Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La volontà di sottoporsi a screening per la demenza varia con l'età

Il primo studio ad esaminare la disponibilità effettiva degli anziani a farsi esaminare per la demenza, ha scoperto che l'accettazione dello screening è pervasiva, anche se varia in base all'età.

E tuttavia, tale volontà non differisca per sesso, razza o livello di reddito.

Quasi il 90 per cento delle 554 persone dello studio, di età tra 65 e 96 anni, hanno indicato la loro volontà, sottoponendosi allo screening vero e proprio. Le probabilità di rifiuto erano più elevate per i pazienti della fascia 70-79 anni, rispetto a quelli tra 65 e 69 anni o quelli oltre 80 anni. I tassi di rifiuto erano più bassi per coloro che avevano un'età compresa tra 65 e 69 anni.


Il settanta per cento dei partecipanti allo studio era di sesso femminile, e poco più della metà erano afro-americani. Tre quarti degli anziani hanno un reddito annuo inferiore a $ 20.000. Né sesso, né razza, né livello di reddito ha interessato la disponibilità dei partecipanti allo studio a sottoporsi a screening per demenza. I tassi di rifiuto non variano nemmeno in base al livello di istruzione.


Study: Willingness to be screened for dementia varies by age but not by sex, race or incomeStudio: La volontà di essere sottoposti a screening per la demenza varia con l'età, ma non per sesso, razza o reddito "A differenza di studi precedenti che hanno chiesto la disponibilità teorica di essere sottoposti a screening per la demenza e hanno trovato meno interesse, abbiamo preso in considerazione la disponibilità effettiva ad essere esaminati dei pazienti di cure primarie", ha detto Malaz Boustani (foto), MD, MPH, professore associato di medicina all' Indiana University School of Medicine e ricercatore del Regenstrief Institute. Come geriatra, il dottor Boustani è autore corrispondente dello studio e ricercatore principale. Egli è anche direttore medico dell'Healthy Brain Aging Center al Wishard Health Services, l'ospedale pubblico dove è stato condotto lo studio.


La maggior parte degli anziani ricevono la loro assistenza sanitaria da medici di assistenza primaria. "Siamo rimasti sorpresi dal fatto che solo un anziano su 10 non voleva essere sottoposto a screening per la demenza, e crediamo che questa constatazione di un altissimo livello di accettazione dello screening da parte del nostro studio ben documentato aiuterà i medici e la US Preventive Services Task Force a valutare i benefici e i rischi dello screening per la demenza, fornendo la voce e le percezioni dei pazienti", ha detto il dottor Boustani, che ha sottolineato che se lo screening per la demenza sarà raccomandato in futuro, uno sforzo particolare dovrà essere impiegato per raggiungere i settantenni a causa del loro alto tasso di rifiuto.


I partecipanti allo studio che erano completamente d'accordo sulle dichiarazioni circa i benefici derivanti dalla conoscenza della demenza in anticipo (ad esempio, capacità di pianificare per il futuro), erano più propensi ad accettare lo screening. Dei 497 individui esaminati nello studio, il 13 per cento sono risultati positivi per la demenza e sono stati inviati per una valutazione diagnostica di conferma.


Lo studio "Effect of Patient Perceptions on Dementia Screening in Primary Care" appare nel numero di giugno del Journal of Geriatrics Society. Oltre al Dott. Boustani, co-autori dello studio sono Nicole R. Fowler, Ph.D. dell'Università di Pittsburgh; Amie Frame, MPH, e Anthony J. Perkins, MS, dell'Istituto Regenstrief; Patrick Monahan, Ph.D. e Sujuan Gao, Ph.D., della Scuola di Medicina UI e Greg A. Sachs, MD, e Hugh C. Hendrie, MB, Ch.B., D.Sc., dell'Istituto Regenstrief e della School of Medicine IU. I dott. Frame, Perkins e Monahan, Gao, Sachs e Hendrie sono anche con il Centro per la Ricerca invecchiamento IU, di cui il Dr. Boustani è direttore associato.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Indiana University School of Medicine

Pubblicato in ScienceCodex il 19 Giugno 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari. - Photo Credit: Wishard Health Services

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.