Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Obiettivo giusto per l'Alzheimer, ma finora non centrava il bersaglio

Amiloide-beta da WikipediaL'Alzheimer è la causa più comune di demenza in vecchiaia. Si ritiene che la malattia sia causata da una proteina nota come amiloide-beta (Abeta), che si raggruma nel cervello, formando placche (come quelle dell'immagine a sinistra, con le placche in marrone) ritenute capaci di distruggere i neuroni. Questa distruzione inizia anche presto e può far presagire i segni clinici della malattia fino a 20 anni prima.

Da decenni i ricercatori cercano, con scarso successo, di sviluppare farmaci che impediscono tale aggregazione. Tali farmaci richiedono un "obiettivo", una struttura alla quale legarsi, impedendo così l'azione tossica dell'Abeta.


Ora, un nuovo studio dell'UCLA suggerisce che, anche se i ricercatori possono avere individuato correttamente l'obiettivo proprio nell'Abeta, potrebbero aver mancato il centro dell'obiettivo. In un articolo sul numero del 23 Gennaio del Journal of Molecular Biology, il professor David Teplow, neurologo dell'UCLA e colleghi, si focalizzano su un particolare segmento di una forma tossica di Abeta e hanno scoperto una struttura unica, a forma di tornante, che facilita la formazione dei grumi.


"Ogni 68 secondi, qualcuno in questo paese riceve la diagnosi di Alzheimer", ha detto Teplow, autore senior dello studio e ricercatore principale dell'Alzheimer Disease Research Center dell'UCLA, sponsorizzato dal NIH. "L'Alzheimer è l'unica tra le prime 10 cause di morte in America, che non può essere evitata, curata o addirittura rallentata una volta iniziata. La maggior parte dei farmaci che sono stati sviluppati hanno fallito o danno solo un modesto miglioramento dei sintomi. Quindi è fondamentale trovare un percorso migliore per queste terapie potenziali".


La proteina Abeta è composta da una sequenza di amminoacidi, proprio come "una collana di perle composta da 20 diverse combinazioni di colori differenti di perle" dice Teplow. La forma di Abeta40, ha 40 aminoacidi, mentre la forma Abeta42, ha due aminoacidi aggiunti ad una delle estremità. L'Abeta42 è da molto tempo ritenuta una forma tossica di Abeta, ma fino ad ora, nessuno ha capito come la semplice aggiunta di due amminoacidi la renda molto più tossica dell'Abeta40.


Nel suo laboratorio, Teplow e colleghi hanno utilizzato simulazioni al computer in cui hanno guardato la struttura delle proteine Abeta nel mondo virtuale. I ricercatori hanno prima creato un peptide Abeta virtuale che conteneva solo gli ultimi 12 amminoacidi dell'intera proteina Abeta42 lunga 42 amminoacidi. Poi, dice Teplow, "abbiamo semplicemente lasciato la molecola muoversi nel mondo virtuale, lasciando che le leggi della fisica determinassero come ogni atomo del peptide fosse attratto o respinto dagli altri atomi". Prendendo migliaia di istantanee delle varie strutture molecolari create dai peptidi, i ricercatori hanno determinato quali strutture si formano più frequentemente di altre. Da quelle, hanno poi creato fisicamente con sintesi chimica i peptidi Abeta mutanti.


"Abbiamo studiato questi peptidi mutanti e abbiamo scoperto che la struttura che produce l'Abeta42 è una specie di uncino alla fine del peptide dell'intera proteina Abeta", ha detto Teplow. La struttura a tornante non era conosciuta prima con i dettagli rivelati dai ricercatori, "per cui crediamo che i nostri esperimenti siano innovativi" ha detto. "Il nostro laboratorio è il primo a dimostrare che è questo uncino specifico che spiega l'abilità speciale dell'Abeta42 di aggregarsi in ammassi ritenuti gli uccisori dei neuroni. L'Abeta40, la proteina Abeta con due aminoacidi in meno alla fine della proteina, non ha fatto la stessa cosa".


Speriamo che il lavoro del laboratorio di Teplow costituisca quello che potrebbe essere l'obiettivo più rilevante individuato finora per lo sviluppo di farmaci che combattono l'Alzheimer, hanno detto i ricercatori.


Altri autori dello studio sono Robin Roychaudhuri, Mingfeng Yang, Atul Deshpande, Gregory M. Cole e Sally Frautschy, tutti dell'UCLA, e Aleksey Lomakin e George B. Benedek del Massachusetts Institute of Technology. Il finanziamento dello studio è stato fornito dallo State of California Alzheimer's Disease Research Fund, dall'UCLA Faculty Research Grant, dal National Institutes of Health e dal James Easton Consortium for Alzheimer's Drug Discovery and Biomarkers.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale della University of California, Los Angeles (UCLA), Health Sciences.

Riferimento:
Robin Roychaudhuri, Mingfeng Yang, Atul Deshpande, Gregory M. Cole, Sally Frautschy, Aleksey Lomakin, George B. Benedek, David B. Teplow. C-Terminal Turn Stability Determines Assembly Differences between Aβ40 and Aβ42. Journal of Molecular Biology, 2013; 425 (2): 292 DOI: 10.1016/j.jmb.2012.11.006

Pubblicato in ScienceDaily il 23 Gennaio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari - Immagine: Wikipedia

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)