 Luglio 2013 di Neurology®, la rivista medica dell'American Academy of Neurology.


"Il nostro studio suggerisce che, per la salute del cervello in età avanzata, è importante esercitare il cervello, prendendo parte ad attività come quelle citate sopra, per tutta la vita, dall'infanzia alla vecchiaia", ha detto l'autore dello studio Robert S. Wilson, PhD, del Rush University Medical Center di Chicago.


Per lo studio, sono stati eseguiti a 294 persone dei test che misuravano la memoria e il pensiero, ogni anno per circa sei anni prima della loro morte all'età media di 89 anni. Hanno inoltre risposto a un questionario sulla loro lettura di libri, la scrittura e la partecipazione ad altre attività mentalmente stimolanti durante l'infanzia, l'adolescenza, la mezza età e alla loro età attuale.


Dopo la loro morte, è stato esaminato il loro cervello durante l'autopsia per trovare la prova di segni fisici di demenza, quali lesioni, placche cerebrali e grovigli. La ricerca ha scoperto che le persone che avevano partecipato ad attività mentalmente stimolanti, sia presto che tardi nella loro vita, avevano un tasso più lento di declino della memoria rispetto a coloro che non hanno partecipato a tali attività per tutta la loro vita, dopo l'aggiustamento in base ai diversi livelli di placche e grovigli nel cervello.


L'attività mentale rappresentava quasi il 15 per cento della differenza nel declino, al di là di ciò che viene spiegato da placche e grovigli nel cervello. "Sulla base di questo, non dobbiamo sottovalutare gli effetti delle attività quotidiane, come leggere e scrivere, sui nostri figli, su noi stessi ed sui nostri genitori o nonni", ha detto Wilson.


Lo studio ha rilevato che il tasso di declino era inferiore del 32 per cento nelle persone con attività mentale frequente nel tardo periodo della vita, rispetto alle persone con attività mentale media, mentre il tasso di declino di quelli con attività poco frequente era del 48 per cento più veloce rispetto a quelli con attività media.


Lo studio è stato finanziato dal National Institute on Aging e dal Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Illinois.

 

 

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (AAN).

Riferimento: R. S. Wilson, P. A. Boyle, L. Yu, L. L. Barnes, J. A. Schneider, D. A. Bennett. Life-span cognitive activity, neuropathologic burden, and cognitive aging. Neurology, 2013; DOI: 10.1212/WNL.0b013e31829c5e8a

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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