Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il cervello che invecchia si adatta al multitasking ridotto

Compiti contemporaneiIl modello di flusso sanguigno nella corteccia prefrontale del cervello si altera con l'età durante il multi-tasking [gestione di più compiti contemporanei]; questo è quanto ha scoperto un nuovo studio apparso sulla rivista BMC Neuroscience di BioMed Central.

Il volume di sangue, misurato con l'emoglobina ossigenata (Oxy-Hb), aumenta all'inizio del multitasking in tutte le età. Ma per eseguire le stesse operazioni, gli anziani sani hanno un aumento maggiore e più sostenuto di ossi-emoglobina rispetto ai più giovani.


I cambiamenti nel cervello dovuti all'età si verificano inizialmente nella corteccia prefrontale, l'area del cervello associata con la memoria, l'emozione, e le funzioni decisionali più alte. Sono le modifiche in questa area del cervello ad essere associate alla demenza, alla depressione e ad altri disturbi neuropsichiatrici. Alcuni studi hanno dimostrato che la regolare attività fisica e l'allenamento cognitivo possono prevenire il declino cognitivo (usa il cervello o perdilo!), ma, per stabilire ciò che accade in un cervello sano che invecchia, ricercatori del Giappone e degli Stati Uniti hanno messo a confronto l'attività cerebrale durante compiti singoli e doppi per i giovani (21-25 anni) e per gli anziani (over 65).


Le analisi con Near Infrared Spectroscopy (NIRS) dell'ossi-emoglobina hanno dimostrato che il flusso di sangue alla corteccia prefrontale non è influenzato dal compito fisico per entrambi i gruppi di età, ma ne ha risentito dell'attività mentale. Sia per i giovani che per gli over 65 l'inizio dell'attività di calcolo ha coinciso con un aumento del volume del sangue che è tornato al basale una volta che l'operazione è stata completata. La principale differenza tra i gruppi è evidente solo durante l'esecuzione delle attività fisiche e mentali contemporanee: gli anziani hanno una risposta superiore nella corteccia prefrontale che dura più a lungo rispetto al gruppo dei più giovani.


Hironori Ohsugi, della Seirei Christopher University, e uno dei team che hanno eseguito questa ricerca, spiega: "Dalle nostre osservazioni durante il compito duplice sembra che le persone anziane rivolgano la loro attenzione al calcolo a scapito dell'attività fisica, mentre i più giovani sono in grado di mantenere la concentrazione su entrambe. Dato che i nostri soggetti erano tutti sani sembra che il requisito della maggiore attivazione della corteccia prefrontale faccia parte del normale calo del funzionamento del cervello associato all'invecchiamento. Un successivo studio mostrerà se, per mantenere un cervello più giovane, si può utilizzare un allenamento al compito duplice".

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale di BioMed Central Limited.

Riferimento:
Hironori Ohsugi, Shohei Ohgi, Kenta Shigemori, Eric B Schneider. Differences in dual-task performance and prefrontal cortex activation between younger and older adults. BMC Neuroscience, 2013; 14 (1): 10 DOI: 10.1186/1471-2202-14-10.

Pubblicato in ScienceDaily il 18 Gennaio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.