Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Pori microscopici nelle cellule cerebrali possono essere la chiave del Parkinson

Una proteina tossica forma pori dinamici nelle membrane delle cellule cerebrali, e questa può essere la chiave per capire come si sviluppa il Parkinson. Questa è la conclusione di un nuovo studio svolto alla Aarhus University (Danimarca), in cui i ricercatori hanno sviluppato un metodo avanzato per tracciare gli attacchi molecolari in tempo reale.

α synuclein oligomer partially inserted into a cell membraneA sinistra un oligomero α-sinucleina (blu) parzialmente inserito in una membrana cellulare. Nel tempo, forma un poro (a destra) che consente a delle molecole di passare per un breve periodo. L'oligomero ritorna quindi nella fase iniziale e scambia dinamicamente i due stati. Foto: Mette Galsgaard Malle

Il morbo di Parkinson (MP) spesso inizia subdolamente: un leggero tremore nella mano, un po' di rigidità. Ma nel tempo, le cellule cerebrali iniziano a morire e i sintomi peggiorano. La causa è rimasta finora un mistero, ma gli scienziati possono ora aver fatto un passo avanti per capirla. Al centro dell'attenzione si trova la proteina α-sinucleina, che ha un ruolo nella comunicazione tra le cellule nel cervello sano. Nel MP, tuttavia, inizia a comportarsi in modo anomalo e si raggruppa in strutture tossiche.


Fino ad ora, la maggior parte delle ricerche si è concentrata sui grandi aggregati noti come fibrille, che sono visibili nei tessuti cerebrali dei pazienti con MP. Ma un nuovo studio si è concentrato su strutture più piccole, meno comprese e più tossiche: oligomeri di α-sinucleina. Secondo lo studio, pubblicato su ACS Nano, questi ultimi producono fori microscopici sulle membrane delle cellule nervose.

 

Minuscole porte girevoli nelle cellule

"Siamo i primi a osservare direttamente come questi oligomeri formano i pori e come si comportano i pori", afferma Mette Galsgaard Malle, ricercatrice postdottorato delle università di Aarhus e di Harvard.


Il processo si svolge in tre fasi. Prima gli oligomeri si attaccano alla membrana, specialmente nelle regioni curve. Poi si inseriscono parzialmente nella membrana. Infine, formano un poro che consente alle molecole di passare attraverso e potenzialmente interrompere l'equilibrio interno della cellula. Ma questi non sono buchi statici. I pori si aprono e si chiudono costantemente come minuscole porte girevoli.


"Questo comportamento dinamico può aiutare a spiegare perché le cellule non muoiono immediatamente", afferma Bo Volf Brøchner PhD, il primo autore dello studio. "Se i pori rimanessero aperti, le cellule probabilmente collasserebbero molto rapidamente. Ma poiché si aprono e si chiudono, le pompe proprie della cellula potrebbero essere in grado di compensare temporaneamente".

 

Film molecolare al rallentatore

Questa è la prima volta che sono state osservate queste dinamiche dei pori in tempo reale, grazie a una piattaforma di analisi a singola vescicola sviluppata di recente che consente ai ricercatori di seguire le interazioni tra singole proteine ​​e singole vescicole. Le vescicole sono piccole bolle artificiali che imitano le membrane cellulari e fungono da modelli semplificati di cellule reali.


"È come guardare un film molecolare al rallentatore", spiega Mette Galsgaard Malle. "Non solo possiamo vedere cosa succede, possiamo anche testare come diverse molecole influenzano il processo. Ciò rende la piattaforma uno strumento prezioso per selezionare farmaci".

 

Lunga strada per il trattamento

In effetti, il team ha già testato nanocorpi - frammenti di piccoli anticorpi - sviluppati per legarsi specificamente a questi oligomeri. Si dimostrano promettenti come strumenti diagnostici altamente selettivi. Tuttavia, come trattamento, c'è ancora lavoro da fare.


"I nanocorpi non sono riusciti a bloccare la formazione dei pori", afferma Bo Volf Brøchner. "Ma possono comunque aiutare a rilevare gli oligomeri nelle fasi molto precoci della malattia. È cruciale, poiché il MP viene in genere diagnosticato solo dopo danni neuronali significativi".


Lo studio mostra anche che i pori non si formano in modo casuale. Tendono a emergere in tipi specifici di membrana, in particolare quelli che assomigliano alle membrane dei mitocondri, le centrali energetiche della cellula. Ciò potrebbe indicare che il danno inizia lì.

 

Un passo alla volta

Tuttavia, i ricercatori sottolineano che lo studio è stato condotto in sistemi modello, non in cellule vive. Il prossimo passo sarà replicare i risultati nel tessuto biologico, dove entrano in gioco fattori più complessi. "Abbiamo creato una configurazione sperimentale pulita in cui possiamo misurare una cosa alla volta. Questa è la forza di questa piattaforma", afferma Mette Galsgaard Malle. "Ma ora dobbiamo fare il passo successivo e indagare su ciò che accade nei sistemi biologici più complessi".

 

 

 


Fonte: Aarhus University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: B Volf Brøchner, [+4], M Galsgaard Malle. Single-vesicle Tracking of α-Synuclein Oligomers Reveals Pore ... ACS Nano, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

I tuoi ricordi sono governati da timer nascosti nel tuo cervello

10.12.2025 | Ricerche

Uno dei compiti più essenziali del cervello è decidere quali esperienze immagazzinare co...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)