Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Digiuno a intermittenza può aiutare con diabete e malattie cardiovascolari

 

Il digiuno ad intermittenza è di gran moda, ma la prova scientifica che dimostri come tali regimi influiscano sulla salute umana non è sempre netta.

Ora un esame scientifico sul British Journal of Diabetes and Vascular Disease pubblicato da SAGE, suggerisce che le diete con digiuno possono aiutare le persone con diabete e malattie cardiovascolari, insieme ai benefici di perdita di peso assodati.


Il digiuno ad intermittenza (digiuno per un determinato numero di giorni consecutivi o alternati) è da poco salutato come un percorso per la perdita di peso e il miglioramento del rischio cardiovascolare. Un team guidato da James Brown dell'Aston University ha valutato i vari approcci al digiuno intermittente nella letteratura scientifica. Hanno cercato specificamente i vantaggi e i limiti nel trattamento dell'obesità e del diabete di tipo 2 dall'utilizzo delle diete a digiuno.


Il formato di base del digiuno intermittente è alternare giorni di alimentazione 'normale' a giorni con consumo calorico limitato. Questo può essere fatto sia a giorni alterni, o quando due giorni alla settimana sono classificati 'giorni di digiuno'. Questi tipi di digiuno intermittente si sono dimostrati negli studi clinici efficaci come, o più, del contare le calorie ogni giorno per perdere peso.


Le prove degli studi clinici dimostrano che il digiuno può limitare l'infiammazione, migliorare i livelli di zuccheri e dei grassi in circolazione, e ridurre la pressione sanguigna. Il nostro corpo a digiuno cambia il modo di selezionare quale combustibile bruciare, migliorando il metabolismo e riducendo lo stress ossidativo.


Per gli obesi è attualmente disponibile nel Regno Unito un solo farmaco (orlistat), e la chirurgia gastrica è relativamente rara e costosa. I cambiamenti nella dieta rimangono l'intervento più comune utilizzato da queste persone. Si sa che il digiuno aiuta, ma i precedenti trattamenti erano basati sul patire la fame ad intermittenza. I regimi di digiuno intermittente odierni sono più facili da rispettare, e hanno dimostrato di contribuire alla rimozione dei chili in eccesso.


Gli scienziati sanno dal 1940 che il digiuno intermittente aiuta a perdere peso, e può ridurre l'incidenza del diabete negli animali da laboratorio. Recenti studi hanno inoltre confermato che limitare l'assunzione di calorie potrebbe invertire il diabete di tipo 2 in alcune persone. I ricercatori hanno misurato il miglioramento della funzione pancreatica e la diminuzione dei depositi di grasso, connessi alla resistenza all'insulina, presenti nei soggetti a digiuno.

 

Un cuore sano

Nei modelli animali, gli scienziati hanno dimostrato che il digiuno intermittente ha alcuni benefici cardiovascolari che appaiono simili all'esercizio fisico, come il miglioramento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca, e l'abbassamento del colesterolo. Il digiuno appare anche in grado di aiutare quelli che hanno cardiopatia ischemica. Il digiuno può proteggere anche il cuore, aumentando i livelli di adiponectina, una proteina che ha diversi ruoli importanti nel metabolismo dei carboidrati e dei lipidi e nella biologia vascolare.


"Il digiuno intermittente può ottenere molti dei benefici della chirurgia bariatrica, ma senza i costi, le limitazioni nei numeri ed i rischi connessi con la chirurgia", secondo l'autore, James Brown. "Rimane un dubbio allettante da scoprire se il digiuno intermittente può essere utilizzato come strumento per prevenire il diabete nei soggetti ad alto rischio o per prevenire la progressione in quelli con diagnosi recente di diabete di tipo 2  e stiamo attualmente preparando i test clinici per valutare l'efficacia di questo forma di intervento di stile di vita in diversi gruppi di pazienti".


Il digiuno intermittente è un programma di dieta sempre più popolare che era nei titoli dei giornali nel periodo prima di Natale 2012, dopo l'uscita di un libro sull'argomento. I proponenti affermano che, oltre alla perdita di peso, la dieta può portare a una vita più lunga, e alla protezione dalle malattie, in particolare da condizioni come demenza e Alzheimer.

 

 

 

 

 


Fonte:  SAGE Publications, via EurekAlert!, un servizio di AAAS.

Riferimento: James E. Brown, Michael Mosley and Sarah Aldred. Intermittent fasting: a dietary intervention for prevention of diabetes and cardiovascular disease?British Journal of Diabetes and Vascular Disease, April 2013.

Pubblicato in Science Daily il 26 Aprile 2013 (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

Notizie da non perdere

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.