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Colpi di testa nel calcio hanno un impatto piccolo, ma rilevabile, sul cervello adulto

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Una nuova ricerca guidata dall'Università di Sydney ha scoperto che colpire di testa un pallone da calcio altera il cervello, nonostante non abbia alcun impatto immediato sulla cognizione. I risultati di questo esperimento, primo al mondo, aggiungono prove che colpire un pallone nello sport più giocato al mondo può avere un impatto sul cervello, anche quando non c'è commozione cerebrale.


I risultati segnalano la necessità di ulteriori ricerche sugli effetti a lungo termine dei colpi di testa, affermano i suoi autori, visto che diventa sempre più evidente il rischio superiore di demenza tra gli ex calciatori professionisti. E danno anche motivo di studiare interventi protettivi che includono nutrizione e cannabinoidi. Lo studio, pubblicato su The Sports Medicine - Open, è il primo controllato randomizzato a misurare l'impatto dei colpi di testa con la risonanza magnetica (MRI) sui calciatori.


Una squadra di ricercatori, supervisionati del professor Iain McGregor, ha eseguito valutazioni sul cervello di 15 calciatori maschi, appena dopo che i giocatori hanno dato colpi di testa a un pallone da calcio 20 volte in altrettanti minuti. Con le strutture di MRI all'avanguardia di Neuroscience Research Australia (NeuRA), i ricercatori hanno cercato cambiamenti regionali nella struttura, nella funzione e nella chimica del cervello.


Hanno anche eseguito test cognitivi e del sangue, in un ambiente strettamente controllato, con palloni lanciati a una velocità costante da una macchina. Ogni partecipante ha anche completato una condizione di controllo che comprendeva calciare, anziché colpire di testa, un pallone, permettendo ai ricercatori di isolare gli effetti del colpo di testa.


Le scansioni MRI hanno identificato cambiamenti sottili ma misurabili, che includevano alterazione della chimica in una regione del cervello coinvolta nel controllo motorio e una riduzione della conducibilità elettrica in diverse aree. Questi risultati suggeriscono che i colpi di testa influiscono sull'uso / richiesta di energia del cervello e sul modo in cui le informazioni vengono trasmesse nella materia bianca.


I campioni di sangue hanno mostrato livelli elevati di due proteine, GFAP e NFL, che ​​sono attualmente considerate tra i migliori biomarcatori del sangue disponibili per lesioni cerebrali e rischio di demenza futura. Tuttavia, i cambiamenti associati ai colpi di testa erano molto più piccoli di quelli visti di solito in queste condizioni. Non è stata osservata alcuna compromissione cognitiva dopo i colpi di testa.


"Questo studio non dimostra che colpire di testa provochi la demenza", ha affermato il dott. Nathan Delang, che ha guidato la ricerca come dottorando alla Griffith University, e ora è ricercatore post-dottorato all'Università del Queensland. “Dalla maggiore presenza di queste proteine ​​e dallo studio in generale noi deduciamo che colpire di testa il pallone può causare sottili rotture alle cellule cerebrali, anche senza sintomi evidenti. 

"Livelli elevati di questi biomarcatori indicano che le cellule cerebrali sono state disturbate a livello microstrutturale. Il significato clinico a lungo temine di tali piccoli aumenti è ancora in fase di studio, in particolare in relazione a quanto e quale modello potrebbe portare a effetti sulla struttura e sulla funzione del cervello".

 

Sicurezza nel calcio

Alcuni paesi, come Stati Uniti e Regno Unito, stanno implementando gradualmente restrizioni ai colpi di testa, incluso il divieto della pratica tra i giocatori giovani. L'Australia non ha introdotto un tale divieto, ma sono in corso discussioni sulla sicurezza dei colpi di testa negli sport giovanili.


"Questi risultati suggeriscono che anche i colpi di testa di routine, senza sintomi, possono produrre sottili cambiamenti nel cervello. Il passo successivo è capire se questi cambiamenti si accumulano nel tempo e cosa potrebbe significare per la salute dei giocatori a lungo termine", ha detto la coautrice della ricerca Danielle McCartney, dell'Università di Sydney. "Nel frattempo, aumentiamo i richiami ai calciatori di usare cautela e forse considerare se molti colpi di testa sono necessari, in particolare in allenamento".

 

 

 


Fonte: University of Sydney (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: N Delang, [+18], D McCartney. The Acute Effects of Non-concussive Head Impacts on Brain Microstructure, Chemistry and Function in Male Soccer Players: A Pilot Randomised Controlled Trial. Sports Med - Open, 2025, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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