Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come usare la musica per riconnettersi a un paziente con demenza

Come scrisse Hans Christian Andersen, "dove le parole falliscono, la musica parla".


Nelle fasi avanzate del morbo di Alzheimer (MA) e di altri tipi di demenza, i pazienti possono non essere in grado di comunicare verbalmente, il che può ostacolare le loro relazioni con la famiglia, gli amici e i caregiver, ma un recente studio (rif. 1) eseguito alla Northwestern University mostra che la musica può diventare un ponte per la comunicazione.


I ricercatori hanno valutato l'impatto di un programma di musicoterapia di 12 settimane intitolato Musical Bridges to Memory offerto dall'Institute for Therapy through the Arts (ITA) in Illinois. Una volta alla settimana, i pazienti con demenza e i loro caregiver sono stati trattati con un concerto dal vivo di 45 minuti con canzoni della gioventù dei pazienti, come selezioni da Oklahama o da The Sound of Music. Sia i pazienti che i familiari hanno ricevuto semplici strumenti come tamburelli e sonagli, e erano incoraggiati dai musico-terapeuti a suonare, cantare e ballare insieme alla musica.


Dopo il concerto, i pazienti erano significativamente più coinvolti socialmente con i loro caregiver. Erano di buon umore, restavano a contatto visivo, si distraevano meno facilmente e mostravano meno agitazione di prima della sessione. Gli effetti della musica non erano nemmeno limitati ai pazienti. Anche i caregiver erano più rilassati e mostravano meno sintomi di ansia e depressione, che possono influenzare le persone i cui cari hanno la demenza.


Il programma è stato un'esperienza così positiva per ognuno, che ciò che era iniziato come coppia paziente-caregiver presto è cresciuto per includere intere famiglie.


"Man mano che il programma procedeva, i caregiver invitavano altri familiari"
, ha affermato Jeffrey Wolfe, musico-terapeuta dell'ITA e leader del programma Musical Bridges to Memory. “È diventata un'esperienza normalizzante per tutta la famiglia. Tutti si sono collegati al loro caro qualunque fosse il suo grado di demenza".


I ricordi musicali persistono molto tempo dopo che altri tipi di ricordi si perdono per la demenza. Questo perché le parti del cervello responsabili dei ricordi della musica sono influenzate molto più avanti nella progressione della malattia rispetto alle parti del cervello responsabili di ricordi di eventi, informazioni e persino linguaggio.


Nel 2015, i ricercatori del Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences di Lipsia, in Germania, hanno scoperto (rif. 2) che l'area motoria pre-supplementare ventrale, che ha un ruolo nel pianificare ed eseguire i movimenti, e il cingolato anteriore caudale, che ci aiuta a controllare il comportamento, sono le due aree cerebrali più coinvolte nella codifica dei ricordi musicali a lungo termine.


Nei pazienti di MA, queste regioni del cervello sono anche tra le ultime ad atrofizzarsi o a mostrare segni di rottura del metabolismo del glucosio, due marcatori chiave della malattia. Di conseguenza, i pazienti con MA e altri tipi di demenza possono mantenere la capacità di ballare, cantare e suonare strumenti musicali anche dopo aver perso la capacità di parlare.


Musical Bridges to Memory dimostra il potenziale della musica per migliorare la qualità della vita non solo dei malati di demenza, ma dei loro caregiver e dei loro cari:

"Anche la famiglia e gli amici di persone con demenza ne sono colpiti", afferma il dott. Borna Bonakdarpour, neurologo della Northwestern Medicine e autore senior dello studio. “È doloroso per loro quando non possono connettersi con una persona cara. Quando il linguaggio non è più disponibile, la musica fornisce un ponte tra l'uno e l'altro".

 

 

 


Fonte: Ainsley Hawthorn PhD in Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. R Schafer, [+7], B Bonakdarpour. Musical Bridges to Memory. ... Alzh Dis & Ass Dis, 2022, DOI
  2. JH Jacobsen, [+4], R Turner. Why musical memory can be preserved ... Brain, 2015, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.