Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La dieta può influenzare il rischio di Alzheimer

Lo stato di lipidazione (o le modifiche) di alcune proteine nel cervello, legate allo sviluppo dell'Alzheimer, sembrano differire in base al genotipo e alle malattie cognitive, ed i livelli di queste proteine e peptidi sembrano essere influenzati dalla dieta, secondo un rapporto anticipato online da JAMA Neurology.


L'Alzheimer ad insorgenza sporadica (AD) è causato in parte da un accumulo di peptidi amiloide-β (Αβ) nel cervello. Questi peptidi possono essere legati a lipidi o a proteine di trasporto di lipidi, come l'apolipoproteina E (ApoE), oppure essere liberi in soluzione (Αβ povera di lipidi [Αβ-LD]). I livelli di Αβ-LD sono più elevati nel plasma degli adulti con AD, ma non si conosce granchè di questi peptidi nel liquido cerebrospinale (CSF), secondo quanto scrivono gli autori nelle premesse dello studio.


Angela J. Hanson, MD, del Veterans Affairs Puget Sound Health Care System e dell'Università di Washington di Seattle e colleghi, hanno studiato 20 anziani con funzioni cognitive normali (età media 69 anni) e 27 anziani con MCI, decadimento cognitivo lieve amnestico (età media 67 anni).


I pazienti sono stati randomizzati con una dieta ad alto contenuto di grassi saturi (45 per cento di energia da grassi, oltre il 25 per cento di grassi saturi) con un alto indice glicemico o una dieta a basso contenuto di grassi saturi (25 per cento di energia dai grassi, meno del 7 per cento di grassi saturi) con un basso indice glicemico. I principali risultati analizzati dai ricercatori sono stati l'Αβ42 & l'Αβ40 poveri di lipidi e l'ApoE nel liquido cerebrospinale.


I risultati dello studio indicano che i livelli basali di Αβ-LD sono maggiori negli adulti con decadimento cognitivo lieve rispetto agli adulti con cognizione normale. Gli autori notano anche che questi risultati sono più evidenti negli adulti con decadimento cognitivo lieve e allele Ɛ4 (un fattore di rischio per l'AD), con livelli maggiori di apolipoproteina E povera di lipidi, indipendentemente dalla diagnosi cognitiva.


I risultati dello studio indicano che la dieta a basso contenuto di grassi saturi tende a diminuire i livelli di Αβ-LD, mentre la dieta ad alto contenuto di grassi saturi aumenta queste frazioni. Gli autori fanno notare i dati dal loro piccolo studio pilota devono essere replicati in un campione più ampio prima di trarre conclusioni definitive.


"Nel complesso, questi risultati suggeriscono che lo stato di lipidazione di apolipoproteine e peptidi amiloidi potrebbero avere un ruolo nei processi patologici dell'AD e sono influenzati dal genotipo APOE e dalla dieta"
, conclude lo studio.

 

*************** Editoriale: Cibo per la mente

In un editoriale, Deborah Blacker, MD, Sc.D., del Massachusetts General Hospital / Harvard Medical School di Boston, scrive: "L'articolo di Hanson e colleghi si sforza seriamente di capire se i fattori dietetici possono influenzare la biologia dell'Alzheimer".

"Hanson et al sostengono che i cambiamenti osservati dopo i loro due interventi dietetici possono essere alla base di alcuni dei risultati epidemiologici riguardanti il diabete e altri fattori di rischio cardiovascolare e il rischio di AD. La specificità del loro modello potrebbe non cogliere il vero effetto biologico di fondo di queste diete, e non è chiaro se i cambiamenti osservati nei risultati intermedi possano portare a cambiamenti positivi nel carico di oligomeri o di placche, tanto meno nella riduzione dell'atrofia cerebrale o nel miglioramento della cognizione", continua.

"A un certo livello, però, i dettagli del modello biologico non sono critici; la lezione importante dello studio è che l'intervento dietetico può cambiare la chimica amiloide cerebrale in modi largamente coerenti e apparentemente significativi, in un breve periodo di tempo.
Può questo cambiare la pratica clinica per quei pazienti che chiedono consigli sul modo di evitare la demenza? Probabilmente no, ma aggiunge un altro piccolo tassello alle prove crescenti che prendersi cura del proprio cuore è probabilmente un bene anche per il cervello", conclude la Blacker.

 

 

 

 

 


Fonte: American Medical Association (AMA).

References: (1) Deborah Blacker. Food for Thought. JAMA Neurol., 2013 DOI: 10.1001/jamaneurol.2013.3288
(2)Angela J. Hanson et al. Effect of Apolipoprotein E Genotype and Diet on Apolipoprotein E Lipidation and Amyloid PeptidesRandomized Clinical Trial. JAMA Neurology, 2013 DOI: 10.1001/jamaneurol.2013.396

Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)