Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'Alzheimer erode il controllo dell'espressione genica, minando le funzioni e la cognizione

Lo studio di 3,5 milioni di cellule da oltre 100 cervelli umani ha rilevato che la progressione dell'Alzheimer - ma anche la resilienza alla malattia - dipende dalla stabilità epigenomica.

Compromised compartmentalization Compartimentazione compromessa: la cromatina che blocca i geni nella salute diventa più aperta nell'Alzheimer, mentre la cromatina che era aperta diventa più bloccata. (Fonte: Z Liu et al / Cell)

La maggior parte delle persone riconosce il morbo di Alzheimer (MA) dai suoi sintomi devastanti come la perdita di memoria, mentre i nuovi farmaci colpiscono gli aspetti patologici delle manifestazioni della malattia, come le placche della proteina ​​amiloide. Ora un nuovo ampio studio su Cell di ricercatori del MIT mostra l'importanza di comprendere la malattia come una battaglia sul modo in cui le cellule cerebrali controllano l'espressione dei loro geni. Lo studio dipinge un quadro ad alta risoluzione di una disperata lotta per mantenere un'espressione genica sana e una regolazione genica in cui le conseguenze del fallimento o del successo non sono altro che perdita o conservazione della funzione cellulare e della cognizione.


Lo studio presenta un atlante primo-del-suo-genere e multimodale combinato di espressione e di regolazione genica che abbraccia 3,5 milioni di cellule da sei regioni cerebrali, ottenute profilando 384 campioni di cervelli post mortem da 111 donatori. I ricercatori hanno profilato sia il «trascrittoma», che mostra quali geni sono espressi nell'RNA, che l'«epigenoma», l'insieme di modifiche cromosomiche che stabiliscono quali regioni di DNA sono accessibili e quindi usate dai diversi tipi di cellule.


L'atlante risultante ha rivelato molte intuizioni che dimostrano che la progressione del MA è caratterizzata da due principali tendenze epigenomiche. La prima è che cellule vulnerabili in regioni cruciali del cervello subiscono una rottura dei rigorosi 'compartimenti' nucleari che normalmente mantengono per garantire che alcune parti del genoma siano aperte all'espressione e altre rimangano chiuse. La seconda grande scoperta è che cellule sensibili subiscono una perdita di 'informazioni epigenomiche', perdono la presa sul modello unico di regolazione e espressione genica che dà loro una identità specifica e consente la loro sana funzione.


Molte scoperte specifiche accompagnano l'evidenza di una compartimentazione compromessa e dell'erosione delle informazioni epigenomiche, individuando i circuiti molecolari che si rompono per tipo di cellula, per regione e rete genica. Hanno scoperto, ad esempio, che quando le condizioni epigenomiche si deteriorano, si apre la porta all'espressione di molti geni associati alla malattia, mentre se le cellule riescono a mantenere in ordine la loro casa epigenomica, possono tenere sotto controllo i geni associati alla malattia. Inoltre, i ricercatori hanno visto chiaramente che quando si verificano i guasti epigenomici le persone perdono la capacità cognitiva, ma quando resta la stabilità epigenomica, così fa anche la cognizione.


"Per comprendere la circuiteria, la logica responsabile dei cambiamenti di espressione genica nel MA, dovevamo comprendere la regolamentazione e il controllo a monte di tutti i cambiamenti che stanno accadendo, ed è lì che arriva l'epigenoma", ha affermato l'autore senior Manolis Kellis, professore nel laboratorio di informatica e intelligenza artificiale del gruppo di biologia computazionale. "Questo è il primo atlante su larga scala, a cellula singola, multi regione, gene-regolatorio, del MA, ottenuto sezionando sistematicamente la dinamica dei programmi epigenomici e trascrittomici attraverso la progressione e la resilienza della malattia".


Fornendo quell'esame dettagliato dei meccanismi epigenomici della progressione del MA, lo studio fornisce l'impronta per delineare nuovi trattamenti di MA che possono colpire i fattori alla base dell'ampia erosione del controllo epigenomico o delle manifestazioni specifiche che influenzano i tipi di cellule chiave come i neuroni e le cellule gliali di supporto.


"La chiave per sviluppare nuovi ed efficaci trattamenti per il MA dipende dalla nostra comprensione dei meccanismi che contribuiscono ai guasti della funzione cellulare e della rete nel cervello", ha affermato Li-Huei Tsai, prof.ssa e direttrice del Picower, fondatrice dell'Aging Brain Initiative del MIT insieme a Kellis, nonché coautrice senior dello studio. "Questi nuovi dati migliorano la nostra comprensione dei fattori epigenomici che guidano la malattia".

[...]

 

 

 


Fonte: Picower Institute at MIT (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Z Liu, [+29], Li-Huei Tsai, M Kellis. Single-cell multiregion epigenomic rewiring in Alzheimer’s disease progression and cognitive resilience. Cell, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)