Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificati i geni che influenzano il volume dell'ippocampo

L'ippocampo si restringe prima e durante la progressione dell'Alzheimer; ma anche altri fattori, come quelli di rischio cardiovascolare e invecchiamento normale, portano alla riduzione della sua dimensione.

Un team internazionale di ricercatori guidato dalla Boston University School of Medicine (BUSM) ha identificato quattro loci che sembrano essere associati alla diminuzione del volume dell'ippocampo.


L'ippocampo è la regione del cervello che svolge un ruolo importante nella formazione di nuovi, specifici ricordi, una capacità che perdono i pazienti con Alzheimer. La scoperta può avere implicazioni ampie nel determinare come l'età, l'Alzheimer e altre malattie influenzano la funzione e l'integrità dell'ippocampo. Sudha Seshadri (foto), MD, professore di neurologia alla BUSM, è l'autore senior dello studio, che sarà pubblicato online in Nature Genetics.


Precedenti ricerche hanno dimostrato che l'ippocampo è una delle regioni cerebrali coinvolte nei processi di memoria a breve e lungo termine e che si restringe con l'età. È anche una delle prime regioni ad evidenziare danni da Alzheimer, con conseguenti problemi di memoria e disorientamento. "Uno dei problemi nello studio della genetica di una malattia come l'Alzheimer, che diventa sintomatica tardi nella vita, è che molte persone muoiono per altre cause prima di raggiungere l'età in cui si sarebbe manifestata la demenza clinica associata con la malattia" ha detto la Seshadri. "Per ovviare a questo problema, abbiamo studiato la genetica dei tratti che sappiamo essere associati ad un alto rischio futuro di Alzheimer, ma che può essere misurata in tutte le persone, spesso 10 o 20 anni prima dell'età in cui la maggior parte delle persone sviluppano sintomi clinici".


I tratti genetici potenziali sono chiamati endofenotipi, e il volume ippocampale è una di tali caratteristiche. L'ippocampo si restringe prima e durante la progressione dell'Alzheimer, ma anche altri fattori, come quelli di rischio cardiovascolare e di invecchiamento normale, portano alla riduzione della dimensione. "Il nostro team di ricerca ha voluto individuare le cause genetiche delle variazioni nel volume dell'ippocampo in un campione di persone anziane apparentemente normali", ha detto la Seshadri.


I Cohorts for Heart and Aging Research in Genomic Epidemiology (CHARGE) hanno permesso ai ricercatori di raccogliere dati sul volume ippocampale di 9,232 le persone che non avevano la demenza. Essi hanno identificato quattro loci genetici, tra cui sette geni all'interno o vicino a questi loci che sembrano determinare il volume ippocampale. I risultati mostrano che, se uno dei geni è alterato, l'ippocampo è, in media, delle stesse dimensioni di quello di una persona quattro o cinque anni più vecchia. Questi risultati sono stati replicati in due grandi campioni europei che includevano un campione di età mista che comprendeva alcuni partecipanti con decadimento cognitivo.
"I risultati indicano che questi loci potrebbero avere vaste implicazioni per determinare l'integrità dell'ippocampo in una ampia gamma di età e capacità cognitive", ha detto la Seshadri. Uno dei geni identificati dai ricercatori ha anche dimostrato di avere un ruolo nelle prestazioni di memoria in un campione di dati differente.


Le associazioni genetiche individuate indicano che alcuni geni possono influenzare la morte cellulare per apoptosi, lo sviluppo del cervello e il movimento neuronale durante lo sviluppo del cervello, e lo stress ossidativo. Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che i geni giocano un ruolo nella ubiquitinazione, il processo mediante il quale vengono rimosse le proteine danneggiate, mentre altri geni codificano per gli enzimi destinatari di nuovi farmaci per il diabete. "Studi futuri dovranno esplorare ulteriormente queste regioni genetiche al fine di comprendere meglio il ruolo di questi geni nella determinazione del volume ippocampale", ha aggiunto la Seshadri.


Una delle più grandi coorti coinvolte nello studio di coorte è stato il Framingham Heart Study (affiliato alla BUSM) di cui la Seshadri è una Senior Investigator. "Questa importante ricerca non sarebbe stata possibile senza la dedizione costante dei partecipanti allo studio di Framingham, che si estende attraverso tre generazioni e sei decenni", ha detto la Seshadri. Questo studio è stato finanziato principalmente dal National Institute on Aging.

 

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Fonte: Euereka Alert and Boston University School of Medicine.

Pubblicato
da Bob DeMarco in Alzheimer's Reading Room il 15 Aprile 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.