Ricerche
Vitamine del gruppo B potrebbero ritardare la demenza
Nonostante una spesa di miliardi di dollari in ricerca e sviluppo, le aziende farmaceutiche non sono finora riuscite a trovare trattamenti efficaci per la demenza e l'Alzheimer (AD).
Ora, A. David Smith dell'Università di Oxford ed i suoi colleghi hanno scoperto che, in alcuni pazienti con decadimento cognitivo lieve (MCI), un cocktail di vitamine B ad alto dosaggio potrebbe prevenire la perdita di materia grigia associata alla progressione di AD. Lo studio compare in Proceedings of the National Academy of Sciences.
L' Organizzazione Mondiale della Sanità prevede che tra il 2010 e il 2050 il numero di casi di demenza aumenterà da 26 a 115 milioni in tutto il mondo. Anche se c'è una domanda pressante di trattamento, le aziende farmaceutiche non hanno potuto sviluppare farmaci che ritardano o curano la demenza. I farmaci approvati finora alleviano solo i sintomi.
Smith e il suo team volevano chiarire se le vitamine B riducono il rischio di AD, abbassando i livelli di omocisteina totale (tHcy). C'è una correlazione positiva tra alti livelli di omocisteina totale ed il rischio di deterioramento cognitivo e AD. I ricercatori hanno studiato 156 soggetti di oltre 70 anni di Oxford in Inghilterra, che soffrivano di MCI. I soggetti hanno ricevuto un placebo o un cocktail di vitamina B ad alto dosaggio composto da 20 milligrammi di vitamina B6, 0,5 milligrammi di vitamina B12 e 0,8 mg di acido folico.
In un periodo di due anni, soggetti sia del gruppo sperimentale che di quello di controllo hanno perso materia grigia nel lobo temporale mediale, laterale e nelle regioni temporo occipitale e nella corteccia anteriore e cingolata posteriore. Tuttavia, coloro che avevano ricevuto un trattamento con vitaminaB hanno avuto una atrofia significativamente minore nelle regioni del cervello più colpite nelle persone con AD e in quelle con MCI che svilupperanno AD.
Queste regioni includono l'ippocampo bilaterale, il giro paraippocampale, il precuneus retrospleniale, il giro linguale, il giro fusiforme e il cervelletto. Il gruppo di placebo ha sperimentato una perdita del 3,7 per cento di materia grigia in queste regioni, a fronte di una perdita dello 0,5 per cento tra il gruppo sperimentale.
Quando hanno esaminato i livelli di omocisteina totale al basale, Smith ed i suoi colleghi hanno trovato che il trattamento con vitamina B non ha ridotto in modo significativo l'atrofia della materia grigia tra i soggetti con livelli di omocisteina totale al di sotto della media. Al contrario, il cocktail di vitamina B ha avuto un effetto significativo sui partecipanti ad alta omocisteina totale: quelli che hanno ricevuto il cocktail hanno avuto solo una percentuale dello 0,6 di perdita di materia grigia, mentre i partecipanti con alta omocisteina totale nel gruppo di placebo hanno manifestato una perdita del 5,2 per cento.
Il team ha trovato una correlazione tra la perdita di materia grigia e il peggioramento di punteggio nei test che misurano la funzione cognitiva. Una analisi di rete bayesiana causale dimostra che la vitamina B ha abbassato i livelli di omocisteina totale. Questo riduce l'atrofia della materia grigia, ritardando il declino cognitivo.
Fonte: University of Oxford
Riferimento: Gwenaëlle Douaud, Helga Refsum, Celeste A. de Jager, Robin Jacoby, Thomas E. Nichols, Stephen M. Smith, A. David Smith. Preventing Alzheimer’s disease-related gray matter atrophy by B-vitamin treatment. PNAS May 20, 2013. doi: 10.1073/pnas.1301816110
Pubblicato da Marcia Malory in MedicalXpress il 21 Maggio 2013 (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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